(Esce)

 

PRINCIPESSA (sorpresa)

Che significa?

 

Scena dodicesima

 

 

La principessa d’Eboli, il duca d’Alba, padre Domingo.

 

DOMINGO (introducendo il duca)

Duca d’Alba, la nostra notizia giunge in ritardo. La principessa d’Eboli ci svela il segreto che noi dovevamo confidarle.

 

ALBA

In tal caso la mia venuta non la sorprenderà. Diffidavo della mia vista, ma questo genere di scoperte esige l’acuto sguardo di una donna.

 

PRINCIPESSA

Di quali scoperte parlate?

 

DOMINGO

Principessa, noi vorremmo sapere a che ora e in che luogo…

 

PRINCIPESSA

Anche questo! Vi aspetterò domani a mezzogiorno. Ho delle buone ragioni per non celare più questo segreto colpevole, e il re non deve tardare ad esserne informato.

 

ALBA

È questo il motivo della mia presenza qui: il re deve saperlo subito. Lo deve sapere da voi, da voi principessa! A chi può serbare intatta la sua fiducia se non alla vigile e affettuosa compagna di sua moglie?

 

DOMINGO

A chi, se non a voi, che se solo lo voleste potreste esercitare un dominio assoluto su di lui!

 

ALBA

Io sono nemico dichiarato del principe.

 

DOMINGO

Anche di me si può affermare la stessa cosa. Invece la principessa d’Eboli è libera. Su un argomento di cui noi dobbiamo tacere, lei deve parlare perché questo è uno dei doveri inerenti al suo rango. Se i vostri accenni avranno un effetto, il re non potrà più sfuggirci e noi porteremo a termine l’opera.

 

ALBA

Ma tutto ciò deve compiersi al più presto. I minuti sono preziosi: aspetto da un momento all’altro l’ordine di partire.

 

DOMINGO (alla principessa, dopo un attimo di riflessione)

Se si potesse trovare almeno una lettera… Una lettera dell’infante farebbe un grande effetto, non credete? Voi, se non erro, dormite nella stessa stanza della regina, non è vero?

 

PRINCIPESSA

Nella stanza accanto… Ma cosa volete dire?

 

DOMINGO

Bisognerebbe trovare qualcuno che conosce bene le serrature. Avete notato dove tiene la chiave dello scrigno?

 

PRINCIPESSA (riflettendo)

Questo servirebbe a qualcosa, sì, penso che la chiave si potrebbe trovare…

 

DOMINGO

Le lettere esigono dei messaggeri, e il seguito della regina è assai numeroso, se riuscissimo a scovare una traccia… l’oro è un notevole incentivo.

 

ALBA

Qualcuno si è mai informato delle persone di fiducia dell’infante?

 

DOMINGO

Nessuno, nessuno in tutta Madrid.

 

ALBA

Strano.

 

DOMINGO

Date retta a me: disprezza tutta la corte, ne ho le prove.

 

ALBA

Davvero? Ora che mi ci fate pensare, ricordo di averlo visto uscendo dalla stanza della regina in compagnia di uno dei suoi paggi, confabulavano in segreto…

 

PRINCIPESSA (interrompendolo bruscamente)

No, non è vero! Si trattava di un’altra cosa.

 

DOMINGO

Come facciamo a saperlo? È una circostanza che dà da pensare. (Al duca) Lo conoscevate quel paggio?

 

PRINCIPESSA

Sciocchezze! Cosa credete che fosse? Lo so, e tanto basta. Ci rivedremo, in ogni caso, prima che parli al re. Nel frattempo si possono fare parecchie scoperte.

 

DOMINGO (traendola in disparte)

Il re può avere delle speranze? Glielo posso riferire? E comunicargli in quale ora felice il suo desiderio sarà finalmente esaudito? Posso andarglielo a dire?

 

PRINCIPESSA

Tra qualche giorno mi fingerò malata e, come vuole l’uso a corte, mi divideranno dalla regina. E resterò in camera mia.

 

DOMINGO

Benissimo. La grande partita è vinta. Sfideremo tutte le regine…

 

PRINCIPESSA

Tacete! Mi chiamano, la regina mi vuole. A presto. (Esce)

 

Scena tredicesima

 

 

Il duca d’Alba, padre Domingo.

 

DOMINGO (dopo una pausa in cui ha seguito con gli occhi la principessa)

Duca, queste rose e le vostre battaglie…

 

ALBA

E il tuo Dio… voglio attendere così il fulmine che ci annienterà! (Escono)

 

Scena quattordicesima

 

 

Don Carlos, il priore.

 

CARLOS (al priore, entrando)

È gia stato qui? Mi dispiace.

 

PRIORE

Oggi è già venuto tre volte, se n’è andato un’ora fa.

 

CARLOS

Tornerà? Non ha lasciato detto nulla?

 

PRIORE

Prima di mezzogiorno, me l’ha assicurato.

 

CARLOS (guardando il paesaggio da una finestra)

Il vostro convento è molto lontano dalla strada maestra. Laggiù si scorgono ancora le torri di Madrid, e qui scorre il Manzanarre. È il luogo che ho sempre sognato. Dove tutto è avvolto nel silenzio, come un mistero.

 

PRIORE

Come l’ingresso in un’altra vita.

 

CARLOS

Reverendo padre, alla vostra integrità ho affidato ciò che di più sacro e prezioso io possiedo al mondo. Nessun mortale deve sapere o soltanto indovinare a chi ho parlato in segreto in questo luogo: delle ragioni assai gravi mi impongono di sconfessare davanti al mondo l’uomo che attendo qui. Per questo ho scelto questo convento. Siamo al sicuro, mi auguro, da traditori e da colpi di mano? Vi ricordate ciò che mi avete giurato?

 

PRIORE

Abbiate fiducia in noi, signore. Il sospetto dei sovrani non andrà a rovistare tra le tombe. L’orecchio dei curiosi ascolta dietro agli usci dove ardono le passioni e regna la felicità. Davanti a queste mura la vita non esiste più.

 

CARLOS

Credete che questa prudenza e questo timore mascherino la coscienza di una colpa?

 

PRIORE

Io non penso nulla.

 

CARLOS

Vi dico che, in questo caso, reverendo padre, sareste in errore. Il mio segreto teme gli uomini, ma non Dio.

 

PRIORE

Figlio mio, questo non ci preoccupa affatto. Un luogo come questo spalanca le sue porte sia al delitto che all’innocenza. Se ciò che ti appresti a compiere è buono o cattivo, innocente o colpevole, è un problema che risolverai nell’intimo del tuo cuore.

 

CARLOS (con foga)

Ciò che teniamo nascosto, non può recare offesa a Dio.