«Mammina del mio cuore!», gridò il giovane eroe e non si vergognò di baciare con slancio la signora Dumont in mezzo al viale dove tutti andavano a passeggio, «sei così buona!»

«Fai il bravo, Pierre!», disse la madre con tono serio.

«Ma certo! Ho voglia di studiare…»

«Sai bene che hai difficoltà in matematica!»

«Andrà tutto benissimo, vedrai.»

«E non prendere freddo, adesso inizia la stagione più fredda, vestiti sempre pesante. Di notte rimboccati bene la coperta in modo da non scoprirti!»

«Non ti preoccupare, non ti preoccupare.» E Pierre ricominciò a parlare degli avvenimenti delle vacanze. Erano così allegri e spassosi che ambedue, madre e figlio, risero di cuore… Improvvisamente trasalì. Dalla chiesa si sentirono i tocchi di campana.

«Suonano le sei», disse e cercò di sorridere.

«Andiamo in pasticceria.»

«Sì, lì ci sono dei buoni cannoli alla crema. Li ho mangiati per la prima volta quando abbiamo fatto quella gita con Giulia…»

Pierre sedeva su una sediolina di canne dalle gambe sottili nella bottega del pasticcere e mangiava a quattro ganasce. In realtà era già sazio e dopo alcuni morsi dovette riprendere fiato; – ma era l’ultima volta – e continuò a mangiare.

«Sono contenta che ti piaccia, bambino mio», disse la signora Dumont che sorseggiava una tazza di caffè.

Ma Pierre continuava a mangiare. Ci fu un rintocco dalla torre.

«Le sei e mezzo», borbottò il vacanziere e sospirò. Aveva la pancia terribilmente piena. Adesso era proprio ora di andare… E andarono. La sera d’agosto era tiepida, e tra gli alberi del viale si alzò un venticello piacevole.

«Non hai freddo, mamma?», chiese il ragazzo distrattamente.

«Non ti preoccupare, caro.»

«Che ne sarà di Belly?» Belly era un cagnolino.

«L’ho affidato ad una donna, gli darà da mangiare le solite cose e lo porterà a spasso…»

«Di’ a Belly che gli mando i miei saluti, – che deve fare il bravo…» Cercava di scherzare, ma smise subito.

«Hai tutto l’occorrente con te, Pierre?» Di lontano si vedeva già la facciata uniforme e grigia della caserma. «Il tuo foglio di licenza?»

«Ho tutto, mamma.»

«Ti devi presentare già stasera?»

«Sì, immediatamente.»

«E domani ricomincia la scuola?»

«Sì!»

«Mi scriverai?»

«Anche tu mamma, – per favore – non appena arrivi a casa.»

«Naturalmente, figlio mio.»

20

«Credo che la lettera ci metta sempre due giorni per arrivare.»

La madre non poteva parlare; aveva un groppo in gola. Erano proprio addosso al portone.

«Ti ringrazio, mamma, per la bella giornata.» Il povero ragazzo si sentiva male; aveva chiaramente mangiato troppo. Aveva un terribile mal di stomaco e i piedi gli tremavano.

«Sei pallido», disse la signora Dumont.

«Ma no.» Era una grossa bugia, e lo sapeva.

Come gli faceva male la testa! Non era quasi in grado di stare in piedi. «Sto veramente…» Suonarono le sette!

Si abbracciarono e piansero.

«Figlio mio!», singhiozzò la povera donna. «Mamma, tra centoventi giorni sarò…»

«Fai il bravo, riguardati…», e con mano tremante fece al ragazzo il segno della croce…

Pierre si distaccò.