Cap Breton è pieno di negri le cui famiglie si sono rifugiate là durante la guerra civile, ed essi parlano come i contadini, tutto chuffy chuffy. 

- Non è scozzese - intervenne Pennsylvania. - È gaelico. L’ho letto in un libro. 

- Penn legge molto. Molte cose che dice sono vere, a parte quando si conta il pesce… eh! 

- Come mai tuo padre lascia che siano loro a dire quanta roba hanno pescato senza controllarli? - domandò Harvey. 

- Che senso avrebbe imbrogliare per un po’ di merluzzo? 

- Una volta c’è stato un uomo che imbrogliava - s’intromise Manuel. - Barava continuamente. Diceva di avere cinque, dieci, venti volte più di quello che aveva preso in realtà. 

- Da dove veniva? - domandò Dan. - Non era certo dei nostri. 

- Un francese di Anguille. 

 

  • Ah! Quei francesi del West Shore non contano. E c’è un motivo. Se ti capiterà tra le mani qualcuno dei loro fragili ami, Harvey, capirai il perché - disse Dan con disprezzo. 
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  • Sempre più, mai di meno 
    Tutti i giorni ne puliremo! - 
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    gridò Long Jack giù dal boccaporto, e il “secondo turno” si arrampicò subito sul ponte. 

    L’ombra degli alberi e del sartiame, con la vela d’ancoraggio spiegata, oscillava avanti e indietro al chiaro di luna; a poppa il mucchio di pesci brillava come argento fuso. Nella stiva, dove Disko Troop e Tom Platt si muovevano tra barili di sale, si sentiva camminare e borbottare. Dan passò ad Harvey un forcone e lo spinse verso l’estremità interna della ruvida tavola su cui zio Salters tamburellava impaziente con manico di un coltello. Ai suoi piedi stava una tinozza d’acqua salata. 

    - Tu, getta il pesce a mio padre e a Tom Platt per il boccaporto, e sta’ attento che zio Salters non ti cavi un occhio -disse Dan, calandosi nella stiva. - Io vado giù a salare. 

    Penn e Manuel stavano immersi nel recinto coi merluzzi fino alle ginocchia, roteando dei coltelli affilati. Long Jack, con un cesto e i mezzi guanti, era piantato al tavolo di fronte a zio Salters, mentre Harvey non perdeva d’occhio il forcone e la tinozza. 

    - Ehi! - gridò Manuel, abbassandosi sul pesce e tirando su un merluzzo con le dita a presa tra branchia e occhio. Stese il merluzzo sull’orlo del recinto; la lama del coltello luccicò con rumor di strappo, ed il pesce, squarciato dalla gola alla coda, con un’incisione su entrambi i lati della testa, cadde ai piedi di Long Jack. 

    - Ehi! - ripeté Long Jack, usando la mano guantata a paletta. Il fegato del merluzzo piombò nel cesto. Con un altro strappo testa ed interiora saltarono via e la preda svuotata scivolò tra le mani di zio Salters che sbuffò furiosamente. Si sentì un altro strappo, la spina dorsale volò dal parapetto ed il pesce, senza testa, senza interiora e aperto, cadde con un tonfo nella tinozza, schizzando il salso nella bocca dello stupefatto Harvey. Dopo le grida di avvio, gli uomini rimasero in silenzio. Il merluzzo continuò a muoversi come se fosse vivo, e ancor prima che Harvey avesse finito di ammirare la miracolosa destrezza dell’insieme, la tinozza era piena. 

    - Buttali giù! - grugnì zio Salters senza girare la testa, ed Harvey prese a gettare i pesci a due, tre per volta. 

    - Ehi! Buttali giù a grappoli - gridò Dan. - Non sparpagliarli! zio Salters è il miglior squartatore della flottiglia. Guarda come sfoglia il suo libro! 

    Sembrava proprio che il rotondo zio di Dan stesse sfogliando le pagine di una rivista per passare il tempo. Manuel, bloccato ai fianchi, stava immobile come una statua, ma le sue lunghe braccia afferravano il pesce senza tregua. Il piccolo Penn lavorava duramente, era facile però accorgersi della sua debolezza. Una volta o due Manuel riuscì ad aiutarlo senza interrompere la catena del lavoro, ed un’altra volta Manuel gridò perché si era preso un dito in un amo francese. Erano ami di metallo dolce e potevano essere curvati nuovamente dopo l’uso; ma il merluzzo spesso sfugge con l’amo in corpo e viene nuovamente pescato altrove; ed è questo uno dei motivi per cui i pescatori di Gloucester disprezzano i francesi. 

    Dal fondo della stiva il suono stridente della salatura sulle carni fresche sembrava il raschiare di una mola in movimento, un continuo accompagnamento allo scatto secco e ritmico dei coltelli nel recinto, al rumore di squarcio delle teste strappate, a quello dei fegati che cadevano e delle interiora che schizzavano via, al suono lacerante del coltello dello zio Salters che svuotava il pesce della spina dorsale e al tonfo dei pesci aperti che cadevano nella tinozza. 

    Dopo un’ora Harvey avrebbe dato il mondo intero per riposarsi; il merluzzo fresco e bagnato pesa più di quanto s’immagini e la schiena gli doleva per il continuo piegarsi. Ma, per la prima volta in vita sua, sentiva di far parte di un gruppo di uomini che lavorava, ne era orgoglioso, e non mollava. 

    - Coltello, oh! - gridò finalmente zio Salters. 

    Penn si piegò avanti e indietro per riacquistare scioltezza nei movimenti e Long Jack si appoggiò al parapetto. Apparve il cuoco, silenzioso come un’ombra nera, raccolse un mucchio di lische e di teste, e scomparve. 

    - Per colazione, interiora e zuppa di teste - disse Long Jack, schioccando le labbra. 

    - Coltello, oh! - ripete zio Salters, agitando il coltello piatto e ricurvo dello squartatore. 

    - Guarda ai tuoi piedi, Harvey - urlò Dan dalla stiva. Harvey vide parecchi coltelli conficcati nella cornice del 

    boccaporto. Li distribuì intorno, ritirando quelli che andavano affilati. 

    - Acqua! - disse Disko Troop. 

    - Il barile è a prua, anche il mestolo è lì vicino.