Bene, ti servo subito. Ma lascia ora che provveda io a garantire, come meglio posso, la mia pelle. Dici che Gigi Venanzi non accetterà? E come lo sai? La moglie, un po' sconcertata alla domanda, abbassò gli occhi. - Lo... lo suppongo... - Ah, - fece Memmo, asciugandosi la faccia - lo supponiii... Vedrai che accetterà! Vuoi che si tiri indietro per me, giusto per me, quando presta a tutti i suoi uffici cavallereschi? Non passa un mese, perdio, che non si trovi in mezzo a due o tre duelli, padrino di professione! Ma sarebbe da ridere! Che direbbe la gente, che lo sa tanto amico mio, e tanto pratico di queste cose, se mi rivolgessi ad altri? La moglie, brancicando la borsetta con le dita irrequiete, dopo essersi un tratto morsicchiato il labbro, scattò, levandosi in piedi. - E io ti dico che non accetterà. Memmo scoprì di tra lo sparato della camicia, nell'infilarsela, il faccione ridente e disse, fissando acutamente la moglie: - Me ne deve dire la ragione... E non può! Dico, non può averne, via! Lasciami, lasciami vestire... Vestito, domandò con un certo risolino timido: - Scusa, hai visto per caso, entrando, se fuori della porta c'era il fiaschetto del latte? S'aspettava un nuovo prorompimento d'ira a quella domanda, e insaccò il capo nelle spalle e levò le mani in atto di parare: - Zitta, zitta... vado, corro... E uscì insieme con la moglie, per recarsi in casa di Gigi Venanzi. Lo trovò fortunatamente per istrada, a pochi passi dalla sua abitazione. Scorgendogli in viso un'improvvisa alterazione di rabbioso dispetto, Memmo Viola comprese che l'amico era uscito così presto di casa, perché si aspettava la sua visita. Gli si parò davanti, sorridendo e gli disse: - Cristina mi manda da te. Andiamo sù. La cosa è grave. Gigi Venanzi gli piantò in faccia gli occhi torbidi e gli domandò: - Che c'è? - Oh, non facciamo storie - esclamò Memmo. - Ti leggo in faccia che lo sai. Dunque non mi far parlare. Sono sfinito; casco a pezzi. E' venuta a svegliarmi come una furia nel meglio del sonno, e non m'ha dato neanche il tempo di prendere un po' di latte e caffè. Appena risalito in casa, Gigi Venanzi si voltò come un cane idrofobo a Memmo e gli gridò: - Ma lo sai chi è Miglioriti? Memmo lo guardò balordamente: - Miglioriti? No... Che c'entra Miglioriti? Ah... è forse... aspetta! Non l'ho neanche guardato. Ficcò due dita nel taschino del panciotto e ne trasse, tutto gualcito, il biglietto da visita che gli aveva dato la moglie: - Ah, già... Miglioriti - disse, leggendo. - ALDO MIGLIORITI DEI MARCHESI DI SAN FILIPPO.