Andremo insieme a trovarlo.

- Oh no!… - disse ella.

Tratti i dadi, in piena battaglia, ella si sentiva ben libera e ben viva. Quel “no” le parve sulle proprie labbra dolce e amaro come un primo bacio. Era la sua prima sfida.

- Come sarebbe? - tuonò il galantuomo.

- Andiamo, Antonio! - disse la mamma Malorthy, - ma lasciaci il tempo di respirare!

Che vuoi che possa dire al tuo deputato questa creaturina?

- La verità, corpo di bacco! - esclamò Malorthy. - Prima di tutto il mio deputato è un medico; e una. Se il ragazzo nasce fuori del matrimonio noi potremo avere una sua parola per un istituto di Amiens, e fa due. E poi un medico è l’istruzione, la scienza…

non è un uomo. Il medico è il curato del repubblicano. E poi, mi fate ridere, voialtre, coi vostri segreti! Credi che il Marchese sia il primo a parlare? La ragazza era ancora minorenne, al momento; potrebbe essere un argomento da portarci chi sa dove! E ce lo porteremo, in Corte d’Assise, sacrabacco! C’è poco da darsi tutte quelle arie, c’è poco da prenderci per imbecilli, c’è poco da negar l’evidenza! Ti mentono come si respira! Questo Marchese in pantofole!

Disgraziata! Non sai che è arrivato a metter le mani addosso a tuo padre?

Questa nuova bugia egli non l’aveva premeditata: non era che un tratto di eloquenza che, del resto, non arrivò neanche a segno. Il cuore della ragazza ribelle batté più forte, non tanto per il pensiero dell’oltraggio fatto al suo signor padre, quanto per l’immagine intravista del suo eroe nella magnificenza della sua collera. La sua mano: quella mano tremenda! E con perfido sguardo ne cercava i segni sulla guancia paterna.

- Lascia fare un momento a me, - disse allora la vecchia Malorthy, - lascia che io le parli.

Prese tra le mani il capo della figliola.

- Povera scioccherella, - disse, - a chi vuoi confessare la verità, se non a tuo padre e a tua madre? Quando io ho avuto sentore della cosa, era già troppo tardi: ma poi!

Adesso lo sai a che valgono le promesse degli uomini? Tutti bugiardi, Germana! La signorina Malorthy, peuh! mai conosciuta! E tu non avrai il coraggio di fargli ringoiare la sua menzogna? Tu lascerai credere che ti sei data a un buono a niente, a un’anima servile, a un fanfaluco? Via, confessalo!

Ti ha fatto promettere di non dir nulla: ma non ti sposerà, figlia mia! Vuoi che te lo dica io? Il suo notaio di Montreuil ha già l’ordine di vendere la fattoria di Charmettes, mulino e ogni cosa; il castello farà la stessa fine: una di queste mattine, piazza pulita!

Più nessuno. E per te gli sberleffi del primo che capita. Ma, insomma, rispondi, testa di legno! - esclamò.

“Più nessuno!”. Di tutto quello che avevan detto non ritenne che queste parole. Sola, abbandonata, spodestata, ripiombata giù. Sola nel brago, come tutte… e pentita. Quale cosa più tremenda, al mondo, della solitudine e della noia? di questa casa senza gaiezza?

Allora, giungendo le mani sul cuore, istintivamente ella si cercò i seni giovinetti, il piccolo petto profondo, già ferito. Vi compresse le dita sotto la stoffa leggera, finché una nuova certezza le fiorì dal suo dolore, con un grido dell’istinto: - Mamma!

Mamma! Meglio morire!

- Basta! - disse Malorthy - tu sceglierai tra noi e lui. Quant’è vero che mi chiamo Antonio, ti do ancora un giorno… Comprendi bene, cattiva creatura! nemmeno un’ora di più.

Tra se stessa e il suo amante ella vedeva quest’omaccione infuriato, lo scandalo irreparabile, l’affare concluso, richiusa la sola porta sull’avvenire e sulla gioia. Certo, aveva promesso di tacere, ma questa era anche la sua salvaguardia… Quell’omaccione lì, che adesso odiava…

- No! No! - diss’ella di nuovo.

- O Dio Signore, è matta! - gemeva la mamma Malorthy alzando le braccia al cielo, -

è matta da legare!

- Ma certo che mi farete ammattire, - riprese Germana, piangendo più forte. - Perché volete anche farmi del male, dopo tutto il resto?

Decidete di me come vorrete, battetemi, mandatemi via, mi ucciderò.