Aminta

Torquato Tasso

Aminta

Op. Grande biblioteca della letteratura italiana ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli Edizioni di riferimento elettroniche

Liz, Letteratura Italiana Zanichelli a stampa

Torquato Tasso, Aminta, a cura di M. Guglielminetti, in T.T., “Teatro”, Milano, Garzanti, 1985 [testo Sozzi, Torino, 1974]

Design

Graphiti, Firenze

Impaginazione

Thèsis, Firenze-Milano

Torquato Tasso Aminta

Q

Sommario

Interlocutori ……………………………………………. 5

Atto terzo ……………………………………………… 41

Scena prima ……………………………………………. 41

Prologo …………………………………………………… 6

Scena seconda …………………………………………. 45

Atto primo ………………………………………………. 9

Atto quarto ……………………………………………. 50

Scena prima ……………………………………………… 9

Scena prima ……………………………………………. 50

Scena seconda …………………………………………. 16

Scena seconda …………………………………………. 54

Atto secondo ………………………………………….. 27

Atto quinto ……………………………………………. 61

Scena prima ……………………………………………. 27

Scena prima ……………………………………………. 61

Scena seconda …………………………………………. 29

Scena terza ……………………………………………… 36

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ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli Torquato Tasso Aminta

Q

Interlocutori

Amore, in abito pastorale; Dafne, compagna di Silvia; Silvia, amata da Aminta; Aminta, innamorato di Silvia; Tirsi, compagno d’Aminta; Satiro, innamorato di Silvia; Nerina, messaggera; Ergasto, nunzio;

Elpino, pastore;

Coro di pastori.

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ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli Torquato Tasso Aminta Prologo Q

Prologo

Amore

Chi crederia che sotto umane forme e sotto queste pastorali spoglie fosse nascosto un Dio? non mica un Dio selvaggio, o de la plebe de gli Dei, 5

ma tra’ grandi e celesti il più potente, che fa spesso cader di mano a Marte la sanguinosa spada, ed a Nettuno scotitor de la terra il gran tridente, ed i folgori eterni al sommo Giove.

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In questo aspetto, certo, e in questi panni non riconoscerà sì di leggiero Venere madre me suo figlio Amore.

Io da lei son constretto di fuggire e celarmi da lei, perch’ella vuole 15

ch’io di me stesso e de le mie saette faccia a suo senno; e, qual femina, e quale vana ed ambiziosa, mi rispinge pur tra le corti e tra corone e scettri, e quivi vuol che impieghi ogni mia prova, 20

e solo al volgo de’ ministri miei, miei minori fratelli, ella consente l’albergar tra le selve ed oprar l’armi ne’ rozzi petti. Io, che non son fanciullo, se ben ho volto fanciullesco ed atti, 25

voglio dispor di me come a me piace; ch’a me fu, non a lei, concessa in sorte la face onnipotente, e l’arco d’oro.

Però spesso celandomi, e fuggendo l’imperio no, che in me non ha, ma i preghi, 30

c’han forza porti da importuna madre, ricovero ne’ boschi, e ne le case de le genti minute; ella mi segue, dar promettendo, a chi m’insegna a lei, o dolci baci, o cosa altra più cara: 35

quasi io di dare in cambio non sia buono, a chi mi tace, o mi nasconde a lei, o dolci baci, o cosa altra più cara.

Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 6

ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli Torquato Tasso Aminta Prologo Q

Questo io so certo almen: che i baci miei saran sempre più cari a le fanciulle, 40

se io, che son l’Amor, d’amor m’intendo; onde sovente ella mi cerca in vano, che rivelarmi altri non vuole, e tace.

Ma per istarne anco più occulto, ond’ella ritrovar non mi possa ai contrasegni, 45

deposto ho l’ali, la faretra e l’arco.