Instancabile presenzialista nelle serate culturali praghesi, scrisse anche quattro drammi, che furono rappresentati al teatro nazionale praghese di lingua tedesca. L’aspetto sorprendente di questa frenetica attività è che, mentre Rilke nella sua produzione poetica ha decisamente superato il naturalismo verso uno stile neoromantico, allusivo, figurato, metaforico, veramente
“moderno” nel senso dei circoli letterari più avanzati di Monaco e di Vienna, nei suoi drammi e nei suoi primi racconti attinge a piene mani a temi, stilemi e atmosfere ancora molto legate al naturalismo, anche se tenta di superarlo nello sperimentalismo linguistico e nell’inserimento di motivi allucinati e gotici.
3 Sophie «volle sempre avvicinarsi, immedesimarsi con i nobili, nascondendo il modesto tenore di vita della famiglia, imitando la moda aristocratica, assumendo atteggiamenti ricercati, andando ad abitare nei pressi di case e ville patrizie». M. Freschi, «La Praga invisibile di Rilke», in R.M. Rilke, Due storie praghesi, Roma 1983, p. 123. ( N.d.C. ) 4
Praga era in quegli anni davvero una “soglia”, come indica l’etimo del suo nome ceco, un punto di incontro di varie culture: quella ceca, quella tedesca, quella ebraica.
Questa mistura di lingue, di tradizioni e di tendenze artistico-letterarie aveva creato un ambiente culturale in continuo movimento e dagli spunti estremamente interessanti. Ma negli anni ’80/’90 la cultura praghese era rimasta un po’ tagliata fuori dalle tendenze emergenti, che vedevano i loro centri in Vienna, Monaco e Berlino. Praga rimase, in tutti questi anni, un centro volutamente marginale, sulla cui soglia si incrociavano gli slanci verso un non meglio precisato “moderno” e i ritorni di temi magici e occultistici4. La madre di Rilke ha influenzato il giovane René nelle sue attenzioni alla favola e alla fantasia, ma anche nella ricerca di questa linea sotterranea per l’occulto e per il magico. Questa strana mistura tra provincialismo chiuso nei suoi caffè letterari, nei suoi brillanti salotti e lo scavo alle radici arcane di una magia che risaliva alla Praga di Rodolfo II, ma anche a tutta la tradizione ebraica del chassidisino, produceva un’atmosfera da cui era difficile staccarsi. Franz Werfel, Franz Kafka e Rilke hanno sempre ricordato la loro infanzia praghese come un periodo pieno di stimoli culturali e pieno di spunti “magici”, ma anche come un cordone ombelicale difficile da tagliare. Maticka Praha era l’espressione ceca per designare questa “mammina” dolce e soffocante dagli artigli di acciaio, come scrive Kafka5. E l’atmosfera in cui sono stati scritti questi racconti dal giovane René è proprio quella di maticka Praha: nel doppio senso che rappresenta il disperato e fallimentare tentativo di un adolescente di distinguersi dai propri genitori e un confronto edipico con quei toni dolci e sentimentali odiati ed amati a un tempo.
La madre ha avuto un’influenza determinante sul giovane Rilke. Il suo distacco dal padre è stato più facile e si è concretizzato nell’abbandono della carriera militare.
Ambedue i genitori avevano, in modo diverso, mitizzato la figura dell’ufficiale, ma il giovane René si sentì ben presto distante da questo modello. Due racconti di questa raccolta rappresentano molto bene il confronto del giovane scrittore con l’ambiente militare. In Pierre Dumont, scritto nel 1894, è fin troppo facile notare il tono patetico-sentimentale, non privo di una certa autoironia, con cui viene descritto il distacco dalla madre, dalla mammina dolce e soffocante, il cui mondo si contrappone nettamente a quello duro e gerarchico del collegio militare. Ne L’ora di ginnastica, la cui prima stesura risale al 1899 e che fu pubblicato nella versione definitiva a Berlino nella rivista Die Zukunft nel 1902, assistiamo al tentativo di descrivere la vita militare in termini tragici. Dalle lettere e dai diari di Rilke risulta che tra il 1899 e il 1904
l’autore aveva tentato di scrivere un “romanzo militare”, di cui evidentemente questo racconto doveva costituire un abbozzo. Qui i toni sono già piuttosto lontani dal naturalismo e si colgono semmai degli echi di quei tentativi di descrizione-denuncia della severità della scuola e del collegio di fine-secolo che possiamo ritrovare nel Giovane Törless di Musil e in Sotto la ruota di Hermann Hesse. Sono i toni di scavo interiore, di una narrazione che vuole penetrare nei turbamenti dell’adolescente, in netto contrasto con la superficialità e la brutalità dell’accademia militare. La prosa di 4 Cfr. A.M. Ripellino, Praga magica, Torino 1973; E. Pawel, The Nightmare of Reason.
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