a. K.).
2 Erscheinung = apparenza, o fenomeno, come sarà pure tradotto per solito.
1 Vorstellungsarten = modi di rappresentazione.
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Prefazione alla seconda edizione
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plice della nostra anima, su che non insisto per brevità. Io dunque gido dei dommatici, se la prova della sopravvivenza della nostra ani-non posso ammettere mai Dio, la libertà, l’immortalità per ma dopo la morte, ricavata dalla semplicità della sostanza, o quella l’uso pratico necessario della mia ragione, senza togliere a un tempo della libertà del volere, fondata, di contro al meccanismo universa-alla ragione speculativa le sue pretese a vedute trascendenti; giac -
le, sulle sottili ma imponenti distinzioni della necessità pratica sog-ché per arrivare a questo, bisogna che essa impieghi tali princìpi, gettiva e oggettiva, o se quella dell’esistenza di Dio desunta dal con-non estendendosi in realtà se non agli oggetti di esperienza possi-cetto di un essere realissimo (dalla contingenza del mutevole e bile, quando tuttavia si vogliano applicare a ciò che non può essere necessità di un primo motore); — se, uscite dalle scuole, queste pro-oggetto di esperienza, lo trasformano realmente subito in fenome-ve abbiano mai potuto arrivare al pubblico, ed esercitare il minimo no, e così mostrano impossibile ogni estensione pratica della influsso sulle sue convinzioni. Ora, se ciò non è accaduto, né si può ragion pura. Io dunque ho dovuto sopprimere il sapere per sosti-mai sperare che accada, a causa della incapacità intellettuale degli tuirvi la fede; e del resto, il dommatismo della metafisica, cioè il uomini per così sottili speculazioni; se, inoltre, per ciò che riguarda pregiudizio di progredire in questa scienza senza una critica della il primo punto, questa notevole disposizione, propria d’ogni uomo, ragion pura, è la vera fonte dello scetticismo che si contrappone alla a non poter mai restar soddisfatto dal temporale (come insufficiente moralità, e che è sempre mai fortemente dommatico. — Se dunque al bisogno di tutto intero il suo destino) può far nascere la speranza non può affatto esser difficile lasciare ai posteri una metafisica si-di una vita futura; se, per ciò che riguarda il secondo punto, la stematica, costruita a seconda della critica della ragion pura, questo semplice idea chiara dei doveri, in contrasto con tutte le esigenze non va considerato un dono di scarso prezzo; sia che si consideri delle nostre inclinazioni, basta da sola a far nascere la coscienza semplicemente la coltura della ragione lungo le vie sicure di una della libertà; se, da ultimo, per ciò che riguarda il terzo punto, scienza in generale, in paragone ai tentativi a casaccio e alle scor-l’ordine sovrano, la bellezza, la provvidenza che traspare da ogni rerie fatte alla leggiera senza critica; o che si badi anche al miglior cosa naturale, sono da sole sufficienti a suscitare la fede che ci sia un impiego del tempo per una gioventù avida di sapere, che trova nel-sapiente e grande creatore del mondo, fede che si diffonde nel l’ordinario dommatismo un incentivo, così precoce e così efficace, a pubblico, perché riposa su fondamenti razionali; è da concludere, ragionare alla leggiera di cose di cui non comprende nulla, e delle che non soltanto questo dominio resta intatto, ma, inoltre, guada-quali essa, come nessuno al mondo, intenderà mai nulla, o a correre gna d’importanza, dal fatto che. le scuole avranno imparato final-alla ricerca di pensieri o di opinioni alla moda, trascurando lo studio mente a non accampar pretese, su un argomento che riguarda il ge-delle scienze solide; o, soprattutto, che si tenga in conto l’inestima-nerale interesse umano, di una cognizione più vasta e più alta di bile vantaggio di finirla una volta per sempre, al modo di Socra-quella alla quale può arrivare facilmente la gran maggioranza degli te, cioè con la più evidente prova dell’ignoranza dell’avversario, uomini (per noi degnissima di stima); e a limitarsi quindi unicamen-con tutte le obbiezioni contro la moralità e la religione. Giacché nel mondo c’è sempre stata e ci sarà sempre anche in avvenire una me-te a coltivar quelle prove che sono alla portata di tutti, e sufficienti tafisica, ma accanto ad essa si troverà anche sempre una dialettica dal punto di vista morale. La riforma dunque colpisce soltanto le della ragion pura, poiché le è naturale. Il primo e il più importante arroganti pretese delle scuole, che in questo punto (come spesso a bisogno della filosofia è dunque quello di sottrarla a ogni pernicioso ragione in parecchi altri) si vantano volentieri d’esser sole capaci di influsso, facendo cessare le fonti degli errori.
conoscere e custodire la verità; delle quali alla folla lasciano solo Malgrado questo importante cambiamento nel campo delle l’uso, ma serbano gelosamente per sé la chiave (quod mecum nescit, scienze, e la perdita che la ragione speculativa deve risentirne nei solus vultsczrevideri1). Nondimeno io ho avuto cura di alcune pretese possessi che sino ad ora s’era figurato d’avere, ogni cosa resta nel più legittime del filosofo speculativo. Egli rimane sempre il depo-vantaggioso stato di prima, per ciò che concerne il fatto generale sitario esclusivo di una scienza, che è utile al pubblico senza che dell’umanità, e il frutto che il mondo traeva dalle teorie della ragion questo lo sappia; voglio dire della critica della ragione. Essa non pura; e la perdita tocca soltanto il monopolio delle scuole, ma non già punto gl’interessi degli uomini. Io domando al più ri-GRAZIO, Epist., II, I, 87: Quod mecum ignorat, ecc.
