Ma, miniere d’oro e pistole… 

- Non ho mai detto nulla sulle pistole - tagliò corto Harvey, ricordandosi del giuramento. 

- Già, non l’hai detto. Due vagoni privati, allora, uno col tuo nome e uno con quello di tua madre; e duecento dollari al mese di spillatico, il tutto mandato a gambe levate sugli ombrinali per non voler lavorare a dieci dollari e mezzo al mese! È veramente una stagione straordinaria, questa. - E scoppiò in una risata silenziosa. 

- Così avevo ragione? - domandò Harvey credendo di aver trovato un simpatizzante. 

- Avevi torto, torto marcio. Fila dritto e stammi vicino, altrimenti le prenderai e io con te per averti sostenuto. Pap mi fa lavorare il doppio degli altri perché sono suo figlio, non ama i favoritismi. Forse ce l’hai a morte con Pap, è capitato anche a me. Ma è un uomo giusto. Lo dicono tutti i pescatori. 

- Ti sembra giustizia questa? - disse Harvey indicando il proprio naso pesto. 

- Ma non è niente. Fa uscire un po’ di sangue. Pap l’ha fatto per il tuo bene. Stammi a sentire, non posso stare con chi pensa che io o Pap o qualcun altro della We’re Here sia un ladro. Non siamo di quelli che bighellonano sui moli. Siamo pescatori e abbiamo navigato insieme per anni. Non ti sbagliare su ciò! Ti ho detto che Pap non vuole che io giuri: dice che i giuramenti sono inutili e me le dà. Ma se potessi dire ciò che tu hai detto a proposito di tuo padre e del suo mondo, direi le stesse cose riguardo ai tuoi dollari. Non so cosa ci fosse nelle tasche dei tuoi pantaloni quando li ho messi ad asciugare, perché non ci ho messo il naso; ma usando il tuo stesso linguaggio voglio dirti che io e Pap siamo i soli ad averti avvicinato da quando sei a bordo e nessuno dei due sa nulla del tuo denaro. Questo è tutto. Va bene? 

L’emorragia aveva schiarito la mente di Harvey, e forse anche la solitudine del mare vi aveva contribuito. 

- Va bene - disse. Poi, confuso, abbassò lo sguardo. - Credo di non esser stato molto riconoscente, per uno appena salvato, Dan. 

- Sì, eri scosso ed intontito - rispose Dan. - Comunque, a bordo ti abbiamo visto soltanto io e Pap. Il cuoco non conta. 

- Avrei potuto pensare di aver perso quei soldi - disse Harvey quasi a se stesso - invece di dar del ladro alla prima persona che ho visto. Dov’è tuo padre? 

- In cabina. Cosa vuoi ancora? 

- Ora vedrai - disse Harvey e, ancora barcollando per il ronzio in testa, si mosse verso la scala che portava alla cabina, dove l’orologio del piccolo battello stava appeso bene in vista del timone. 

Nella cabina gialla e marrone Troop era alle prese con un taccuino ed una grande matita nera, che di tanto in tanto succhiava energicamente. 

- Mi sono comportato male - disse Harvey, sorpreso della propria umiltà. 

- Cosa c’è ora? - domandò il capitano. - Ti sei scontrato con Dan, vero? 

- No; è qualcosa che la riguarda. 

- Ti ascolto. 

- Io… io sono venuto per chiarire quello che è successo -disse rapidamente. - Quando si viene salvati da un annegamento… - s’interruppe e deglutì. 

- Ehi! Diventerai un uomo se vai avanti così. 

- Ehm, non si dovrebbe insultare la gente. 

- Giusto, giusto - fece Troop, abbozzando un sorriso. 

- Sono venuto a dire che mi dispiace - deglutì di nuovo. Troop si alzò lentamente dalla cassa sulla quale era seduto 

e tese una mano smisurata. 

- Sapevo di non essermi sbagliato; questa è la prova che non mi ero ingannato nel giudicarti. 

Sul ponte si udì una risata soffocata. 

- Sbaglio raramente, io - disse Troop. La grossa mano strinse quella di Harvey intorpidendogli il braccio. -Metteremo su un po’ di muscoli prima che tu vada via, giovanotto. Non c’è niente di male per quel che è accaduto.