Accettate fin d’ora il mio atto di sottomissione. (S’inginocchia davanti a lui)

 

CARLOS (cercando di trattenerlo, con viva emozione)

Non fate questo, no, questo no, conte… Voi suscitate la mia commozione, e non vorrei che l’emozione in me avesse il sopravvento…

 

LERMA (baciandogli la mano con trasporto)

Re dei miei figli! Oh, certo, i miei figli potranno morire per voi. A me non è concesso. Ricordatevi di me nei miei figli. Tornate in pace in Spagna: che siate uomo, sul trono di Filippo! Voi avete saputo cos’è il dolore. Non spargete mai, vi supplico, il sangue di vostro padre, non usategli mai violenza! Filippo II costrinse vostro nonno a rinunciare al trono… ed oggi lo stesso Filippo trema in presenza di suo figlio! Pensate a questo, principe, e che il cielo vi accompagni!

 

(Esce in fretta. Carlos sta per avviarsi all’altra uscita quando, d’improvviso, torna indietro e si getta accanto al cadavere del marchese, abbracciandolo per l’ultima volta. Poi lascia precipitosamente la stanza)

 

Scena ottava

 

 

Anticamera del re. Il duca d’Alba e il duca di Feria giungono parlando tra loro.

 

ALBA

La città è tranquilla. In che stato avete lasciato il re?

 

FERIA

Nello stato più spaventoso possibile. Si è chiuso in camera sua e, qualunque cosa accada, ha proibito a chiunque di entrare. Il tradimento del marchese ha stravolto completamente il suo carattere, non lo riconosciamo più.

 

ALBA

Devo vederlo. Non posso aver riguardi, stavolta. Una scoperta importante, che è stata appena compiuta…

 

FERIA

Una nuova scoperta?

 

ALBA

Un monaco certosino, che si è introdotto segretamente nelle stanze del principe, si fa narrare la morte del marchese di Posa con una curiosità così viva da destare sospetti nelle guardie. Viene fermato, e cominciano le indagini. La paura della morte lo fa confessare: dice di possedere dei documenti importanti, che il defunto gli ha affidato perché li consegnasse al principe, se non fosse stato di ritorno prima del calar del sole.

 

FERIA

E allora?

 

ALBA

I documenti rivelano che Carlos deve abbandonare Madrid tra la mezzanotte e l’alba.

 

FERIA

Come?

 

ALBA

Che una nave è pronta a salpare da Cadice per portarlo a Flessinga e che i Paesi Bassi attendono solo lui per liberarsi dalla dominazione spagnola.

 

FERIA

Ah, che dite?

 

ALBA

Altre lettere informano che la flotta di Solimano ha già lasciato Rodi per assalire, in base al trattato d’alleanza, il re di Spagna nel Mediterraneo.

 

FERIA

Possibile?

 

ALBA

Da queste lettere comprendo finalmente il motivo dei viaggi compiuti dal cavaliere in tutta Europa: si trattava nientemeno di armare tutte le potenze del Nord perché combattano per la libertà delle Fiandre!

 

FERIA

Ecco chi era quell’uomo!

 

ALBA

A queste lettere, inoltre, era accluso un piano dettagliato della guerra che si propone di separare per sempre le Fiandre dal regno di Spagna. Non si trascura nulla, proprio nulla, si calcola persino la forza e la resistenza, sono puntigliosamente annotate le energie e le risorse di cui può disporre il paese, le direttive da seguire e le alleanze da concludere. Un progetto diabolico, certo, ma a suo modo divino.

 

FERIA

Che insospettabile ipocrita!

 

ALBA

In questa lettera si allude anche a un colloquio segreto che dovrebbe aver luogo tra il principe e sua madre la sera della sua fuga.

 

FERIA

Come dite? Ma allora sarebbe oggi.

 

ALBA

A mezzanotte. Per questo ho già impartito gli ordini necessari. Come vedete, è una questione della massima importanza, e non c’è un attimo da perdere. Introducetemi subito dal re!

 

FERIA

No, è proibito entrare.

 

ALBA

Allora entrerò ugualmente. Il pericolo che ci minaccia giustifica l’audacia. (Mentre si avvia alla porta, questa si apre ed esce il re)

 

FERIA

Ah, eccolo!

 

Scena nona

 

 

Il re e i precedenti.

 

(Tutti vedendolo sono impietriti dal terrore, indietreggiano e con rispetto gli cedono il passo. Il re incede come un sonnambulo, che cammina ad occhi aperti. La sua persona e i suoi abiti recano vistosamente le tracce del turbamento sopravvenuto in seguito allo svenimento. Passa con estrema lentezza davanti ai Grandi e li fissa ad uno ad uno senza riconoscerli. Infine si ferma dubbioso, con gli occhi chini al suolo, finché poco alla volta l’emozione gli permette di articolare le prime parole)

 

RE

Ridatemi quel morto! Devo riaverlo indietro.

 

DOMINGO (sottovoce, al duca d’Alba)

Parlategli voi.

 

RE (come sopra)

Aveva un pessimo concetto di me, ed è morto. Deve riaverlo indietro: deve cambiare opinione nei miei confronti.

 

ALBA (avvicinandosi a lui con timore)

Sire…

 

RE

Chi parla qui? (Fissa a lungo i presenti) Avete dimenticato chi sono? Perché non vi inginocchiate davanti a me, creature? Io sono ancora il re. E voglio vedere coi miei occhi cos’è la sottomissione. Il disprezzo di uno solo deve tramutarsi nel disprezzo universale?

 

ALBA

Non pensateci più, mio sovrano! Un nuovo nemico, assai più temibile di lui, spunta nel cuore del vostro regno…

 

FERIA

Il principe Carlos…

 

RE

Egli aveva un amico, che ha voluto morire per lui… Con me avrebbe diviso un regno! Ma da quale altezza si degnava di guardarmi! Con tanto orgoglio non si guarda nemmeno dal trono! E non saltava agli occhi che era fiero di quella conquista? Il suo dolore rivelava la perdita che aveva subìto: per cose di secondaria importanza, non ci si dispera così… Oh, se fosse ancora vivo! Darei in cambio l’India.