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Prefazione alla seconda edizione
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può, infatti, diventar mai popolare, ma nemmeno è necessario che stematiche, e però scolasticamente (non in maniera popolare); poi-sia tale; giacché, come al popolo i sottili argomenti, filati in sussidio ché tale esigenza, in essa, è impreteribile, dal momento che prende delle verità utili, entrano poco in testa, altrettanto poco gli vengono l’impegno di adempiere il suo ufficio del tutto a priori, e però con in mente le obbiezioni, egualmente sottili, in contrario; d’altra parte, piena soddisfazione della ragione speculativ a. Nell’esecuzione, dun-poiché la scuola, come ogni uomo che s’innalzi alla speculazione, que, del disegno che la critica traccia, cioè nel sistema futuro della casca inevitabilmente nell’una cosa e nell’altra, la critica è tenuta a metafisica, ci toccherà un giorno di seguire il metodo rigoroso del prevenire una volta per sempre, mediante l’esame profondo dei di-celebre Wolff, il più grande dei filosofi dommatici, il quale per pri-ritti della ragione speculativa, lo scandalo che presto o tardi deve mo diede l’esempio (e per questo esempio divenne in Germania il provenire anche al popolo dalle dispute nelle quali si avvolgono ine-creatore di quello spirito di sistema1, che non s’è ancora smarrito) di vitabilmente i metafisici (e, in quanto tali, infine anche molti dei come si possa prendere il sicuro cammino di una scienza, stabilendo teologi), non infrenati dalla critica, e che finiscono per falsare le regolarmente i princìpi, definendo nettamente i concetti, cercando loro dottrine. Soltanto dalla critica possono essere tagliati alla ra-il rigore nelle dimostrazioni, e rifiutandosi ai salti temerari nel trar-dice il materialismo, il fatalismo, l’ateismo, l’incredulità re le conseguenze: e perciò sarebbe stato mirabilmente capace di dei liberi pensatori, il fanatismo, la superstizione, che posso-mettere una scienza come la metafisica su questa via, se avesse avuto no diventare perniciosi a tutti, e infine anche l’idealismo e lo l’idea di prepararsi in precedenza il terreno con la critica dell’or-scetticismo, che sono dannosi più specialmente alle scuole, e dif-gano, cioè della stessa ragion pura: difetto da attribuire piuttosto ficilmente possono passare nel pubblico. Se i governi trovano con-alla maniera dommatica di pensare del tempo suo, che a lui stesso: veniente mescolarsi nelle faccende dei dotti, sarebbe più convenien-e pel quale i filosofi, del suo e di tutti i tempi anteriori, non han te alla loro savia sollecitudine per le scienze come per gli uomini, nulla da rimproverarsi l’un l’altro. Quelli che respingono il suo me-favorire la libertà di una tale critica, per cui soltanto le produzioni todo e a un tempo i procedimenti della critica della ragion pura, non della ragione potrebbero essere messe su un solido piede, anzi che possono aver in animo, se non di spezzare le catene della scienza e sostenere il ridicolo dispotismo delle scuole, che mandano alte grida trasformare in giuoco il lavoro, in opinione la certezza e la filosofia annunziando un pubblico danno, quando si strappano quelle loro in filodossia.
ragnatele, di cui, pure, il pubblico non ha avuto mai notizia e non Per quel che riguarda questa seconda edizione, io non può avvertire perciò la perdita.
ho voluto, com’era giusto, lasciarmi sfuggire l’occasione di togliere, La critica per alt ro non è contraria al procedimento dom-fin dove ciò m’era possibile, le oscurità e difficoltà, dalle quali pos-matico della ragione nella sua conoscenza pura in quanto scienza sono aver preso origine parecchie false interpretazioni in cui son (giacché questa sempre deve essere dommatica, cioè rigorosamente caduti, forse non senza colpa mia, uomini d’acuto ingegno nel giu-dimostrativa, per sicuri princìpi a priori); ma al dommatismo, dicare di questo libro. Nelle tesi e nelle loro dimostrazioni, come cioè alla pretesa di procedere innanzi solo con una conoscenza pura nella forma e nell’insieme della costruzione, non ho trovato neces-ricavata da concetti (la conoscenza filosofica), secondo princìpi co-sario di mutar nulla; e questo è spiegato, in parte, dal lungo esame me quelli di cui la ragione fa uso da molto tempo, senza ricercare in a cui avevo sottoposto l’opera mia prima di presentarla al pubblico; che modo e con qual diritto essa vi sia arrivata. Il dommatismo dun-in parte, è da attribuire alla natura stessa dell’argomento, cioè alla que è il procedimento dommatico che segue la ragion pura, senza una critica preliminare del suo proprio potere. Questa op-natura di una ragion pura speculativa, che possiede una vera strut-posizione non deve quindi prender partito per quella ciarliera su-tura organica, nella quale tutto è organo, cioè il tutto è per ciascun perficialità che impropriamente prende nome di popolarità, né per membro e ciascun membro pel tutto; e nella quale perciò ogni im-quello scetticismo, che fa giustizia sommaria di ogni metafisica; la perfezione, per piccola che sia, difetto, errore od omissione, deve critica è anzi la preparazione necessaria allo svolgimento di una me-immancabilmente apparire nell’uso. In questa sua immodificabilità tafisica ben fondata, come scienza che deve esser trattata necessariamente in modo dommatico e secondo rigorosissime esigenze si-1 Grundlichkeit, abito di pensare secondo princìpi, e quindi solidamente.
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Prefazione alta seconda edizione
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questo sistema si affermerà, spero, anche in avvenire.
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