Devi imparare. 

Dan fissò gli scalmi, si sistemò a prua e restò a osservare come se la cavava Harvey. Il ragazzo sapeva remare, ma su barchette da ragazzi nei laghetti dell’Adirondack; c’era una certa differenza tra quelle imbarcazioni levigate, con scalmi precisi e remi leggeri e queste, traballanti e con lunghi remi pesanti. Erano legni che si incollavano in acqua e Harvey smoccolava. 

- Corto! Rema corto - disse Dan. - Se vai giù troppo, rischiamo di rovesciarci. La barca è leggera, una meraviglia, credimi. È mia, lo sai? 

La piccola imbarcazione era lustra e in ordine. Aveva una minuscola àncora, due barilotti d’acqua e una settantina di braccia di sagola bruna. C’era anche un corno di latta, proprio sotto il remo destro accanto a un goffo mazzuolo, a un gancio corto e a un bastone ancor più corto. Un paio di lenze, munite di piombi pesanti e di ami doppi da merluzzo, accuratamente avvolte sulle tavolette, completavano l’armamento. 

- Dov’è la vela e l’albero? - domandò Harvey, mentre le mani cominciavano a dolergli. 

Dan sogghignò. 

- Poca vela sui dories da pesca. Si voga, ma senza fretta. Di’, non ti piacerebbe avere una barca così? 

- Beh, penso che mio padre me ne darebbe una o due se lo chiedessi - rispose Harvey, che si era un po’ dimenticato della famiglia, occupato com’era. 

- Già. Dimenticavo che tuo padre è un milionario. Ma tu non vivi come un milionario ora. Un dory completo con attrezzatura e accessori - Dan parlava come se si riferisse a una baleniera - costa un sacco di soldi. Pensi che tuo padre te ne darebbe uno così; come un bel giocattolo? 

- Non ci sarebbe da meravigliarsene. Forse è una delle poche cose che non gli ho mai chiesto. 

- Devi essere un ragazzo costoso, a casa. Non tagliar l’acqua a quel modo, Harvey. Rema più corto, perché il mare non è mai fermo, e le onde… 

Crack! L’impugnatura del remo colpì Harvey sotto il mento e lo stese sul fondo. 

- È quello che ti stavo dicendo. Anch’io l’ho dovuto imparare, ma avevo otto anni appena quando mi è capitato. 

Harvey si rimise a sedere, la mascella dolente e il muso lungo. 

- Non c’è da prendersela per queste cose, dice Pap. Lo sbaglio è nostro se non riusciamo a farcela. Su, proviamo qui, Manuel ci darà la profondità. 

Il “portoghese” stava rollando un buon miglio distante, ma quando Dan alzò il remo, rispose sollevando tre volte il braccio sinistro. 

- Trenta braccia - disse Dan, infilando un’esca all’amo. -Getta fuori i piombi. Fa’ come me, e non imbrogliare la lenza. 

La lenza di Dan era già lontana quando Harvey risolse il problema di filare la sagola e il resto. Il dory andava dolcemente alla deriva. Non era il caso di ancorarsi prima di aver trovato un buon posto. 

- Eccolo! - Dan urlò e Harvey fu investito alle spalle da una doccia mentre un grosso merluzzo sbatteva lungo la fiancata. - Il muckle, Harvey, il muckle. Lì, sotto a te. Presto. 

Evidentemente il muckle non poteva esser la trombetta di latta, così Harvey gli passò il mazzuolo e Dan finì tecnicamente il pesce prima di issarlo a bordo, poi tolse l’amo col corto stecco che chiamava forchetta. Allora Harvey sentì uno strattone, e tirò su, attento. 

- Toh, delle fragole - gridò, - guarda! 

L’amo era finito in un cespo di fragole, rosse da una parte e bianche dall’altra, perfetta riproduzione dei frutti di terra, eccetto per le foglie mancanti e lo stelo a tubicino. 

- Non toccarle. Gettale via.