strata. Giacché quello che annunzia ogni conoscenza che deve va-Infine, per quanto concerne la chiarezza, il lettore ha tutto il lere a priori, è che essa vuoi essere considerata assolutamente ne-diritto di chiedere in primo luogo la chiarezza discorsiva (logi-cessaria; tanto più una determinazione di tutte le conoscenze pure ca) per concetti, e quindi anche la chiarezza intuitiva (estetica) a priori, la quale deve essere l’unità di misura e perciò anche l’eper intuizioni, ossia per mezzo di esempi o altri chiarimenti in sempio di ogni certezza apodittica (filosofica). Se poi in questo punto concreto. La prima ho curata abbastanza, ed era l’essenziale pel mio ho mantenuto ciò a cui mi sono impegnato, resta interamente proposito; ma è stata anche causa accidentale ch’io non abbia po-rimesso al giudizio del lettore, poiché all’autore spetta solamente di presentare le sue ragioni, e non di giudicare dell’effetto di esse su’
1 Della stessa la edizione tedesca. L’A. si riferisce al Passaggio alla deduzione suoi giudici. Tuttavia, affinchè nulla, senza colpa, le indebolisca, gli trascendentale delle categorie, in principio.
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Prefazione
Prefazione
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tuto soddisfare alla seconda esigenza, non veramente così indero-senza per altro poterne accrescere menomamente il contenuto. Al-gabile come la prima, ma tuttavia anch’essa legittim a. Sono stato tro non è infatti che l’inventario di tutto ciò che possediamo per quasi sempre risoluto nel progresso del mio lavoro, come dovessi mezzo della ragion pura, sistematicamente ordinato. Nulla qui comportarmi a questo riguardo. Esempi e chiarimenti mi parevano può sfuggirci, perché ciò che la ragione trae interamente da se stes-sempre necessari, e venivano quindi anche effettivamente abbon-sa, non può rimaner celato, ma per opera della stessa ragione viene danti e spontanei al loro luogo, nel primo getto dell’opera. Ma, alla luce, appena scoperto il principio generale che la governa. L’u-quando vidi la vastità del mio lavoro e la moltitudine degli oggetti nità perfetta di tale specie di conoscenze, derivanti cioè da puri che avrei dovuto trattare, e però mi accorsi che la sola esposizione concetti, senza che nulla di empirico, o anche solo una particolare rigida e nuda, puramente scolastica, avrebbe dato già all’opera una intuizione, che conduca a concrete determinazioni, possa influire su grande estensione, giudicai inopportuno allargarla ancora con esem-di essa per allargarne la cerchia ed accrescerle, rende non solo pos-pi e chiarimenti, che del resto sono necessari solo dal punto di vista sibile, ma necessaria questa compiutezza incondizionata. Tecum ha-popolare; tanto più che questo lavoro di certo non è punto adatto bìta et norìs, quam sii tibi curta supellex. PERSIO1.
all’uso del popolo, e gli speciali conoscitori della scienza non hanno Spero anche di dare un tale sistema della ragion pura (specula-tanto bisogno di questa facilitazione, che, se è certamente sempre tiva) sotto il titolo: Metafisica della natura; esso non sarebbe gradita, qui tuttavia può anche nuocere allo scopo dell’opera. L’a-forse per estensione nemmeno la metà, ma per contenuto incompa-bate Terrasson veramente diceva1: — Se si misura la lunghezza del rabilmente più ricco di questa critica, che doveva innanzi tutto libro non dal numero delle pagine, ma dal tempo che è necessario ad esporre le fonti e le condizioni della possibilità di quella, ed era intenderlo, di parecchi libri si potrebbe dire che sarebbero molto obbligata così a sbarazzare e spianare un terreno tutto gibboso. Qui più brevi, se non fossero così brevi. — Ma d’altra parte, se dal mio lettore spero la pazienza e l’imparzialità di un giudice; si bada alla comprensione di un vastissimo insieme di conoscenza nell’altra opera, cui accenno, avrò bisogno invece del buon volere e speculativa, sottomesso tuttavia ad un unico principio, si potrebbe dell’aiuto di un collaboratore; poiché, per quanto compiutamen-dire con ugual diritto: Certi libri sarebbero stati assai più te siano stati esposti nella critica tutti i princìpi del sistema, non-chiari, se non avessero voluto esser tanto chiari. Gli espe-dimeno nell’esecuzione del sistema stesso non deve mancare nessu-dienti utili alla chiarezza servono nelle parti, ma spesso recano danno dei concetti derivati, i quali non si possono dare a un tratto a no all’insieme, perché non permettono al lettore di giungere con priori, ma devono essere indagati a uno a uno; e come nella critica sufficiente rapidità a una veduta generale del tutto, e coi loro vivaci è stata esaurita tutta la sintesi dei concetti, così dovrà accadere colori nascondono e rendono irriconoscibili l’articolazione e la strut-dell’analisi; impresa che sarà molto facile, e più uno svago che un tura del sistema, che è pure quello che più importa, a chi voglia lavoro2.
poterne giudicare l’unità e il valore.
Potrà, credo, servire di non piccolo allettamento al lettore la 1
prospettiva di unire il suo sforzo a quello dell’autore per seguire, Sat., IV, 52.
2 Seguono due avvertenze, relative a particolari tipografici della la edizione.
con la guida dell’abbozzo messogli innanzi, compiutamente e durevolmente un’opera grande ed importante. La metafisica, secondo i concetti che qui ne daremo, è la sola fra tutte le scienze che possa ripromettersi, e in breve tempo e con pochi sforzi, ma associati, siffatta compiutezza, in modo che di poi altro non resti da fare alla posterità, se non adattarla nella maniera didattic a ai suoi scopi, 1 N. nel 1670 a Lione, m. nel 1750 a Parigi. La frase citata da Kant è nella sua opera sulla Filosofia nei suoi influssi su tutti gli oggetti dello spirito e dei costumi, 1754, trad. ted.
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