– Vuole del cognac? – domandò Annetta senza guardarlo.
– No! – e non volle dire di più, ma un inchino involontario rese cortese anche questo monosillabo.
Macario gli diresse più di spesso la parola e Alfonso pensò ch’era stato colpito dallo strano contegno d’Annetta e che volesse indennizzarlo con le sue attenzioni. A Macario Alfonso rispose con maggiore tranquillità ma anche a monosillabi.
– Suona qualche strumento?
– No!
Macario gliene fece i complimenti; nulla di più terribile di uno strimpellatore dilettante.
– Cantare, meno male, come mia cugina. Non capisce tutto quello che canta, ma ha la voce aggradevole e piace. Piace persino a me; il mio entusiasmo di poco fa era sincero.
Annetta ringraziò con ironia, si capiva però ch’era offesa del rimprovero più di quanto volesse lasciare trasparire e lo capì anche Alfonso che ne ebbe un senso di profonda soddisfazione; anch’essa andava ora cercando senza trovarla una risposta per ferire o per difendersi.
Per qualche tempo ella aveva parlato scherzosamente, ma poiché Macario continuava a farle dei complimenti sulla sua bellezza e sulla sua grazia ma non recedeva da quanto aveva detto, ella aveva finito col dimostrare più apertamente la sua stizza. Col volto serio e persino alquanto più pallido gridò:
– Dimmi qualche cosa di più preciso; dove ho sbagliato? Per criticare –
e voleva essere pungente, – non basta mica deridere.
Macario si mise a ridere così di gusto che Alfonso lo invidiò.
– Ci tieni tanto alla tua fama di artista? Perdonami l’osservazione, la ritiro!
Alfonso si alzò per primo. Francesca si levò in piedi anch’essa e lo incaricò di salutare la signora Carolina. Annetta rimase seduta a discutere col cugino. Costui però si alzò deciso anche lui di andarsene e gridò ad Alfonso: Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 32
ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli Italo Svevo Una vita IV
Q
– Se mi attende vengo con lei.
Lusingato, Alfonso attese.
Macario, sempre molto allegro, stringendole la mano, disse ad Annetta:
– Un’altra volta, cara cugina, non dubitarne, preciserò le mie critiche!
In tono scherzoso ma superbamente, Annetta rispose:
– Non me ne importa; se c’è da correggersi, troverò il modo di correg-germi da sola.
Ella porse la mano anche ad Alfonso; le due mani si toccarono ambedue inerti e ricaddero. Vedendola impallidire, Alfonso fu spaventato, ma dopo si sentì soddisfatto di aver trovato il modo di dimostrare anche lui la sua indifferenza.
Sulla via i due uomini si fermarono.
– Ella va per di là? – chiese Macario accennando verso il mare.
– No, – rispose Alfonso, – veramente verso il Corso.
– Mi faccia il piacere di accompagnarmi per un pezzetto.
Si abbottonava lentamente la pelliccia mentre Alfonso con un brivido cacciava le mani nelle tasche del suo cappottuccio. Senz’attendere risposta al suo invito, Macario si diresse lentamente verso la riva.
– Ella vede mia cugina per la prima volta? – e udita la risposta afferma-tiva di Alfonso: – e per l’ultima, eh? – chiese con un risolino che nell’oscurità suppliva perfettamente al suo gesto abituale.
Alfonso credette di dar prova di grande coraggio rispondendo con franchezza:
– Sì! lo spero!
– Ma non vale la pena di adirarsi per capricci di donne; mia cugina è una sciocca.
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