L’uomo di mare è schietto, l’uomo di terra è sottile. Per il marinaio la vita non è un gioco che richiede acutezza, non è una complicata partita di scacchi dove poche sono le mosse dirette e allo scopo si arriva per vie traverse, un gioco obliquo, tedioso, arido, che non vale neppure la povera candela consumata per giocarlo.

Sì , come tali, i marinai sono per carattere una razza giovane. Perfino la loro aberrazione è contrassegnata dallo spirito giovanile, e questo è ancora più vero per i marinai dell’epoca di Billy. Anche allora alcuni fattori che si applicano a tutti i marinai agivano in modo più evidente sui giovani. Tutti i marinai, inoltre, sono abituati a obbedire agli ordini senza discuterli; la vita a bordo è determinata dal di fuori; non hanno con l’umanità quel commercio promiscuo dove l’agire libero, illimitato, su un piede di uguaglianza – un’uguaglianza almeno in superficie – presto insegna che, se in certe occasioni non si mostra una diffidenza vigile in proporzione alla franchezza esteriore, può capitarci qualche brutto scherzo. Una diffidenza sistematica e discreta è quindi abituale non tanto con gli uomini d’affari quanto con gli uomini che conoscono la propria razza in rapporti meno superficiali degli affari – cioè certi uomini di mondo, che se ne servono inconsciamente; e alcuni rimarrebbero stupiti al sentirsi accusare, come dato generale del loro carattere, di essere diffidenti.

 

 

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Ma dopo il piccolo incidente della mensa Billy Budd non si trovò più invischiato in quegli strani guai che gli erano toccati per l’amaca o la sacca o chissà che altro. Quanto al sorriso che di tanto in tanto lo illuminava, e la parola gentile lanciata passando, furono, se non più frequenti, più pronunciati di prima.

C’erano, in cambio, altre manifestazioni adesso. Quando capitava che lo sguardo inosservato di Claggart si posasse su Billy che, stretto nella sua cintura, girava sul ponte superiore di batteria nei momenti di sosta della seconda guardia, scambiando fuggevoli sfilze di battute con altri giovani che passeggiavano tra la folla, quello sguardo seguiva il lieto Iperione marino con un’espressione composta, riflessiva e malinconica, gli occhi stranamente soffusi di incipienti lacrime febbrili. In quei momenti Claggart sembrava l’uomo dei dolori. Sì, e a tratti l’espressione malinconica aveva un tocco di tenero struggimento, come se Claggart avesse potuto perfino amare Billy, se non fosse stato per una fatale impossibilità. Ma era un attimo fuggevole, cui succedeva, quasi se ne fosse subito rammaricato, per così dire, uno sguardo implacabile, che gli contraeva e raggrinziva il volto in un subitaneo aspetto di noce rugosa. Ma a volte scorgendo in anticipo il gabbiere che veniva nella sua direzione, egli, quando erano vicini, si scostava per farlo passare, indugiando su Billy per un attimo con lo scintillio di un sorriso beffardo degno di un Guisa. Ad ogni incontro improvviso e inaspettato balenava nei suoi occhi un lampo rosso simile alla scintilla che scaturisce dall’incudine in un’oscura fucina. Era una luce rapida, selvaggia, strana, dardeggiante da occhi che, quando erano in quiete, avevano un colore prossimo al viola intenso, la più dolce delle sfumature.

Sebbene non potessero sfuggire al destinatario, alcuni di questi oscuri capricci andavano tuttavia al di là della sua capacità di interpretazione. E i muscoli di Billy erano assai poco compatibili con quella specie di organizzazione spirituale della percezione, che in alcuni casi istintivamente avverte l’innocenza ignara della prossimità del maligno.

Pensava che a volte il maestro d’armi si comportasse in modo piuttosto bizzarro. Ecco tutto. Ma il tratto schietto e la parola gentile venivano presi per quello che erano in apparenza, in quanto il giovane marinaio non aveva mai sentito parlare dell’uomo “con il dolce sulle labbra”.

Sarebbe stato diverso e il suo sguardo avrebbe visto con maggior chiarezza, seppure non con maggiore acume, se il gabbiere avesse avuto la consapevolezza di aver fatto o detto qualcosa tale da provocare il malanimo dell’ufficiale.

Così come stavano le cose, l’innocenza lo accecava.

E lo stesso accadde in un’altra situazione. Due ufficiali inferiori, l’armiere e il cambusiere, con i quali Billy non aveva mai scambiato parola, perché la sua posizione nella nave non lo metteva in contatto con costoro, questi uomini cominciarono per la prima volta a gettare su Billy, quando per caso lo incontravano, quello sguardo particolare che mostra come l’osservatore sia stato prevenuto a danno dell’osservato. Non passò mai in mente a Billy di considerare singolare o sospetta tale circostanza, sebbene sapesse benissimo che l’armiere e il cambusiere, insieme al furiere, al farmacista e ad altri di pari grado, erano per consuetudine navale compagni di mensa del maestro d’armi, uomini con orecchi vicini alla sua lingua confidenziale.

