Misera cosa l’onnipotenza che non ti concede nemmeno di penetrare nelle tombe, e di rimediare a un attentato sconsiderato contro la vita umana! I morti non risorgono. Chi osa affermare che sono felice? Nel sepolcro giace un uomo che non mi ha considerato degno di stima: cosa m’importa dei vivi? Uno spirito, un uomo libero era nato in questo secolo, uno solo, che mi ha coperto di disprezzo ed è morto.

 

ALBA

Allora noi siamo vissuti inutilmente! Scendiamo nel sepolcro, spagnoli! Anche da morto, quest’uomo ci priva dell’affetto del re!

 

RE (siede, appoggiando il capo sul braccio)

Oh, se fosse morto anche per me! L’ho amato tanto, tanto, mi era più caro di un figlio! Una nuova radiosa aurora vedevo spuntare con quella giovane vita. Chissà a quali imprese lo destinavo! Era l’unico essere che amavo. Che tutta l’Europa mi maledica! L’Europa ha il diritto di maledirmi. Meritavo la sua gratitudine.

 

DOMINGO

Ma per quale magico incanto…

 

RE

Per chi si è sacrificato? Per quel fanciullo, per mio figlio? No, non riuscirò mai a crederci. Un Posa non muore per un ragazzo. La misera fiamma dell’amicizia non colma da sola il cuore di un Posa! Che batteva per tutta l’umanità. Ciò a cui tendeva era il mondo con le sue future generazioni. Per appagare le sue aspirazioni trovò un trono, e lo trascurò! E un Posa si sarebbe mai perdonato un simile tradimento compiuto ai danni dell’umanità? No, io lo conosco meglio. Un Posa non sacrifica un Filippo a un Carlos ma solo un vecchio a un giovane, che gli fa da allievo. Il sole al tramonto rappresentato dal padre non rischiara a sufficienza le nuove imprese del giorno che viene interamente adibito al prossimo avvento del figlio. Oh, non ci sono dubbi! Si attendeva la mia morte.

 

ALBA

Leggendo queste lettere ne avrete la conferma.

 

RE (alzandosi)

Potrebbe aver fatto male i suoi conti. Sono ancora vivo! Ti ringrazio, Natura! Sento nei miei muscoli una forza giovanile. Voglio che venga deriso, la sua virtù dev’essere considerata niente più che la fantasia inaudita concepita da un sognatore: si dirà che è morto come uno sciocco! La sua caduta cancelli con lui il suo amico e il suo secolo! Vediamo come si può sopravvivere senza di me! Per una sera il mondo è ancora mio. Voglio trarre profitto da questa sera, perché per dieci generazioni dopo di me nessuno riesca a mietere un raccolto da questo terreno dove ha imperversato un simile incendio! Mi ha sacrificato al suo idolo, cioè all’umanità: e l’umanità mi ripaghi di lui! Cominciamo dal suo miserabile burattino. (Al duca d’Alba) Cos’è successo all’infante? Ripetetemelo! Cosa dicono queste lettere?

 

ALBA

Sire, le lettere contengono il testamento del marchese di Posa al principe Carlos.

 

RE (dà un’occhiata rapida alle carte, e l’attenzione dei presenti è tutta concentrata su di lui. Dopo averle lette un po’, le mette da parte e cammina nervosamente per la stanza)

Chiamate il cardinale inquisitore! Lo prego di concedermi un’ora. (Uno dei Grandi esce. Il re riprende in mano le carte, legge ancora e le rimette via di nuovo) Stanotte, allora?

 

TAXIS

Alle due in punto la vettura da posta si fermerà davanti al convento dei certosini.

 

ALBA

Degli uomini che avevo mandato in perlustrazione hanno notato che parecchi bagagli con lo stemma reale sono stati trasportati al convento.

 

FERIA

Si dice anche che grosse somme da riscuotersi a Bruxelles siano state depositate presso agenti arabi a nome della regina.

 

RE

Dov’è attualmente l’infante?

 

ALBA

Accanto al cadavere del marchese.

 

RE

È ancora illuminata la stanza della regina?

 

ALBA

È tutto tranquillo. Ha licenziato le sue donne in anticipo. La duchessa d’Arco, che è stata l’ultima ad uscire dalla sua stanza, l’ha lasciata immersa in un sonno profondo.

