(Cerca di fissare il marchese negli occhi ed ostenta un atteggiamento d’orgogliosa superiorità verso il duca) Qui vengo chiamato col nome di figlio di Don Filippo e gli occhi della maldicenza e della curiosità mi frugano da parte a parte: ciò che Sua Maestà ha fatto per dovere, non desidero ottenerlo come se si trattasse di un favore. E, in ogni caso, sono pronto a sottopormi alle Cortes… Da questa mano, io mi rifiuto di riprendere la spada.

 

ALBA

Il re non avrà la minima esitazione a soddisfare le giuste pretese di Vostra Altezza. Se ora acconsentite che vi accompagni da lui…

 

CARLOS

Io rimango qui finché il re in persona o la sua Madrid non verranno a liberarmi dal carcere. Portategli questa risposta.

 

(Alba si allontana. Per qualche minuto lo si scorge ancora in cortile a impartire degli ordini)

 

Scena terza

 

 

Don Carlos e il marchese di Posa.

 

CARLOS (dopo che il duca è uscito, si rivolge pieno di stupore e di attesa al marchese)

Cosa significa? Spiegamelo! Non sei tu il ministro?

 

MARCHESE

Come vedi, lo sono stato. (Avvicinandosi a lui, con viva emozione) Oh, Carlos, la partita è vinta! È vinta! È cosa fatta. Sia lodato Iddio, che ha fatto sì che andasse in porto!

 

CARLOS

Vinto! Ma cosa? Non comprendo quello che dici.

 

MARCHESE (prendendogli la mano)

Tu sei salvo, Carlos… tu sei libero… ed io… (S’interrompe)

 

CARLOS

E tu?

 

MARCHESE

Ed io… io ti stringo al mio petto per la prima volta con pieno, assoluto diritto: l’ho acquistato con tutto ciò che mi era caro al mondo… Oh Carlos, com’è alto e solenne un momento come questo! Sono soddisfatto di me stesso.

 

CARLOS

Che inatteso cambiamento nei tuoi lineamenti! Non ti ho mai visto in questo stato. Il tuo petto si solleva con orgoglio, e il tuo sguardo è circonfuso di luce.

 

MARCHESE

Dobbiamo dirci addio, Carlos. Non aver paura. Comportati virilmente. Qualunque cosa tu senta dire, promettimi, Carlos, di non rendermi le cose più difficili con l’esibizione di un dolore eccessivo, indegno delle anime grandi! Carlos, tu mi perdi, per molti anni… Gli sciocchi dicono per sempre. (Carlos ritrae la mano, lo guarda fisso e non risponde) Sii uomo. Io ti ho dimostrato una fiducia piena, incondizionata, e non ho esitato a trascorrere in tua compagnia quell’ora dolorosa che viene spaventosamente definita l’ultima. Vuoi che te lo confessi, Carlos, io l’ho addirittura attesa con gioia. Vieni, sediamoci, mi sento così debole, affaticato… (Si avvicina a Carlos che continua a rimanere immobile, come paralizzato, e si lascia trascinare da lui su una seggiola senza opporre resistenza) Dove sei? Non mi rispondi? Sarò breve. Il giorno dopo in cui ci vedemmo nel convento dei certosini, il re mi convocò in udienza. Tu sai le conseguenze di quell’incontro: tutta Madrid ne è informata. Ma tu non sai che il tuo segreto gli era stato rivelato, che delle lettere scoperte nello scrigno della regina testimoniavano contro di te, e che io venni a sapere tutto ciò dalle sue stesse parole, e che infine diventai il suo confidente. (S’interrompe, aspettando che Carlos gli risponda, ma quest’ultimo continua a rimanere in silenzio) Sì, Carlos! Con le mie stesse labbra, io abiurai la mia fede. Io mi misi alla testa del complotto che doveva decretare la tua caduta. I fatti erano tragicamente evidenti, ed era troppo tardi ormai per dichiarare apertamente la tua innocenza. L’unica cosa che potevo fare era assumere in prima persona la responsabilità della sua vendetta… e perciò mi tramutai nel tuo nemico, per poter servirti meglio. Tu non mi ascolti?

 

CARLOS

Ascolto. Prosegui, prosegui!

 

MARCHESE

Fino a quel momento ero assolutamente innocente. Ma presto i raggi inattesi del nuovo favore regale mi tradiscono. E tu ne vieni subito edotto, come avevo previsto, ed io, tradito a mia volta dall’affetto, travolto dall’ambizione e dalla vanità di riuscire a portare a termine anche senza il tuo appoggio un’impresa simile, nascondo questo rischio incalcolabile all’amico. Di questa immensa leggerezza sono colpevole! Ho commesso un errore imperdonabile, lo so: la mia fiducia era pura follia. Scusami, riposava intera sul valore immutabile della tua amicizia. (Tace. Carlos si riscuote dalla sua inespressiva rigidità e appare in preda a una frenetica agitazione) Succede esattamente ciò che temevo: ti fanno tremare davanti a pericoli puramente immaginari: la regina insanguinata, il palazzo reale paralizzato dal terrore, la sciagurata dedizione di Lerma, e per finire il mio impenetrabile silenzio irrompono come una atroce raffica di tempesta nel tuo cuore sopraffatto dallo stupore… tu vacilli… mi consideri perduto… ma, d’animo troppo alto per mettere in dubbio la sincerità dell’amico, travesti di un’aura di grandezza il suo abbandono: solo a questo prezzo lo puoi definire infedele e sei in grado, nonostante ti abbia tradito, di conservargli immutato il tuo rispetto.