Ma la generale popolarità che all’occasione promanava dalla virile prontezza e dalla irresistibile bontà del nostro Bel Marinaio – doti che non indicavano una superiorità tesa a suscitare sentimenti di invidia -, la simpatia di quasi tutti i marinai lo inducevano a preoccuparsi ancora meno di quelle espressioni mute, cui si è appena accennato, espressioni che egli non riusciva a scandagliare tanto da intuirne l’intera portata.

Quanto alla guardia di poppa, sebbene Billy per le ragioni già indicate lo vedesse poco, pure quando capitava loro di incontrarsi, invariabilmente giungeva il saluto allegro e spontaneo dell’altro, a volte accompagnato da una o due parole amichevoli dette di sfuggita. Qualunque fosse stato il piano originario di quel giovane ambiguo, o il piano che avesse avuto l’incarico di rappresentare, era certo, a giudicare dal suo atteggiamento in queste occasioni, che lo aveva lasciato perdere.

Pareva che la sua precoce disonestà (e tutti i furfanti sono precoci) lo avesse una volta tanto ingannato, e che l’uomo, che aveva cercato di intrappolare come un sempliciotto, l’avesse schivato ignominiosamente proprio grazie alla semplicità.

Le persone perspicaci forse obietteranno come fosse quasi impossibile per Billy trattenersi dall’andare dalla guardia di poppa e di punto in bianco chiedergli di conoscere lo scopo del primo incontro conclusosi in modo tanto brusco alle catene di prua. Le persone perspicaci forse penseranno anche che sarebbe dovuto essere soltanto naturale per Billy accingersi a sondare alcuni degli arruolati coatti per scoprire quale fosse il fondamento, se ce n’era uno, degli oscuri accenni dell’emissario a un malumore a bordo, foriero di congiura. Sì, le persone perspicaci forse penseranno così. Ma qualcosa di più, o meglio qualcosa di diverso dalla semplice perspicacia, è forse necessario per capire nel modo giusto un carattere come quello di Billy Budd.

Quanto a Claggart, la sua ossessione – se davvero era tale – che a tratti si rivelava involontariamente nelle manifestazioni descritte nei particolari, ma per lo più celata sotto un comportamento controllato e razionale, la sua ossessione, simile a un fuoco sotterraneo, lo divorava dentro sempre più giù, sempre più giù. Qualcosa di decisivo doveva scaturirne.

 

 

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Dopo il misterioso incontro alle catene di prua, quello interrotto da Billy in modo tanto brusco, non accadde nulla di particolarmente collegato a questa storia fino agli avvenimenti che saranno narrati.

È stato detto altrove che in mancanza di fregate (velieri naturalmente migliori delle navi da linea di battaglia) nella squadra oltre lo Stretto, in quel periodo la Bellipotent 74 veniva a volte impiegata non soltanto come sostituto disponibile di una nave da ricognizione, ma a volte distaccata per missioni di maggiore importanza. Questo avveniva non soltanto per le ottime caratteristiche veliche, non comuni in un vascello di quella stazza, ma probabilmente anche per il temperamento del suo comandante che – si riteneva – lo rendeva particolarmente adatto a tutti quegli incarichi in cui, per impreviste difficoltà, potesse insorgere l’esigenza di pronte iniziative in circostanze dove fossero imprescindibili competenza e capacità, oltre a tutte le altre doti insite nel valente uomo di mare. Fu in una spedizione di quest’ultimo tipo, piuttosto in alto mare, mentre si trovava quasi nel punto di massima distanza dalla flotta, che la Bellipotent, sul finire di una guardia pomeridiana, inaspettatamente avvistò una nave nemica. Era una fregata. Quest’ultima, scorgendo attraverso il cannocchiale che l’impatto degli uomini e degli armamenti le sarebbe stato gravemente svantaggioso, affidandosi alla leggerezza, si diede alla fuga a vele spiegate. Dopo una caccia intrapresa sfidando quasi tutte le speranze e protrattasi fino alla metà circa del turno di guardia notturno, la fregata riuscì a effettuare un’esemplare fuga.

Non molto dopo che si era rinunciato all’inseguimento, e prima che ne svanisse l’eccitazione, il maestro d’armi, emergendo dai suoi cavernosi gironi, comparve, berretto in mano, presso l’albero maestro in rispettosa attesa che di lui si accorgesse il capitano Vere, allora intento a passeggiate da solo sul lato sopravvento del ponte di comando, indubbiamente un po’ in collera per il fallito inseguimento. Il punto in cui stava Claggart era destinato a uomini di grado inferiore desiderosi di un colloquio privato con un ufficiale di coperta o con il capitano stesso.