Del resto, caro mio, tutte sciocchezze. Inutile parlarne! Cristina vuole lavato l'oltraggio, e non se n'esce. Perderei la libertà; e invece, con questa occasione, io me la voglio guadagnare intera. Vedrai che ci riuscirò. Va', va'; pensa a tutto, tu che te n'intendi. Io ti aspetto a casa. Sto leggendo un bel libro sai? su i Massimi Problemi. Tu non ci hai mai pensato; ma il problema dell'oltretomba è formidabile, Gigi! No, scusa, scusa... perché... senti questo: l'Essere, caro mio, per uscire dalla sua astrazione e determinarsi ha bisogno dell'Accadere. E che vuol dire questo? dammi una sigaretta. Vuol dire che... - grazie - vuol dire che l'Accadere, poiché l'Essere è eterno, sarà eterno anch'esso. Ora un accadere eterno, cioè senza fine, vuol dire anche senza UN fine, capisci? un accadere che non conclude, dunque, che non può concludere, che non concluderà mai nulla. E' una bella consolazione. Dammi un fiammifero. Tutti i dolori, tutte le fatiche, tutte le lotte, le imprese, le scoperte, le invenzioni... - Sai? - disse Gigi Venanzi, che non aveva udito nulla di tutta quella tiritera. - Forse Nino Spiga... - Ma sì, Nino Spiga o un altro, prendi chi ti pare, - gli rispose Memmo. - E per il medico, sceglilo tu, caro, di tua fiducia. Oh, se hai bisogno... E accennò di prendere il portafogli. Gigi Venanzi gli arrestò la mano. - Poi... poi... - Perché ho sentito dire, - concluse Memmo - che per farsi bucare con tutte le regole cavalleresche ci vogliono dei bei quattrini. Basta, poi mi farai il conto. Addio, eh? Mi trovi in casa. Lo trovò in casa, difatti, Gigi Venanzi, quella sera, ma sotto un aspetto che non si sarebbe mai immaginato.