Adesso i lupi si travestono da santi apostoli per far la guerra ad altri lupi? Aprite gli occhi per voi, ma chiudeteli per gli altri. Ciascuno per sé.
RUY BLAS (rassicurandosi un poco)
Tuttavia, signore, permettetemi, monsignor di Priego, nella sua qualità di nobile, ha il torto di aggravare il debito della Spagna. Attualmente dobbiamo approntare un esercito in assetto di guerra: ne abbiamo l’obbligo, anche se non ne abbiamo la possibilità. L’erede bavarese sta per morire. Proprio ieri, il conte d’Harrach, che certo conoscete, me l’ha comunicato in nome dell’imperatore, suo sovrano. Se l’arciduca vuole sostenere i suoi diritti, sarà la guerra…
DON SALLUSTIO
Tira un vento gelido. Volete chiudere la finestra, per favore?
Ruy Blas, pallido di vergogna e disperazione, esita un attimo. Poi, con uno sforzo, s’incammina, chiude la finestra e torna da Don Sallustio che, sprofondato in poltrona, lo segue con gli occhi ostentando indifferenza.
RUY BLAS (ricomincia a parlare e tenta di convincere Don Sallustio)
Se vi rendeste conto dei problemi che comporta una guerra! Cosa possiamo fare senza denaro? Eccellenza, ascoltate. La salvezza della Spagna riposa nella nostra integrità. Per quanto mi riguarda, ho mandato a dire all’Imperatore, come se fossimo pronti ad attaccarlo, che avrei saputo tenergli testa…
DON SALLUSTIO (interrompendo Ruy Blas e mostrandogli il fazzoletto che ha lasciato cadere entrando)
Scusate! Volete raccogliere il fazzoletto?
Ruy Blas, come se fosse atrocemente torturato, esita un attimo. Poi si china a raccogliere il fazzoletto e lo porge a Don Sallustio che se lo rimette in tasca.
Dicevate?
RUY BLAS (con sforzo)
Parlavo della salvezza della Spagna! Sì la Spagna prostrata e l’interesse pubblico esigono che ci dimentichiamo di noi stessi. Ah! Ma ogni nazione è pronta a benedire i suoi liberatori! Salviamo questo popolo! Abbiamo il coraggio di essere grandi, colpiamo senza pietà! Sbarazziamoci degli oscuri intrighi, smascheriamo i colpevoli!
DON SALLUSTIO (freddamente)
Prima di tutto, le vostre maniere sono discutibili. Rischiate di apparire pedante, non è più di moda il piccolo genio che denuncia con astio ogni abuso e ne approfitta per fare del chiasso! Per un solo milione, che d’altronde ormai è stato speso, non è il caso di abbandonarsi a urla disumane! Mio caro, i grandi signori non somigliano ai vostri pezzenti. Sono abituati a vivere con larghezza. Vi parlo senza perifrasi. Che bell’aspetto ha chi si prende la briga di raddrizzare i torti, sempre gonfio d’orgoglio, reso paonazzo dall’ira! Bah! Sembra che vi piaccia il ruolo del capitano del popolo, idolo dei borghesi e dei venditori ambulanti. Mi fate pena. Concedetevi, almeno, qualche capriccio inedito. L’interesse pubblico? Pensate prima al vostro. La salvezza della Spagna è solo una parola vana di cui molti altri abuseranno urlandola al vento come e meglio di voi! La popolarità? È l’espressione più volgare della gloria. Montare la guardia, come un botolo che latra, attorno alle gabelle? Che bel mestiere! Conosco degli atteggiamenti più eleganti. La virtù? La fede? L’onestà? Non sono oro ma princisbecco, già consunto ai tempi di Carlo V. Voi non siete uno sciocco: dovremo guarirvi da questo eccessivo patetismo? Succhiavate ancora il latte quando noi, allegramente, servendoci di uno spillo o dei nostri calci robusti, avevamo già fatto scoppiare il vostro pallone tra risate di scherno, liberandoci del vento che gonfia a dismisura le vostre vane pretese!
RUY BLAS
Eppure, monsignore…
DON SALLUSTIO (con un sorriso gelido)
Non cessate di stupirmi! Ma adesso occupiamoci di cose serie. (Con un tono secco, imperioso) Domani mi aspetterete, tutta la mattina, a casa vostra, nella dimora che vi ho lasciato in custodia. I miei affari stanno avviandosi a buon fine. Al nostro servizio terrete solo i muti. Fate sostare in giardino, nascosta nel folto, una carrozza pronta a partire da un momento all’altro. Mi occuperò io dei cambi dei cavalli. Eseguite gli ordini. Se vi occorre denaro, procurerò di inviarvelo.
RUY BLAS
Obbedirò, signore.
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