Poiché era una donna intelligente e sapeva farsi una ragione delle cose, la degna compagna del signor Patterson non perdette tempo in inutili recriminazioni.

Dopo avere scambiato con lei alcune frasi, il marito si era accostato alla finestra e con quattro dita della mano sinistra si era messo a tambureggiare sui vetri.

La signora Patterson andò a mettersi accanto a lui:

— Avete accettato? — gli chiese.

— Ho accettato.

— Credo che abbiate fatto bene.

— Lo credo anch’io, signora Patterson. Non potevo rifiutare: è una prova di fiducia, da parte del direttore.

— Non era possibile rifiutare, signor Patterson, e mi rammarico solo di una cosa…

— Quale?

— Che non si tratta di un viaggio via terra, ma via mare, e che bisognerà attraversare l’Atlantico…

— È una necessità, signora Patterson. Tuttavia, l’idea di una traversata di due o tre settimane non mi spaventa. Abbiamo una buona nave a nostra disposizione. In questo periodo dell’anno, tra luglio e settembre, il mare sarà calmo e la navigazione favorevole… E poi, c’è anche un premio per il capo della spedizione… detto anche il mentore, titolo che mi sarà attribuito…

— Un premio? — ripeté la signora Patterson, che non era insensibile a quel genere di benefizi.

— Sì — rispose il signor Patterson. — Un premio uguale a quello che spetterà a ogni ragazzo…

— Settecento sterline?

— Settecento sterline.

— La somma ne vale la pena.

Il signor Patterson dichiarò che quello era anche il suo parere.

— A quando, la partenza? — chiese la signora Patterson, che non aveva altre obiezioni da fare.

— Il 30 giugno. Bisogna che tra cinque giorni si raggiunga Cork, dove l’ Alert ci attende. Non abbiamo tempo da perdere; e dunque fin da oggi cominceremo i preparativi…

— Penserò io a tutto, Horatio — disse la signora Patterson.

— Non dimenticherete nulla…

— State tranquillo!

— Abiti leggeri; dobbiamo viaggiare in paesi caldi, che arrosti-scono sotto il fuoco di un sole tropicale…

— Gli abiti leggeri saranno pronti.

— Di colore nero; i vestiti a fantasia del turista non sarebbero adatti, né alla mia posizione né al mio carattere.

— Fidatevi di me, signor Patterson; non dimenticherò neppure la formula Wergal contro il mal di mare e gli ingredienti di cui essa consiglia l’uso…

— Oh, il mal di mare! — disse il signor Patterson con disdegno.

— Non importa, sarà per motivi di prudenza — riprese la signora Patterson. — E deciso, dunque; si tratta di un viaggio di due mesi e mezzo…

— Due mesi e mezzo, e cioè dieci o undici settimane. E vero però che in questo spazio di tempo si possono correre dei rischi!… Come ha detto un saggio, se si sa quando si parte, non si sa mai quando si ritorna…

— Importa però che si ritorni — disse saggiamente la signora Patterson. — Non dovete spaventarmi, Horatio… Io mi rassegno, senza recriminazioni intempestive, a un’assenza di due mesi e mezzo e al-l’idea di un viaggio per mare… So i pericoli che esso rappresenta. Ho motivo di credere che saprete evitarli con la vostra abituale prudenza.

Ma non lasciatemi sotto la penosa impressione che il viaggio possa durare di più…

— Le osservazioni che ho creduto opportuno di fare — rispose il signor Patterson, scusandosi con un gesto di aver oltrepassato i limiti consentiti — non hanno lo scopo di seminare preoccupazioni nel vostro cuore… Desideravo soltanto mettervi in guardia contro ogni inquietudine, per il caso in cui il ritorno avvenisse in ritardo, se non vi è motivo di concepire un serio allarme…

— Sia come volete,.signor Patterson, ma si tratta di un’assenza di due mesi e mezzo ed io voglio sperare che essa non si prolungherà oltre questo termine.

— Voglio sperarlo anch’io — rispose il signor Patterson. —In fondo, di che si tratta? Di una gita in un paese delizioso… di una passeggiata, da un’isola all’altra, attraverso le Indie Occidentali.