Memmo Viola litigava con la vecchia serva a cui mancavano tre soldi nel conto della spesa. E le diceva: - Cara mia, se tu mi metti nel conto: RUBATI, SOLDI 8, O SOLDI 10, io tiro pacificamente la somma, e non ne parlo più. Ma questi tre soldi, così, non te l'abbono. Vorrei sapere che gusto ci provi, tentare di pigliare in giro uno come me, che ha capito così bene il giuoco... Parlo bene, Gigi? Costernatissimo, esasperato, stanco morto, Gigi Venanzi stava a mirarlo con tanto d'occhi. La calma di quell'uomo, alla vigilia di battersi alla spada, nientemeno che con Aldo Miglioriti, era stupefacente. E il suo stupore crebbe, quando, enunciategli le condizioni gravissime del duello, volute e imposte anche dal Miglioriti, vide che quella calma non s'alterava per niente. - Hai capito? - gli domandò. - Eh, - fece Memmo. - Come no? Domattina alle sette. Ho capito. Va benissimo. - Io sarò qui, bada, alle sei e un quarto. Basterà, - avvertì il Venanzi. - Con l'automobile si farà presto. Ho preso per medico Nofri. Non andar tardi a letto, e procura di dormire, eh? - Sta' tranquillo, - disse Memmo. - Dormirò. E tenne la parola. Alle sei e un quarto, quando venne Gigi Venanzi a bussare alla porta, dormiva ancora profondissimamente. Venanzi bussò, due, tre, quattro volte; alla fine Memmo Viola, nelle stesse condizioni in cui la mattina avanti era andato ad aprire alla moglie, cioè in camicia e con le brache in mano, venne ad aprire all'amico. Venanzi, a quell'apparizione, restò di sasso. - Ancora così? Memmo finse una grande meraviglia. - E perché? - gli domandò. - Ma come? - inveì Gigi Venanzi. - Tu ti devi battere! Ci sono giù Spiga e Nofri... Che scherzo è questo? - Scherzo? Mi devo battere? - rispose placidissimamente Memmo Viola. - Ma scherzerai tu, caro! Io ti ho detto che a me tocca di far la parte mia, e a te la tua. Sono il marito e ho sfidato; ma quanto a battermi, abbi pazienza, non tocca più a me, caro Gigi, da un pezzo: tocca a te... Siamo giusti! Gigi Venanzi si sentì sprofondare la terra sotto i piedi, seccare il sangue nelle vene; vide giallo, vide rosso; afferrò Memmo per il petto, gli scagliò, gli sputò in faccia le ingiurie più sanguinose; Memmo lo lasciò fare, ridendo.
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