Trovò i due ragazzi accovacciati uno accanto all’altro sul boccaporto principale, così profondamente addormentati che dovette farli rotolare giù fino alle loro cuccette. 

 

III 

 

Il sonno profondo rinnova anima, occhi e cuore e fa risvegliare con una fame da lupi. I due ragazzi vuotarono un grosso piatto di sugosi bocconcini, i resti del pesce che il cuoco aveva raccolto la notte prima. I due pulirono i piatti e le padelle degli adulti che erano fuori a pescare, affettarono la pancetta per il pasto di mezzodì, lustrarono il castello di prua, riempirono le lampade, rifornirono di carbone e acqua la cucina e ispezionarono la stiva di prua dov’erano ammassate le provviste. Fu un altro giorno splendido, mite e chiaro; e Harvey respirò a pieni polmoni. 

Altri schooners erano spuntati fuori dalla notte e il mare lungo, ondoso, brillava di vele e di dories. All’orizzonte il fumo di un transatlantico dallo scafo invisibile macchiava l’azzurro e verso oriente i velacci di un grosso vascello, appena issati, disegnavano un quadrato nel cielo. Presso il tetto della cabina, Disko Troop fumava, un occhio al naviglio tutt’intorno e l’altro alla bandierina dell’albero maestro. 

- Quando Pap fuma a quel modo - disse Dan sottovoce -pensa qualcosa di importante per tutti. Scommetto la mia paga che presto ci troveremo un altro ancoraggio. Pap conosce il merluzzo, e la flottiglia lo sa. Guarda come vengono vicino uno alla volta, facendo finta di niente, ma girando attorno tutto il tempo. Ecco il Prime Leboo, un battello di Chatham. È da stanotte che lo abbiamo tra i piedi. E vedi quel veliero, grosso, con una toppa nella vela di trinchetto e Col fiocco nuovo? È la Carrie Pitman di West Chatham. Non conserverà a lungo le vele a meno che la sua fortuna non giri. Scarroccia che è una bellezza. Non c’è àncora che la regga… Guarda Pap: quando sbuffa con quei cerchietti di fumo, sta studiando il pesce. Se gli parli ora, diventa furioso. L’ultima volta mi ha tirato dietro uno stivale. 

Disko Troop guardava fisso avanti, la pipa stretta tra i denti, senza che gli occhi vedessero nulla. Come diceva suo figlio, stava studiando il pesce, gettando tutta la sua esperienza dei Banchi sul merluzzo che vi scorrazzava sotto. Accettava l’attenzione degli altri schooners all’orizzonte come un debito omaggio al suo prestigio. Ma ora che era soddisfatto, voleva sgattaiolare via e navigare da solo, fino al momento di giungere al Banco della Vergine e pescare nelle vie di quella ruggente città d’acqua. Così Disko Troop pensava ai merluzzi di venti libbre, al tempo, alle correnti, alle riserve di cibo e ad altre faccende; per un’ora sembrò lui stesso un merluzzo, anche nell’aspetto. Poi si tolse la pipa di bocca. 

- Pap, abbiamo già fatto tutto - disse Dan. - Non potremmo andare anche noi un po’ fuori? È tempo buono per il merluzzo. 

- Non con quella giacchetta color ciliegia e quelle buffe scarpe gialle. Dai ad Harvey qualcosa di meglio. 

- Pap ci ha dato il permesso, a suo modo - esclamò Dan allegro, tirando Harvey verso la cabina, mentre Troop gli gettava le chiavi. - Pap tiene la mia roba sottochiave visto che mamma dice che sono disordinato. 

Trafficò in uno sgabuzzino e in meno di tre minuti Harvey si trovò vestito con stivaloni, giaccone blu rammendato, guantoni da pesca e un sud-ovest in testa. 

- Ora sei quasi a posto - fece Dan. - Andiamo! 

- Rimani qui attorno - disse Troop - e non far visita a tutta la flotta. Se ti domandano qualcosa, di’ pure la verità. Che non sai niente. 

Un piccolo dory rosso, la Hattie S., stava a poppa dello schooner, dondolando. Dan l’accostò con uno strappo e saltò leggero dentro, seguito da Harvey che venne giù pesante. 

- Non è il modo di saltare in barca - disse Dan. - Se c’era mare andavi giù di sicuro.