 

(Entra un ufficiale della guardia, che si apparta col duca di Feria e gli parla sottovoce. Quest’ultimo, assai meravigliato, si rivolge al duca d’Alba. Altri si avvicinano a loro, e a poco a poco nasce un mormorio)

 

FERIA, TAXIS, DOMINGO (all’unisono)

Stupefacente!

 

RE

Cosa c’è?

 

FERIA

Una notizia incredibile, Sire…

 

DOMINGO

Due svizzeri che hanno appena lasciato il posto di guardia informano che… è ridicolo dirlo.

 

RE

Allora?

 

ALBA

Dicono che nell’ala sinistra del palazzo è apparso il fantasma dell’imperatore che, a passo fermo e solenne, si è diretto verso di loro oltrepassandoli. Tutte le sentinelle del padiglione ne danno conferma, e aggiungono che lo spettro è scomparso nelle stanze della regina.

 

RE

In quale aspetto vi è apparso?

 

UFFICIALE

Vestiva l’abito da frate geronimita che aveva portato l’ultima volta a San Giusto.

 

RE

Da frate? Volete dire che le guardie l’hanno conosciuto da vivo? Sennò come avrebbero potuto dire che si trattava dell’imperatore?

 

UFFICIALE

Che fosse lui, lo dimostrava lo scettro che teneva in mano.

 

DOMINGO

Si dice che sia stato visto spesso in quell’abito, come vuole la leggenda.

 

RE

Nessuno gli ha rivolto la parola?

 

UFFICIALE

Nessuno ha osato. Le sentinelle hanno sussurrato una preghiera, e l’hanno lasciato passare con rispetto.

 

RE

Lo spettro è scomparso nelle stanze della regina?

 

UFFICIALE

Nell’anticamera della regina.

 

(Silenzio generale)

 

RE (voltandosi rapidamente)

Come dite?

 

ALBA

Sire, non abbiamo parlato.

 

RE (dopo aver riflettuto, all’ufficiale)

Armate le sentinelle di guardia e sbarrate ogni via d’accesso a quell’ala del palazzo. Vorrei dire una parola a quello spettro.

 

(L’ufficiale esce. Entra un paggio)

 

PAGGIO

Sire! Il cardinale inquisitore.

 

RE (ai presenti)

Lasciateci soli.

 

(Entra appoggiandosi a un bastone il cardinale inquisitore, un vecchio di novant’anni, cieco, sorretto da due frati domenicani. Al suo passaggio, i Grandi gli si inginocchiano davanti e sfiorano l’orlo della sua veste. Egli li benedice, e tutti si allontanano)

 

Scena decima

 

 

Il re e il Grande Inquisitore.

 

(Un lungo silenzio)

 

GRANDE INQUISITORE

Sono alla presenza del re?

 

RE

Sì.

 

GRANDE INQUISITORE

Non me l’aspettavo più.

 

RE

Torno a recitare una scena di tanti anni fa. L’infante Filippo che chiede consiglio al suo maestro.

 

GRANDE INQUISITORE

Il vostro grande padre, il mio allievo Carlos, non ebbe mai bisogno di consigli.

 

RE

Beato lui! Ma io ho ucciso, cardinale, e non ho pace…

 

GRANDE INQUISITORE

Perché avete ucciso?

 

RE

Un tradimento, che non si può paragonare a nessun altro…

 

GRANDE INQUISITORE

Lo so.

 

RE

Come lo sapete? Da chi l’avete saputo? Da quando?

 

GRANDE INQUISITORE

Da anni, io so ciò che voi sapete solo dall’ora del tramonto.

 

RE (stupito)

Eravate già informato di quell’uomo?

 

GRANDE INQUISITORE

La sua vita è scritta dall’inizio alla fine nei sacri registri della Santa Chiesa.

 

RE

E aveva libertà di movimento?

 

GRANDE INQUISITORE

La corda che gli permetteva di volare era lunga, ma molto robusta.

 

RE

Era fuori dai confini del mio regno.

 

GRANDE INQUISITORE

Dove era lui, c’ero anch’io.

 

RE (camminando nervosamente su e giù)

Se sapevate in che mani ero finito, perché nessuno si è preso la briga di avvertirmi?

 

GRANDE INQUISITORE

Questa domanda non è pertinente.