Nell’affabilità non vi è alcun odio per gli uomini, ma appunto per questo fin troppo disprezzo verso di loro.

94. Maturità dell’uomo: significa aver ritrovato la serietà che da fanciulli si metteva nei giuochi.

95. Vergognarsi della propria immoralità: è un gradino della scala, al termine della quale ci si vergognerà anche della propria moralità.

96. Bisogna congedarsi dalla vita come Odisseo da Nausicaa -

piuttosto benedicendola che restando innamorati di essa.

97. Come? Un grand’uomo? Ma io non vedo che un commediante del suo proprio ideale.

98. Quando si ammaestra la propria coscienza, essa ci bacia nel tempo stesso in cui ci morde.

99. Parla il deluso. «Ho teso l’orecchio per udire l’eco e ho sentito soltanto lodi -».

100. Dinanzi a noi stessi ci atteggiamo tutti in maniera più semplicistica di quanto non siamo realmente: così ci riposiamo dei nostri simili.

101. Oggi un uomo della conoscenza desidererebbe volentieri sentirsi l’imbestiamento di un dio.

102. Scoprire di essere ricambiato dovrebbe veramente disilludere l’amante sul conto della creatura amata. «Come? Sarebbe dunque

“essa” tanto modesta da amare perfino te? O tanto stupida? Oppure

- oppure -».

103. Pericolo della felicità. - «Ora tutto mi va nel migliore dei modi, amo ormai ogni destino - chi ha voglia di essere il mio destino?».

104. Non già il loro amore per il prossimo, bensì l’impotenza del loro amore per il prossimo impedisce agli attuali cristiani di metterci… sul rogo.

105. Per il libero spirito, per il «devoto della conoscenza» - è cosa ripugnante al suo gusto (alla “sua” «devozione») la “pia fraus” ancor più che l‘“impia fraus”. Di qui la sua profonda incomprensione nei riguardi della Chiesa, ritenuta, poiché egli appartiene al tipo «spirito libero», - la “sua” non libertà.

106.