Non gli venne mai in mente di dire se quel nome gli piaceva.
Poi i vecchi morirono.
Il gran giorno del matrimonio di Mac Whirr giunse al tempo dovuto, seguendo da vicino il gran giorno in cui ottenne il primo comando.
Tutti questi avvenimenti erano accaduti molti anni prima di una certa mattina, quando, in piedi nella camera di navigazione del vapore Nan- Shan, Mac Whirr considerava l’abbassamento di un barometro di cui non aveva alcuna ragione di diffidare.
L’abbassamento — data la bontà dell’istrumento, la stagione dell’anno e la posizione della nave sulla superficie del globo — era certo di cattivo augurio, ma il volto rosso dell’uomo non manifestava alcun segno di turbamento interno.
I presagi non esistevano per lui, e il significato di una profezia non gli appariva se non dopo che l’avvenimento l’aveva sorpreso.
«Nessun dubbio: abbiamo una depressione atmosferica —
pensava. — Deve esservi laggiù un tempaccio poco comune».
Il Nan-Shan, proveniente dal Sud, faceva rotta verso il porto commerciale di Fu-ceu con un carico nella stiva e duecento coolies cinesi, che rimpatriavano nei villaggi della provincia di Fokian, dopo vari anni di lavoro, in diverse colonie dei tropici.
La mattinata era bella; il mare, unito come olio, si sollevava e si abbassava lentamente, e nel cielo vi era un velo strano di un bianco nebbioso, simile ad un alone di sole. Il castello di prua, dove si ammucchiavano i cinesi, era pieno di abiti scuri, di facce gialle, di codini, in mezzo ai quali luccicavano numerose spalle nude; perché non c’era vento e il caldo era addirittura soffocante.
I coolies andavano attorno pigramente, discorrevano, fumavano o guardavano con aria cupa il mare. Alcuni attingevano l’acqua lungo i fianchi della nave, e si facevano la doccia scambievolmente; altri dormivano sulla tolda; altri ancora, a piccoli gruppi di sei, erano seduti sui talloni, intorno a vassoi di ferro, carichi di piatti di riso e di minuscole tazzine da tè. Ciascuno di quei gialli, senza eccezione, portava con sé tutto quel che possedeva al mondo: una cassetta con gli angoli di ottone chiusa con un lucchetto, che conteneva qualche abito di cerimonia, bastoncini di incenso, un po’ d’oppio, forse, e qualche altro vecchiume senza nome e senza valore, oltre ad un gruzzoletto di dollari d’argento, guadagnati penosamente sulle chiatte da carbone, nelle case da giuoco, nel piccolo commercio, strappati con pena alla terra, acquistati col sudore della fronte nelle miniere, sulle ferrovie, nella giungla micidiale, o sotto la soma di pesanti carichi, pazientemente racimolati, custoditi con cura, amati con ferocia.
Una lunga ondata trasversale, proveniente dalla direzione dello stretto di Formosa, si era sollevata verso le dieci, senza disturbar troppo quei passeggeri, perché il Nan-Shan, con la sua chiglia piatta, i fianchi solidi, e la gran larghezza fra le murate, meritava la riputazione che aveva di tenere eccezionalmente bene il mare. Jukes, nei momenti di espansione, a terra, proclamava rumorosamente che «la vecchia compagna era buona quanto bella». Non sarebbe mai venuto in mente al capitano Mac Whirr di esprimere la propria opinione, per quanto favorevole fosse, a voce così alta o in termini così fantasiosi. Il Nan-Shan era incontestabilmente un buon vapore, e quasi nuovo. Era stato costruito a Dumbarton, meno di tre anni prima, per conto della casa commerciale Sigg e Figli, del Siam. Quando fu varato, rifinito nei minimi particolari, e pronto a intraprendere il lavoro di tutta la sua vita, i costruttori si misero a contemplarlo con orgoglio.
— Sigg ci ha chiesto un capitano di fiducia — rammentò uno dei soci; e l’altro dopo aver riflettuto disse:
— Mi pare che Mac Whirr sia a terra in questo momento.
— «Credete? Allora telegrafategli subito. È l’uomo che ci occorre — dichiarò il più vecchio, senza un attimo di esitazione.
Il mattino seguente Mac Whirr era davanti a loro, imperturbabile come sempre; aveva lasciato Londra col diretto di mezzanotte, dopo rapidi addii alla moglie.
—Non sarebbe male che andassimo a ispezionare insieme la nave, capitano - disse il più vecchio dei due soci.
E i tre uomini si misero in cammino per esaminare le perfezioni del Nan-Shan dalla ruota di prua alla poppa, e dalla carlinga ai pomi dei due alberi tozzi.
Il capitano Mac Whirr aveva cominciato col togliersi il soprabito, che sospese all’estremità di un piccolo argano a vapore, sintesi dei più moderni perfezionamenti.
— Mao zio ha scritto ieri per raccomandarvi ai nostri buoni amici (i signori Sigg, sapete bene) ed essi vi lasceranno senza dubbio il comando — disse il più giovane dei soci. —
Potrete vantarvi di comandare il più solido dei vapori che navigano sulle coste della Cina, capitano — aggiunse.
— Credete?… Grazie mille — barbugliò confusamente Mac Whirr.
1 comment