Borse di viaggio














































































































































































































































JULES VERNE
BORSE DI VIAGGIO
Copertina Hetzel – Al piroscafo
Tavole di Leon Benett
Titolo originale dell’opera
BOURSES DE VOYAGE
(1903)
Traduzione integrale dal francese di VINCENZO BRINZI Proprietà letteraria e artistica riservata – Printed in ltaly
© Copyright 1985 Gruppo Ugo Mursia Editore S p A
2778/AC – Gruppo Ugo Mursia Editore S.p.A. – Via Tadino, 29 –
Milano
PRESENTAZIONE
L’Antilian School non era certo una scuola facile, dato il suo e-splicito carattere internazionale. Era sorta da una quindicina di anni
per accogliere i figli dei coloni originari delle Grandi e delle Piccole
Antille e non era raro che vi si incontrassero in egual numero spagnoli, danesi, inglesi, francesi, olandesi, svedesi e persino venezuelani, dato il grande numero di nazioni che sono storicamente interes-sate a questo ventaglio di isole che costituiscono il grande arcipelago.
Non era dunque una scuola-collegio né facile né tranquilla; ma il
signor Ardagh, il direttore, con il suo polso fermo, la sua guida sicura, l’oculata scelta dei professori e dei collaboratori, era riuscito a
fame una scuola modello, in cui anche lo spirito di competizione e di
antagonismo costituivano un punto a tutto vantaggio della disciplina
e degli studi.
Poi era venuta l’idea del concorso, con l’istituzione di alcune borse di viaggio da destinarsi ai migliori. L’idea (e la generosa sovven-zione) era dovuta alla signora Kethlen Seymour, che abitava nell’isola di Barbados, colonia britannica dell’arcipelago. Ma per rendere
più emozionante la cosa, la signora aveva tenuto segreto sino all’ultimo momento quale sarebbe stata la destinazione del viaggio. Si può
dunque immaginare la gioia dei fortunati borsisti quando giunse per
telegramma la notizia che la destinazione era proprio l’arcipelago
delle Antille, con tappa finale a Barbados, nella villa della signora
Seymour.
Tutto era stato stabilito fin nei minimi particolari. Tuttavia non
erano stati previsti i drammatici e criminali incidenti che si verifica-rono sin d all’ inizio, a partire dalla baia irlandese di Cork, dove il
trealberi Alert era alla fonda in attesa di salpare. Anzi, che si verifi-carono ancor prima che l‘Alert potesse spiegare le vele al vento…
La signora Seymour non aveva previsto che proprio in quei giorni
dalle prigioni, di Queenstown sarebbero fuggiti Harry Markel con i
suoi pericolosi compagni, tutti pendagli da forca che a bordo dell’Alifax
avevano infestato le acque del Pacifico con le loro feroci scor-ribande piratesche.
Questa mancanza di previsione fu fatale all’Alert e al suo equipaggio e ai nostri allegri e simpatici borsisti. Ma in che misura e fi-no a che punto? Anche il destino gioca le sue carte.
Il signor Patterson, economo dell’Antilian School, latinista esperto e gentiluomo impeccabile (cui era stata affidata la custodia dei
ragazzi) non si accorse di nulla fino al penultimo atto del dramma. E
così i ragazzi. E così la signora Seymour. Il che non toglie che il
dramma era in atto e si appressava al suo epilogo.
A questo punto , il lettore vorrà conoscere i particolari e l’esito di
questa specie di «giallo» che si svolge per mare. Ma l’autore, con la
sua arte consumata, scioglie il nodo del dramma solo nelle ultime
pagine e non c’è dunque motivo che noi si dica qui una parola in più.
Le borse di viaggio della signora Seymour sono dunque un brillante pretesto per un giallo piratesco, per una emozionante avventura sul mare e per un bellissimo viaggio – geografico e storico – attraverso le Antille. Ma anche un viaggio tra gli uomini, tra incalliti
malfattori, come Harry Markel e compagni, e tra giovani di belle
speranze) intelligenti, audaci (compreso il marinaio aggiunto Will
Mitz) che amano la vita e guardano con fiducia al loro avvenire.
JULES VERNE nacque a Nantes, l’8 febbraio 1828. A undici anni, tentato dallo spirito d’avventura, cercò di imbarcarsi clandestinamen-te sulla nave La Coralie, ma fu scoperto per tempo e ricondotto dal padre. A vent’anni si trasferì a Parigi per studiare legge, e nella capitale entrò in contatto con il miglior mondo intellettuale dell’epoca.
Frequentò soprattutto la casa di Dumas padre, dal quale venne incoraggiato nei suoi primi tentativi letterari. Intraprese dapprima la carriera teatrale, scrivendo commedie e libretti d’opera; ma lo scarso successo lo costrinse nel 1856 a cercare un’occupazione più redditizia presso un agente di cambio a Parigi. Un anno dopo sposava Honorine Morel. Nel frattempo entrava in contatto con l’editore Hetzel di Parigi e, nel 1863, pubblicava il romanzo Cinque settimane in pallone.
La fama e il successo giunsero fulminei. Lasciato l’impiego, si dedicò esclusivamente alla letteratura e un anno dopo l’altro – in base a un contratto stipulato con l’editore Hetzel – venne via via pubblican-do i romanzi che compongono l’imponente collana dei «Viaggi straordinari – I mondi conosciuti e sconosciuti» e che costituiscono il fi-lone più avventuroso della sua narrativa.
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