È stato in servizio su una nave da guerra, la vecchia Ohio, la prima della nostra flotta che abbia doppiato Capo Horn, dice lui. Non parla mai d’altro, a parte quando canta, ma ha una discreta fortuna nella pesca. Guarda! Cosa ti dicevo?
Un canto melodioso si allargò sull’acqua dal dory più a nord. Harvey afferrò qualcosa a proposito di qualcuno che aveva mani e piedi freddi:
Mostrate la carta, la triste carta,
Vediamo dove le montagne s’incontrano!
Le cime sono avvolte da nubi
Con la nebbia attorno ai loro piedi.
- Barca carica - disse Dan, ridacchiando. - Se ci canta “O Capitano” vuol dire che il suo dory è stracarico.
Il canto proseguì:
Ed ora, o Capitano,
Ti prego con ardore,
Che mai io sia seppellito
In chiesa o in grigio cimitero.
- Colpo doppio per Tom Platt! Domani ti racconterà tutto della vecchia Ohio. Vedi quel dory blu più indietro? È mio zio, il fratello di Pap, e se la sfortuna si trova sui Banchi, sicuramente colpisce zio Salters. Guarda come rema lentamente. Scommetterei la mia paga che oggi è stato l’unico ad essere punto, e punto come si deve.
- Da cosa? - domandò Harvey, preso dall’interesse.
- Dalle fragole, dalle zucche e a volte dai limoni e dai cetrioli. Sì, l’hanno punto fino ai gomiti. Che jella! Ora noi andiamo ai paranchi e li issiamo a bordo. È vero quello che mi dicevi prima, che non hai mai lavorato in vita tua? Deve essere una cosa terribile; vero?
- Comunque ho intenzione di provarci - replicò Harvey risoluto. - Solo che qui mi è tutto nuovo.
- Allora prendi quel paranco. Dietro di te!
Harvey afferrò un cavo ed un lungo gancio di ferro che penzolava da uno dei sostegni dell’albero maestro, mentre Dan ne calava un altro facendolo scorrere da qualcosa che chiamava una “maniglia di pennone” proprio quando Manuel si accostava con il dory carico. Il portoghese rivolse ai due un bel sorriso, che poi Harvey imparò a conoscere bene, e con un corto forcone cominciò a gettare il pesce nel recinto sul ponte.
- Duecentotrentuno - gridò.
- Passagli il gancio - disse Dan, ed Harvey fece scorrere l’attrezzo nelle mani di Manuel. Questi lo fece scivolare in un doppio cappio a prua del dory, afferrò il paranco di Dan, lo agganciò all’anello di poppa e si arrampicò sulla goletta.
- Tira! - gridò Dan; ed Harvey tirò, sorpreso della facilità con cui il dory si alzava.
- Fermati, non c’è bisogno di alzarlo fino alle crocette! -rise Dan ed Harvey si fermò, perché la barca gli stava sopra la testa. - Abbassala! - gridò ancora Dan.
Mentre Harvey calava la barca, Dan la tenne inclinata con una mano fino a che non andò a posarsi dolcemente proprio dietro all’albero maestro.
- Non pesano quando sono vuote, queste barche. Sei bravo per essere un passeggero. Per farla andare sull’acqua ci vuole abilità.
- Ah, ah! - fece Manuel porgendo una mano cotta dal sole. - Stai meglio, ora? Ieri notte a quest’ora i pesci ti davano la caccia. Adesso sei tu che li peschi. Eh, cosa?
- Io… le sono infinitamente grato - farfugliò Harvey infilando ancora una volta la sua mano in tasca. Si ricordò poi di non aver denaro da offrire. Quando con il passare del tempo imparò a conoscere Manuel più a fondo, Harvey arrossiva di imbarazzo nella sua cuccetta al solo pensiero dell’errore che avrebbe potuto commettere quel giorno.
- Non devi essermi grato! - disse Manuel. - Come potevo lasciarti andare alla deriva, intorno ai Banchi? Ora tu sei un pescatore… eh, cosa? Uh! Uh! - Manuel cominciò a flettersi avanti e indietro sul busto per sciogliersi i muscoli. - Non ho pulito la barca oggi. Sono stato troppo occupato con la pesca. Abboccavano subito. Danny, ragazzo mio, pensaci tu.
Harvey si fece subito avanti. Qualcosa poteva fare per l’uomo che gli aveva salvato la vita. Dan gli gettò uno strofinaccio ed egli si chinò sul dory pulendolo dalla fanghiglia con movimenti goffi, ma pieno di buona volontà.
- Tira fuori le pedagne dal fondo; stanno in quelle scanalature - indicò Dan.
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