Sbrigati Harvey - disse Dan.
Il ragazzo tornò poco dopo con un grosso mestolo colmo d’acqua scura e stantia che sembrò nettare a Disko e a Tom Platt, e ne sciolse le lingue.
- Questi sono merluzzi - fece Disko. - Non sono fichi di Damasco, né lingotti d’argento. Te lo ripeto da quando navighiamo insieme.
- Sono sette stagioni - replicò con calma Tom Platt. - Una buona stivatura è comunque una buona stivatura, c’è un modo per stivare bene o male anche la zavorra. Se avessi visto quattrocento tonnellate di ferro stivate dentro…
- Ehi!
Spronati da Manuel, tutti ripresero il lavoro che non venne abbandonato fino a che il recinto fu vuoto. Nel preciso momento in cui l’ultimo pesce fu calato nella stiva, Disko Troop si allontanò barcollando verso la cabina a poppa insieme a suo fratello; Manuel e Long Jack si diressero a prua; solo Tom Platt si fermò il tempo necessario a chiudere il boccaporto e poi scomparve anche lui. Dopo mezzo minuto Harvey udì un profondo russare nella cabina e guardò senza espressione Dan e Penn.
- Questa volta ho fatto meglio del solito - disse Penn con le palpebre pesanti per il sonno. - Credo però sia mio dovere aiutare a pulire.
- Non vorrei avere la tua coscienza per mille quintali di pesce - disse Dan. - Fila via, Penn. Non ti riguarda il lavoro del mozzo. Tira un secchio d’acqua, Harvey. Ah, Penn sbatti questa roba nella botte prima di andare a dormire. Ce la fai a star ancora sveglio?
Penn sollevò il pesante cesto pieno di fegati di pesce, lo vuotò in una botte dal coperchio a cerniera, fissata nel castello di prua e poi scomparve nella cabina.
- Sulla We’re Here i mozzi lavano il ponte dopo la pulitura del pesce, e montano il primo quarto di guardia quando il tempo è buono.
Dan risciacquò il recinto, smontò la tavola che pose poi ad asciugare al chiaro di luna, pulì le lame insanguinate dei coltelli con un batuffolo di stoppa, e cominciò ad affilarle su una piccola mola mentre Harvey gettava in mare le interiora e le lische dei pesci seguendo le indicazioni dello stesso Dan.
Al primo tonfo uno spettro bianco-argenteo si alzò dritto come un dardo sull’acqua ferma emettendo uno strano soffio. Harvey si ritrasse con un grido, mentre Dan rideva.
- È un grampo - disse. - Vuole teste di pesce. Quando sono affamati si alzano sull’acqua. Puzzano come carogne, senti?
Un tremendo fetore di pesce riempì l’aria, mentre la colonna bianca s’inabissava e l’acqua ribolliva oleosa.
- Non avevi mai visto un grampo in acqua? - continuò Dan. - Ne vedrai a centinaia prima che tu abbia finito. Ti dirò, è bene avere un nuovo mozzo a bordo. Otto era troppo vecchio, un olandese per di più. Ci azzuffavamo continuamente. Non mi sarebbe importato se avesse parlato una lingua cristiana. Ma tu hai sonno?
- Sto morendo - disse Harvey, ciondolando il capo.
- Non si deve dormire quando si è di guardia. Alzati e vai a vedere se la nostra luce d’ancoraggio è accesa e fa abbastanza luce. Sei di guardia ora, Harvey.
- Uffa! Cosa può succederci? È chiaro come di giorno. Aaah!
- È proprio in questi momenti che accadono le cose, dice mio padre. Il tempo buono permette di dormire e, prima che tu possa capire come, ti trovi tagliato in due da una nave di linea e diciassette ufficiali gallonati, tutti gentiluomini, giurano che la tua luce era spenta e che c’era nebbia spessa. Harvey, mi sei simpatico, ma se pieghi il capo un’altra volta prendo la frusta.
La luna, testimone delle molte strane cose che avvengono sui Banchi, abbassò lo sguardo su un giovane snello in calzoncini alla zuava e giaccone rosso che barcollava sul ponte ingombro di uno schooner da settanta tonnellate, mentre dietro, agitando una cima intrecciata, camminava coi modi di un aguzzino un ragazzo che sbadigliava e chinava la testa tra un colpo e l’altro.
La ruota del timone, che era stata legata, gemeva dando leggeri strappi, la vela d’ancoraggio sbatteva un po’, colpita dal vento leggero, l’argano scricchiolava e la penosa processione continuava. Harvey si lamentò, minacciò, piagnucolò, ed infine scoppiò in lacrime mentre Dan con la lingua impastata parlava delle attrattive del turno di guardia e menava colpi con la frusta, colpendo anche i dories ogni volta che sfiorava Harvey. Finalmente l’orologio della cabina batté le dieci, e al decimo rintocco il piccolo Penn si arrampicò sul ponte.
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