Dafne
Onde nasce il tuo odio?
Silvia
Dal suo amore.
Dafne
Piacevol padre di figlio crudele.
Ma quando mai dai mansueti agnelli Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 11
ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli Torquato Tasso Aminta
Atto primo Q
110
nacquer le tigri? o dai bei cigni i corvi?
O me inganni, o te stessa.
Silvia
Odio il suo amore,
ch’odia la mia onestate, ed amai lui, mentr’ei volse di me quel ch’io voleva.
Dafne
Tu volevi il tuo peggio: egli a te brama quel ch’a sé brama.
Silvia
Dafne, o taci, o parla
d’altro, se vuoi risposta.
Dafne
Or guata modi!
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guata che dispettosa giovinetta!
Or rispondimi almen: s’altri t’amasse, gradiresti il suo amore in questa guisa?
Silvia
In questa guisa gradirei ciascuno insidiator di mia virginitate, 125
che tu dimandi amante, ed io nimico.
Dafne
Stimi dunque nemico
il monton de l’agnella?
de la giovenca il toro?
Stimi dunque nemico
130
il tortore a la fida tortorella?
Stimi dunque stagione
di nimicizia e d’ira
la dolce primavera,
ch’or allegra e ridente
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riconsiglia ad amare
il mondo e gli animali
e gli uomini e le donne? e non t’accorgi come tutte le cose
or sono innamorate
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d’un amor pien di gioia e di salute?
Mira là quel colombo
con che dolce susurro lusingando bacia la sua compagna.
Odi quell’usignuolo
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 12
ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli Torquato Tasso Aminta
Atto primo Q
145
che va di ramo in ramo
cantando: Io amo, io amo; e, se no ‘l sai, la biscia lascia il suo veleno e corre cupida al suo amatore;
van le tigri in amore;
150
ama il leon superbo; e tu sol, fiera più che tutte le fere,
albergo gli dineghi nel tuo petto.
Ma che dico leoni e tigri e serpi, che pur han sentimento? amano ancora 155
gli alberi. Veder puoi con quanto affetto e con quanti iterati abbracciamenti la vite s’avviticchia al suo marito; l’abete ama l’abete, il pino il pino, l’orno per l’orno e per la salce il salce 160
e l’un per l’altro faggio arde e sospira.
Quella quercia, che pare
sì ruvida e selvaggia,
sent’anch’ella il potere
de l’amoroso foco; e, se tu avessi 165
spirto e senso d’amore, intenderesti i suoi muti sospiri. Or tu da meno esser vuoi de le piante,
per non esser amante?
Cangia, cangia consiglio, 170
pazzarella che sei.
Silvia
Or su, quando i sospiri
udirò de le piante,
io son contenta allor d’esser amante.
Dafne
Tu prendi a gabbo i miei fidi consigli 175
e burli mie ragioni? O in amore sorda non men che sciocca! Ma va pure, che verrà tempo che ti pentirai non averli seguiti. E già non dico allor che fuggirai le fonti, ov’ora 180
spesso ti specchi e forse ti vagheggi, allor che fuggirai le fonti, solo Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 13
ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli Torquato Tasso Aminta
Atto primo Q
per tema di vederti crespa e brutta; questo averratti ben; ma non t’annuncio già questo solo, che, bench’è gran male, 185
è però mal commune. Or non rammenti ciò che l’altr’ieri Elpino raccontava, il saggio Elpino a la bella Licori, Licori ch’in Elpin puote con gli occhi quel ch’ei potere in lei dovria col canto, 190
se ‘l dovere in amor si ritrovasse?
E ‘l raccontava udendo Batto e Tirsi gran maestri d’amore, e ‘l raccontava ne l’antro de l’Aurora, ove su l’uscio è scritto: Lungi, ah lungi ite, profani.
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Diceva egli, e diceva che glie ‘l disse quel grande che cantò l’armi e gli amori, ch’a lui lasciò la fistola morendo, che là giù ne lo ‘nferno è un nero speco, là dove essala un fumo pien di puzza 200
da le triste fornaci d’Acheronte; e che quivi punite eternamente in tormenti di tenebre e di pianto son le femine ingrate e sconoscenti.
Quivi aspetta ch’albergo s’apparecchi 205
a la tua feritate;
e dritto è ben ch’il fumo tragga mai sempre il pianto da quegli occhi, onde trarlo giamai
non poté la pietate.
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Segui, segui tuo stile,
ostinata che sei.
Silvia
Ma che fe’ allor Licori? e com’ rispose a queste cose?
Dafne
Tu de’ fatti propri
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nulla ti curi, e vuoi saper gli altrui.
Con gli occhi gli rispose.
Silvia
Come risponder sol poté con gli occhi?
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 14
ACTA G.
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