Acconsento a tutto. Ma giuratemi, prima, che in questa faccenda non è coinvolta la regina.

 

DON SALLUSTIO (che giocherellava con un coltello d’avorio sul tavolo, si volta appena)

Sono cose che vi riguardano?

 

RUY BLAS (vacillando, lo guarda terrorizzato)

Ah! Siete un uomo spaventoso. Mi tremano le ginocchia… Mi trascinate verso un abisso ignoto. Oh! Mi sembra che una mano orribile mi sottragga ogni energia! Indovino, in voi, un progetto mostruoso… Abbiate pietà! Devo confessarvelo: ahimè, siatene giudice voi stesso! Non lo sapevate ancora! Io amo quella donna!

 

DON SALLUSTIO (freddamente)

Vi sbagliate. Lo sapevo.

 

RUY BLAS

Lo sapevate!

 

DON SALLUSTIO

Come no! Ha importanza?

 

RUY BLAS (sorreggendosi alla parete per non cadere, come se parlasse tra sé)

Allora il vile si compiace di torturarmi! Ma… è troppo orribile, sarebbe atroce! (Alza gli occhi al cielo) Dio onnipotente! Dio che mi metti alla prova, risparmiami Signore!

 

DON SALLUSTIO

Ma allora… sognate davvero! Devo dire che fate male a prendervi sul serio, signore! È grottesco. Io procedo inesorabile verso un fine che solo io conosco, ben più lusinghiero per voi di quanto possiate supporre. Calmatevi e obbedite. Ve l’ho già detto e ora ve lo confermo, voglio la vostra felicità. Via, ormai è cosa fatta! Date troppa importanza ai tormenti e alle pene del cuore! Ci siamo passati tutti. Ma durano ventiquattr’ore o poco più. Non sapete che, qui, si tratta del destino di un impero? Cos’è il vostro, in paragone? Non voglio nascondervi nulla, esigo solo che abbiate il buon senso di seguirmi. Restate al vostro posto! Io sono comprensivo, ragionevole ma, diamine!, un lacchè, sia di creta che di terra volgare, è solo il recipiente in cui travaso le mie idee. Di uomini come voi, mio caro, noi facciamo quello che vogliamo. Chi vi comanda, a seconda del piano che sta apprestando, vi traveste come gli pare e, come gli pare, vi toglie la maschera. Vi ho innalzato alla dignità di signore. Il ruolo più ambito, per il momento. Adesso ne indossate i vestiti, l’apparenza. Ma non dovete dimenticare che servite me. Per caso, ora fate la corte alla regina come, per caso, potreste essere di turno, in piedi, dietro la mia carrozza. Vi chiedo di essere ragionevole.

 

RUY BLAS (dopo averlo ascoltato smarrito, quasi non credendo alle proprie orecchie)

Dio! Dio di demenza! Dio di giustizia! Che delitto ho commesso per meritare questo castigo? Cos’ho fatto? Voi, che siete nostro padre, non vorrete che un uomo piombi nella disperazione! Ecco a che punto mi trovo! Volontariamente, senza che mi si possa imputare nulla, solo per vedere una misera vittima agonizzare sotto i vostri occhi, voi, monsignore, mi avete precipitato nell’abisso! Avete voluto calpestare un cuore infelice colmo di fede e d’amore, per ricavarne il piacere orribile della vendetta! (Parlando tra sé) Perché è una vendetta! Non è più lecito dubitarne! E posso indovinare che è diretta contro la regina! Cosa posso fare? Andare a raccontarle tutto? Cielo! Trasformarmi ai suoi occhi in un oggetto di disgusto e d’orrore! Un lacchè, un millantatore, un ipocrita! Una canaglia sfrontata che si caccia via a bastonate! Mai! Ah, io divento pazzo, sto perdendo la ragione! (Pausa. Meditando) Dio mio, come si possono concepire simili mostruosità! Costruire in segreto una macchina infernale, provvederla di infinite ruote micidiali e poi, sotto la macina, per vedere se funziona, gettare un’uniforme, un oggetto vile, un lacchè! Subito dopo metterla in azione e guardar uscire, sotto gli ingranaggi, dei brandelli di fango e di sangue, un capo fracassato, un cuore ancora tiepido di vita, e non tremare, scossi da brividi convulsi, quando si riconosce, nonostante la volgare etichetta che gli si butta addosso, che quel lacchè era un essere umano! (Rivolgendosi a Don Sallustio) Siamo ancora in tempo! Monsignore ascoltatemi, l’orribile ingranaggio non è ancora in movimento! (Gettandosi ai suoi piedi) Pietà di me! Grazia! Abbiate pietà di lei! Mi conoscete come un fedele servitore, avete avuto modo di constatarlo. Guardatemi! Sono qui, in ginocchio! Grazia!

 

DON SALLUSTIO

Quest’uomo non capirà mai niente. È indisponente!

 

RUY BLAS (trascinandosi ai suoi piedi)

Grazia!

 

DON SALLUSTIO

Non perdiamoci in chiacchiere, signore. (Si dirige alla finestra) Scommettiamo che avete chiuso male la finestra. C’è un vento! (Si avvicina e chiude le imposte)

 

RUY BLAS (alzandosi)

Ah, è troppo! Adesso sono il duca d’Olmedo, un ministro plenipotenziario, e rialzo la fronte sotto il piede che mi schiaccia!

 

DON SALLUSTIO

Come avete detto? Ripetete, prego. Ruy Blas duca d’Olmedo? Avete una benda sugli occhi. Duca d’Olmedo è stato fatto Bazan, non voi.

 

RUY BLAS

Vi faccio arrestare.

 

DON SALLUSTIO

Rivelerò la vostra identità.

 

RUY BLAS (esasperato)

Ma…

 

DON SALLUSTIO

Volete denunciarmi? Ho messo a repentaglio la mia e la vostra testa, ho previsto tutto. Quest’aria trionfale è prematura!

 

RUY BLAS

Negherò tutto!

 

DON SALLUSTIO

Andiamo, non siate così ingenuo!

 

RUY BLAS

Non avete prove!

 

DON SALLUSTIO

E voi non avete buona memoria. Io mantengo sempre fede a quello che dico, potete starne certo. Non siete che il guanto, la mano sono io! (Sottovoce, avvicinandosi a Ruy Blas) Se non obbedirai, se domani non ti troverò a casa tua ad eseguire esattamente i miei ordini, se ti lasci sfuggire una sola parola di quello che accade, se i tuoi sguardi, le tue azioni ti tradiscono… colei che tanto ti sta a cuore, per cominciare, sarà pubblicamente diffamata e uscirà annientata dal resoconto dei vostri rapporti, che farò pervenire ovunque.