– Non mi pare! – rispose Alfonso con voce commossa.

Era chiaro che a Macario importava di diminuire in Alfonso la cattiva impressione prodotta in lui dal contegno di Annetta.

– Sa perché è stato trattato con tanta freddezza? Un impiegato di mio zio, non appena presentato, s’è messo a fare la corte ad Annetta. Pare che si sia anche vantato di venire corrisposto, così che mio zio lo riseppe e si divertì per qualche tempo a deridere la figliuola. Non era uno sciocco quell’impiegato, un moretto dai capelli corti e crespi. Annetta non ne volle più sapere d’impiegati, perché ella procede sempre per massime generali.

Erano giunti alla riva. Dal mare agitato giungeva il romore delle onde Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 33

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che si frangevano sulla diga. Nell’oscurità della notte senza luna, al di là dei bastimenti schierati alla riva, il mare sembrava un vuoto enorme, nero. Soltanto il raggio mobile del faro si rifletteva sull’acqua e ne svelava la superficie.

Macario trascinò seco Alfonso a destra, verso la stazione.

– Avrei preferito di non venir invitato. Del resto sia certo che non mi lagnerò con nessuno.

Gli era venuto il sospetto che Macario volesse questa promessa.

Macario si mise a ridere:

– Oh! in quanto a me, può raccontarlo a tutti. Crede davvero ch’io ami tanto i miei cari parenti? Non ha visto con quanto piacere feci adirare la cuginetta? Che vanerella, eh!

Poi evidentemente non pensava più al contegno di Annetta con Alfonso.

Parlava per proprio conto e alquanto agitato.

– Come poteva io lodarla dopo averla udita poco prima filare le note di quella canzone da Gavroche come se fossero state di una romanza di Tosti! Di qui a qualche tempo potrò mentire perché allora non rammenterò più quelle note e soltanto la magnifica figura agitata dalla stanchezza. Non trova che di solito la faccia di mia cugina non è abbastanza vivace? Ecco! Come Napole-one aveva il pieno possesso delle sue facoltà mentali soltanto sul campo di battaglia, così mia cugina non è bella perfettamente che quand’è agitata! Ma è difficile agitarla.

Alla luce di un fanale Alfonso vide che mancava il gesto abituale.

Con la sua semplicità da contadino gli chiese se realmente non volesse bene a sua cugina.

– In quanto ad amarla… – si fermò volendo far mostra d’essere pentito dello scherzo e con voce profonda e seria continuò: – Amo le ragazze che sono fatte altrimenti. Mia cugina non è una ragazza, è una donna e anzi di più… – e fece un breve risolino; – una cara donna però, bella, dotta troppo, tanto che di spesso appare di non essere educata. Conosce matematica, conosce filosofia, legge con predilezione libri seri, e di questo non sarebbe troppo da meravigliarsi, ma li comprende, parola di onore, li comprende! Con la sua solita scrupolosa esattezza saprebbe ridirne il contenuto. Però artista non sarà giammai… forse in qualche istante di forte ebollizione del sangue… – e con le mani fece dei gesti vivaci tanto che avrebbero fatto supporre ch’egli volesse parlare di rivoluzione. – E’ figliuola di suo padre, non di sua madre ch’era Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 34

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un’ignorante, dal cervello debole, ma graziosa, sempre simpatica anche quando diceva sciocchezze.