Certo tuo padre deve avere un mucchio di soldi. Come li ha fatti? Spiegati. Altrimenti devo dar ragione a mio padre quando dice che i matti non sanno fare discorsi coerenti.
- Mio padre ha fatto fortuna con le miniere e altre cose nel West.
- Ho letto di queste cose, di questi affari. Là nel West, vero? Tuo padre va in giro con una pistola su un cavallo, come nei circhi. Lo chiamano il Selvaggio West. Ho letto che hanno speroni e briglie d’argento.
- Che sciocco, sei! - disse Harvey, divertito malgrado tutto. - Mio padre non sa che farsene dei cavallini da circo. Quando vuole correre prende il suo vagone.
- Cosa? Un carro per aragoste?
- Ma no. Il suo vagone privato. Ne hai mai visto uno?
- Slatin Beeman ne ha uno - disse Dan con prudenza. - L’ho visto alla stazione della Union, a Boston. C’erano tre negri che lo lustravano. - Dan intendeva dire che pulivano i vetri. - Ma Slatin Beeman possiede quasi tutte le ferrovie di Long Island, dicono; e dicono anche che ha comprato metà del New Hampshire, e ha innalzato una rete tutto attorno, e poi ci ha messo dentro leoni, tigri e bisonti, coccodrilli e roba del genere. Slatin Beeman è un milionario. E io ho visto il suo vagone.
- Bene. Mio padre è quello che chiamano un multimilionario e ha due vagoni privati. Uno porta il mio nome Harvey, e uno quello di mia madre, Constance.
- Aspetta - disse Dan. - Pap non mi lascia mai giurare, ma credo che tu possa farlo, ora. Prima che andiamo avanti devi dire: possa morire se dico bugie!
- Ch’io possa morire - disse Harvey.
- Non basta. Di’: possa morire se non dico la verità.
- Possa morire all’istante - disse Harvey - se quel che dico non è la pura verità.
- Anche per i centotrentaquattro dollari e tutto il resto? -disse Dan. - Ho sentito quel che hai detto a Pap e quasi quasi pensavo che ti avesse sputato fuori una balena, come Giona.
Harvey protestò, paonazzo. Dan era un ragazzo sveglio e dieci minuti di domande l’avevano convinto che Harvey non mentiva, almeno non molto. D’altra parte s’era legato ad un giuramento terribile per un ragazzo mentre se ne stava lì lungo gli ombrinali, col naso arrossato, raccontando meraviglie.
- Accidenti! - disse Dan dal fondo dell’anima, quando Harvey ebbe finito la descrizione del vagone che portava il suo nome. Un malizioso sorriso illuminò la sua larga faccia. -Ti credo, Harvey. Pap una volta tanto si è sbagliato.
- Certo - disse l’altro che pensava già ad una pronta vendetta.
- Impazzirà di rabbia, odia ammettere di sbagliarsi nei giudizi. - Poi Dan si abbandonò all’indietro e battendosi una coscia, disse, - Oh, Harvey, non sprecare il vantaggio che hai continuando a comportarti allo stesso modo.
- Non ho nessuna voglia di prenderle di nuovo. Ma gliela farò pagare.
- Non ho mai saputo di qualcuno che gliel’abbia fatta pagare. Certo che più si sbaglia più te le dà.
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