— Io chiedo di essere mandato in Australia — diceva John Howard. — Anche dopo Tasman, Dampier, Burs, Vancouver, Baudin, Dumont d’Urville, rimangono molte scoperte da fare e, forse, nuove miniere d’oro da sfruttare…

— Si tratterà, invece, di qualche bel paese dell’Europa — si augu-rava Albertus Leuwen, il cui carattere di olandese non induceva ad esagerazioni. — Chissà, forse ci sarà da fare una breve gita in Scozia, oppure in Irlanda.

— Su, via! — esclamava l’esuberante Tony Renault. — Scommetto che sarà quanto meno un viaggio intorno al mondo!

— Vediamo — diceva il giudizioso Axel Wickborn — noi avremo a nostra disposizione sette od otto settimane: l’esplorazione quindi dovrà essere circoscritta ai paesi vicini.

Il giovane danese aveva ragione. Del resto, le famiglie non avrebbero permesso un’assenza di più mesi, che avrebbe esposto i loro figli ai pericoli di una spedizione lontana: il signor Ardagh non se ne sarebbe assunta la responsabilità.

Dopo aver discusso sulle istruzioni della signora Kethlen Seymour riguardo alla gita progettata, ecco sorgere un’altra discussione sul modo in cui si sarebbe compiuto il viaggio.

— Lo faremo forse a piedi, come turisti, con il sacco in spalla e il bastone in mano? — chiese Hubert Perkins.

— No, lo faremo in carrozza… in mail-coach! 2 — disse Niels Harboe.

— Lo faremo in ferrovia — rispose Albertus Leuwen. — Con bi-glietto circolare e sotto gli auspici dell’agenzia Cook.

— Credo, invece, che si effettuerà a bordo di un piroscafo, forse di un transatlantico — disse Magnus Anders, che già si vedeva in mezzo all’oceano.

— No, lo faremo in pallone! — esclamò Tony Renault. — Con rotta verso il Polo Nord!

La discussione proseguì, anche se inutilmente, ma con la foga naturale dei giovani. Roger Hinsdale e Louis Clodion ci mettevano me-no entusiasmo, ma nessuno dei due voleva rinunciare alla propria opinione.

Alla fine il direttore dovette intervenire, non per metterli d’accordo, ma per invitarli ad attendere la risposta al telegramma da lui già inviato alla Barbados.

— Abbiate pazienza! — disse. — Ho comunicato alla signora Kethlen Seymour i nomi dei laureati e il loro posto nella classifica, fa-cendole nota la loro nazionalità. Questa dama generosa ci comuni-cherà le sue intenzioni riguardo all’uso delle borse di viaggio. Se ci risponderà telegraficamente, tra poche ore sapremo che cosa avrà deciso. Se ci risponderà per lettera, bisognerà aspettare sei o sette giorni. Ora, andate a studiare e fate bene i vostri compiti.

— Sei giorni! — disse quel diavolo di Tony Renault. — Non riuscirò mai a vivere tanto!

Le sue parole esprimevano probabilmente lo stato d’animo di alcuni suoi compagni, e cioè di Hubert Perkins, di Niels Harboe e di Axel Wickborn, che erano di temperamento non meno vivace del 2 Diligenza postale. (N.d.T.)

suo. Louis Clodion e Roger Hinsdale, i due ex aequo del concorso, mostravano invece meno effervescenza. Lo svedese e l’olandese non venivano meno alla loro flemma naturale. Ma se l’Anti-lian School avesse avuto pensionanti americani, molto probabilmente a essi non sarebbe stato assegnato il premio della pazienza.

La vivissima agitazione di quegli animi giovanili era ben comprensibile: infatti non sapevano in quale parte del mondo la signora Kethlen Seymour li avrebbe mandati! Bisogna notare, peraltro, che si era alla metà di giugno e che, se il tempo da dedicare al viaggio era quello delle vacanze, la partenza non sarebbe mai avvenuta prima di sei settimane.