Ma Wells doveva conoscere la risposta giusta perché frequentava il
terzo corso di grammatica. Stefano tentò di pensare alla madre di Wells ma non
osò alzare gli occhi sul viso del compagno. Il viso di Wells non gli piaceva.
Era stato Wells a gettarlo con una spallata nella piscina, il giorno prima, perché
lui non aveva voluto barattare la piccola tabacchiera con la castagna secca di
Wells, vincente in quaranta partite. Una cosa perfida, tutti i compagni lo
avevano detto. E com’era stata gelida e limacciosa l’acqua! E un tale aveva
visto una volta un grosso topo di fogna saltare, plop, nella schiuma.
La melma fredda della piscina lo aveva coperto
tutto e allo squillo della campanella che annunciava l’inizio delle lezioni, quando
le file erano uscite dalle aule di ricreazione, aveva sentito l’aria gelida del
corridoio e delle scale sotto i vestiti. Si sforzò ancora di pensare quale potesse
essere la risposta giusta. Era giusto o non era giusto baciare la mamma? Che cosa
significava baciare? Alzi il viso in quel certo modo per augurare la
buonanotte, e tua madre lo abbassa. Era questo baciare. Sua madre gli posava le
labbra sulla guancia; aveva le labbra morbide e gli inumidivano la guancia; e facevano
un leggero suono sommesso: baciare. Perché le persone fanno questo con i loro
visi? Seduto nell’aula di studio, alzò il ripiano del banco, cambiò il numero
incollato all’interno, da settantasette a settantasei. Le vacanze di Natale, però,
erano lontanissime: ma prima o poi sarebbero venute perché la Terra gira
sempre.
C’era una figura della Terra sulla prima pagina
del libro di geografia: una grossa sfera nel bel mezzo delle nuvole. Fleming aveva
una scatola di pastelli e una sera durante l’ora di studio libero aveva colorato
la Terra di verde e le nuvole di marrone. Come le due spazzole nell’armadio di
Dante, la spazzola con il dorso di velluto verde per Parnell e la spazzola con
il dorso di velluto marrone per Michael Davitt. Ma non era stato lui a dire a Fleming
di usare quei colori. Fleming l’aveva fatto di sua iniziativa.
Aprì il libro di geografia per studiare la lezione;
ma non riusciva a imparare i nomi delle località in America. Eppure erano tutti
luoghi diversi, con nomi diversi. Si trovavano tutti in Paesi diversi, e i Paesi
si trovavano nei continenti e i continenti erano nel mondo e il mondo era nell’universo.
Voltò il risguardo del libro di geografia e lesse quel che ci aveva scritto: se
stesso, il suo nome e dove si trovava.
Stefano Dedalus
Primo Corso Collegio di Clongowes Wood
Sallins
Contea Kildare
Irlanda
Europa
Nel mondo
Nell’universo.
Tutto questo nella sua scrittura; ma Fleming
una sera, per burlarsi di lui, aveva scritto sulla pagina opposta:
Mi chiamo Dedalus,
In Irlanda son nato.
A Clongowes dimoro
E in Cielo sono aspettato.
Lesse i versi all’indietro, ma non erano
più poesia. Lesse allora il risguardo dal basso in alto finché non fu arrivato
al suo nome. Questi era lui; e di nuovo lesse le parole nel senso giusto. Che cosa
c’era dopo l’universo? Niente. Ma c’era forse qualcosa intorno all’universo per
indicare dove esso cessava prima del luogo in cui incominciava il nulla? Non
poteva trattarsi di un muro ma avrebbe potuto esserci una linea sottilissima tutto
intorno a ogni cosa. Era una cosa molto grande a pensarsi il tutto e il
dovunque. Soltanto Dio avrebbe potuto riuscirci. Si sforzò di pensare quale grande
pensiero doveva essere questo, ma riuscì a pensare soltanto a Dio. Dio era il
nome di Dio cosi come il suo nome era Stefano. “Dieu” voleva dire Dio in
francese e anche questo era il nome di Dio; e quando qualcuno pregava Dio e
diceva “Dieu”, allora Dio sapeva subito che era un francese a pregare. Ma anche
se c’erano nomi differenti per indicare Dio in tutte le diverse lingue del
mondo e Dio capiva quel che dicevano tutte le persone che pregavano nelle loro
diverse lingue, Dio rimaneva pur sempre lo stesso Dio, e il vero nome di Dio
era Dio.
Lo stancava moltissimo pensare in questo modo.
Gli sembrava di avere la testa molto grossa. Voltò il risguardo e osservò con
aria stanca la tonda Terra verde tra nuvole marrone. Si chiese che cosa fosse
giusto, se essere per il verde o per il marrone, perché un giorno Dante aveva
tagliato con le forbici il velluto verde dalla spazzola destinata a Parnell e
gli aveva detto che Parnell era un uomo cattivo. Si chiese se a casa stessero
litigando per questo.
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