Da antiche novelle fiorentine, e inoltre dalla vita: “buona femmina e mala femmina vuol bastone”. Sacchetti, Nov. 86.

148. Sedurre il prossimo a una buona opinione, eppoi credere con fiducia a quest’opinione del prossimo: chi è pari alle donne in un tiro come questo?

149. Quel che un’epoca sente come male, è di solito un contraccolpo inattuale di ciò che una volta fu sentito come bene -

l’atavismo di un più antico ideale.

150. Intorno all’eroe tutto diventa tragedia, intorno al semidio tutto diventa dramma satiresco; e intorno a Dio tutto diventa -

che cosa? «mondo», forse?

151. Avere un talento non basta: se ne deve avere anche il permesso da parte vostra - come? amici miei?

152. «Dove sta l’albero della conoscenza, c’è sempre il paradiso»: così dicono i più vecchi e i più giovani serpenti.

153. Quel che si fa per amore, è sempre al di là del bene e del male.

154. L’obiezione, il saltare di lato, la gaia diffidenza, il piacere della beffa sono segni di salute: tutto ciò che è assoluto appartiene alla patologia.

155. Il senso del tragico aumenta e diminuisce con la sensualità.

156. La follia è nei singoli qualcosa di raro - ma nei gruppi, nei partiti, nei popoli, nelle epoche è la regola.

157. Il pensiero del suicidio è un energico mezzo di conforto: con esso si arriva a capo di molte cattive notti.

158. Al nostro istinto più forte, al nostro interno tiranno, si assoggetta non solo la nostra ragione, ma anche la nostra coscienza.

159. Si “deve” dare il contraccambio, nel bene come nel male: ma perché proprio alla persona che ci fece del bene o del male?

160. Non si ama più abbastanza la propria conoscenza, appena la si comunica.

161. I poeti non hanno pudore verso le loro esperienze intime: le sfruttano.

162. «Il nostro prossimo non è il nostro vicino, ma il vicino del vicino» - così pensa ogni popolo.

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