TURIDDU

Il giorno di Pasqua!

SANTUZZA

Lo sapete che non posso andarci.

TURIDDU

Allora cosa vuoi fare?

SANTUZZA

Voglio parlarvi.

TURIDDU

Qui? In mezzo alla strada?

SANTUZZA

Non me ne importa,

TURIDDU

La gente che può vederci!

SANTUZZA

Non me ne importa.

TURIDDU

Che hai?

SANTUZZA

Ditemi donde venite.

TURIDDU

Oh, oh! Che vuol dire questa cosa?

SANTUZZA

Dove siete stato questa notte?

TURIDDU

Ah! devo dire dove sono stato?

SANTUZZA

Perché andate in collera se vi domando dove siete stato? Non me lo potete dire?

TURIDDU

Sono stato a Francofonte, sono stato.

SANTUZZA

Non è vero. Ieri sera a due ore di notte eravate ancora qui.

TURIDDU

Allora sono stato dove mi pare e piace.

SANTUZZA

(lasciandosi cadere la mantellina sulle spalle). O compare Turiddu, perché mi trattate in tal modo? Non mi vedete in faccia? Non vedete che piglio morte e passione?

TURIDDU

Colpa tua. Che ti sei messa in capo non so che cosa; e vai a svergognarmi con questo e con quello; e a spiare dei fatti miei, come se fossi ancora un ragazzo; e non sono più padrone di fare ciò che voglio?

SANTUZZA

No, non sono andata a domandare. L’hanno detto qui, or ora, che vi hanno visto all’alba sull’uscio della gnà Lola.

TURIDDU

Chi l’ha detto?

SANTUZZA

Compar Alfio stesso, suo marito.

TURIDDU

Lui! Ah, è questo il grande amore che mi porti? che vai a mettere di queste pulci nell’orecchio di compar Alfio e risichi di farmi ammazzare?

SANTUZZA

(cadendo ginocchioni a mani giunte). Ah compare Turiddu, come potete dirlo?

TURIDDU

Alzati, non mi fare la commedia! Alzati o me ne vado.

SANTUZZA

(rialzandosi lentamente). Ah, ora ve ne andate? Ora che mi lasciate come Maria Addolorata?

TURIDDU

Cosa vuoi che faccia se non credi più alle mie parole? A ciò che ti dicono gli altri invece, sì, ci credi! Non è vero niente, ti ripeto; Compar Alfio ha sbagliato. Andavo pei fatti miei. Guarda, ti sei messa in capo questa storia della gnà Lola, giusto quando c’è qui in paese suo marito! Vedi quanto sei sciocca?

SANTUZZA

Suo marito è giunto stamattina soltanto.

TURIDDU

Ah, sai anche cotesto? Brava! Mi fai la spia in tutto e per tutto! Non sono più padrone di nulla!

SANTUZZA

Sì, compare Turiddu, siete padrone di scannarmi colle vostre mani stesse come un agnello, se volete che vi leccherei le mani come un cane.

TURIDDU

O dunque?

SANTUZZA

Ma la gnà Lola, no, vedete! Quella lì mi vuol far dannare l’anima.

TURIDDU

Lascia stare la gnà Lola ch’è per casa sua.

SANTUZZA

E lei perché non mi lascia stare, me? Perché mi vuol rubare voi, che non ho altro?

TURIDDU

Bada che ti sbagli.

SANTUZZA

No, che non mi sbaglio! Non le correvate dietro prima d’andar soldato?

TURIDDU

Acqua passata! Ora la gnà Lola è maritata per casa sua.

SANTUZZA

Che importa! Non le volete bene ancora, quantunque sia maritata? Ed essa non vi ha rubato a me per gelosia? E non mi sento qui dentro il fuoco per voi che mi tradite?

TURIDDU

Taci, taci.

SANTUZZA

No, non posso tacere, che ho la rabbia canina in cuore! Ora come farò se voi mi abbandonate?

TURIDDU

Io non ti abbandono, se tu non mi metti colle spalle al muro. Ma te l’ho detto: voglio essere padrone di fare quel che mi pare a piace. Sinora, grazie a Dio, catena al collo non ne ho.

SANTUZZA

Cosa intendete di dire?

TURIDDU

Intendo che sei una matta con questa gelosia senza motivo.

SANTUZZA

Che colpa ci ho io? Vedete come son ridotta? La gnà Lola è meglio di me, lo so! Ha il collo e le mani cariche d’oro! Suo marito non le fa mancare nulla, e la tiene come la Madonna sull’altare, quella scomunicata!

TURIDDU

Lasciala stare!

SANTUZZA

Vedete se la difendete?

TURIDDU

Non la difendo.