Né c’è un viso che s’affacci
per dire, Eh! spazzacamino!…
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per dire, Oh! quel vecchiettino
degli stacci…
degli stacci!…
— stacci! stacci!
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 25
ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli
Giovanni Pascoli Canti di Castelvecchio
– Canti di Castelvecchio Q
Il brivido
Mi scosse, e mi corse
le vene il ribrezzo.
Passata m’è forse
rasente, col rezzo
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dell’ombra sua nera
la morte…
Com’era?
Veduta vanita,
com’ombra di mosca:
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una ombra infinita,
di nuvola fosca
che tutto fa sera:
la morte…
Com’era?
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Tremenda e veloce
come un uragano
che senza una voce
dilegua via vano:
silenzio e bufera:
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la morte…
Com’era?
Chi vede lei, serra
né apre più gli occhi.
Lo metton sotterra
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che niuno lo tocchi,
gli chieda — Com’era?
rispondi…
com’era? —
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 26
ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli
Giovanni Pascoli Canti di Castelvecchio
– Canti di Castelvecchio Q
L’or di notte
Nelle case, dove ancora
si ragiona coi vicini
presso al fuoco, e già la nuora
porta a nanna i suoi bambini,
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uno in collo e due per mano;
pel camino nero il vento,
tra lo scoppiettar dei ciocchi,
porta un suono lungo e lento,
tre, poi cinque, sette tocchi,
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da un paese assai lontano:
tre, poi cinque e sette voci,
lente e languide, di gente:
voci dal borgo alle croci,
gente che non ha più niente:
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— Fate piano! piano! piano!
Non vogliamo saper nulla:
notte? giorno? verno? state?
Piano, voi, con quella culla!
che non pianga il bimbo… Fate
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piano! piano! piano! piano!
Non vogliamo ricordare
vino e grano, monte e piano,
la capanna, il focolare,
mamma, bimbi… Fate piano!
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piano! piano! piano! piano!
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 27
ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli
Giovanni Pascoli Canti di Castelvecchio
– Canti di Castelvecchio Q
Notte d’inverno
Il Tempo chiamò dalla torre
lontana… Che strepito! È un treno
là, se non è il fiume che corre.
O notte! Né prima io l’udiva,
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lo strepito rapido, il pieno
fragore di treno che arriva;
sì, quando la voce straniera,
di bronzo, me chiese; sì, quando
mi venne a trovare ov’io era,
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squillando squillando
nell’oscurità.
Il treno s’appressa… Già sento
la querula tromba che geme,
là, se non è l’urlo del vento.
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E il vento rintrona rimbomba,
rimbomba rintrona, ed insieme
risuona una querula tromba.
E un’altra, ed un’altra. Non essa
m’annunzia che giunge? io domando.
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— Quest’altra! — Ed il treno s’appressa
tremando tremando
nell’oscurità.
Sei tu che ritorni. Tra poco
ritorni, tu, piccola dama,
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sul mostro dagli occhi di fuoco.
Hai freddo? paura? C’è un tetto,
c’è un cuore, c’è il cuore che t’ama
qui! Riameremo. T’aspetto.
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 28
ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli
Giovanni Pascoli Canti di Castelvecchio
– Canti di Castelvecchio Q
Già il treno rallenta, trabalza,
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sta… Mia giovinezza, t’attendo!
Già l’ultimo squillo s’inalza
gemendo gemendo
nell’oscurità…
E il Tempo lassù dalla torre
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mi grida ch’è giorno. Risento
la tromba e la romba che corre.
Il giorno è coperto di brume.
Quel flebile suono è del vento,
quel labile tuono è del fiume.
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È il fiume ed è il vento, so bene,
che vengono vengono, intendo,
così come all’anima viene,
piangendo piangendo,
ciò che se ne va.
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 29
ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli
Giovanni Pascoli Canti di Castelvecchio
– Canti di Castelvecchio Q
Le ciaramelle
Udii tra il sonno le ciaramelle,
ho udito un suono di ninne nanne.
Ci sono in cielo tutte le stelle,
ci sono i lumi nelle capanne.
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