Terminato di leggere, la regina si rivolge al marchese con uno sguardo penetrante) Non ci avete più parlato di Matilde. Forse ignora quanto soffre Fernando?
MARCHESE
Nessuno ha mai letto nel cuore di Matilde. Ma le grandi anime sanno soffrire in silenzio.
REGINA
Vi guardate attorno. Chi state cercando?
MARCHESE
Penso a come sarebbe felice qui, al mio posto, un uomo di cui non posso fare il nome.
REGINA
Di chi è la colpa se non si trova qui?
MARCHESE (rapidamente, in un moto di gioia)
Mi concedete il permesso di interpretare queste parole in mio favore? Sarebbe perdonato quell’uomo se adesso fosse qui?
REGINA (atterrita)
Adesso, marchese? Cosa volete dire?
MARCHESE
Potrebbe almeno sperare di…?
REGINA (in preda a viva agitazione)
Marchese, mi spaventate. Non oserà mai…
MARCHESE
Eccolo, è qui.
Scena quinta
La regina, Carlos. Il marchese di Posa e la marchesa di Mondecar si ritirano sul fondo.
CARLOS (inginocchiandosi davanti alla regina)
Ecco finalmente giunto il momento tanto atteso, in cui Carlos può sfiorare questa mano adorata!
REGINA
Che audacia folle e insensata! Alzatevi! Ci sorprenderanno. La mia corte è qua accanto.
CARLOS
No, non mi alzerò. Voglio rimanere inginocchiato per sempre, costretto in questa posizione dalla malia tenace di un incanto… Voglio prendere radici in questo luogo.
REGINA
Siete un pazzo, un pazzo! A quale audacia vi spinge il mio favore! Ma come fate a non comprendere che è alla regina, alla madre che vi rivolgete con un linguaggio simile, con parole avventate e sconsiderate? Sapete che informerò personalmente il re di questa sorpresa?
CARLOS
Non m’importa di morire! Che sia tratto immediatamente al patibolo! Un attimo solo vissuto in paradiso si può ben pagare con la propria morte.
REGINA
E la vostra regina?
CARLOS (rialzandosi)
Mio Dio! Sì, me ne vado, voglio andarmene. Non è il mio dovere, se siete voi a impormelo? Madre, madre mia, che gioco spaventoso mi costringete a giocare! Un cenno, un’occhiata in tralice, un semplice suono che vi esce dalle labbra mi ordina di vivere o di morire. Cosa volete che faccia ancora? Cosa non sarei pronto a sacrificare se questa fosse la vostra volontà?
REGINA
Fuggite!
CARLOS
Oh Dio!
REGINA
È la sola cosa cui vi chiedo, piangendo, di ubbidire: fuggite! Prima che le mie dame e i miei carcerieri ci sorprendano, e riportino questa bella notizia a vostro padre.
CARLOS
Io attendo il compiersi del mio destino, sia che mi porti la vita o mi conduca alla morte! Credete che avrei concentrato ogni mia speranza nell’unico istante che mi concedete senza testimoni, perché, appena giunto alla meta, sia sviato da vili e inutili apprensioni? No, regina! Cento, mille volte la terra può girare sul suo asse prima che si ripeta una fortuna di questa portata.
REGINA
Non si ripeterà mai, per tutta l’eternità. Infelice, cosa volete da me?
CARLOS
Oh regina, Dio mi è testimone che ho lottato, come nessun mortale ha mai lottato, ma inutilmente. Non ho più la forza di oppormi. Mi dichiaro vinto.
REGINA
Basta, vi supplico, per la mia pace.
CARLOS
Eravate mia, mi eravate stata promessa da due grandi troni, la natura e il cielo vi avevano riconosciuta mia, e Filippo, Filippo vi ha sottratta a me!
REGINA
È vostro padre.
CARLOS
È vostro marito.
REGINA
Che vi lascia erede dell’impero più grande del mondo.
CARLOS
E mi lascia voi come madre.
REGINA
Gran Dio! Voi state delirando…
CARLOS
Sa davvero quanto è ricco? Ha un cuore sensibile in grado di apprezzare il vostro? Ma non voglio lamentarmi. Dimenticherò l’immensa felicità che avrei condiviso con voi, per la sua felicità. Ma lui non è felice… ecco la pena infernale! Non lo è, non lo sarà mai. Tu mi hai sottratto il cielo, per annientarlo tra le braccia di re Filippo!
REGINA
Che pensiero orribile!
CARLOS
Oh, io so chi l’ha convinto a questo matrimonio… so come sa amare Filippo e come vi corteggiò. Chi siete voi in questo paese? Vediamo: la reggente? Mai! Come farebbero gli Alba ad uccidere dove regnate voi? Come farebbero le Fiandre a versare sangue per la loro fede? O siete veramente la sposa di Filippo? No, mi è impossibile crederlo. Una sposa possiede il cuore dello sposo, ma a chi appartiene il suo cuore? Non si pente davanti allo scettro e ai suoi capelli grigi di qualsiasi tenerezza che abbia mai prodigato nella febbre dei sensi?
REGINA
Chi vi dice che il mio destino accanto a Filippo debba essere compianto?
CARLOS
Il mio cuore, che sente nel suo impeto come sarebbe invidiabile, accanto a me, quel destino!
REGINA
Siete presuntuoso! E se il mio cuore mi parlasse in termini del tutto opposti? Se il tenero rispetto di Filippo e la sua muta devozione mi commuovessero molto più profondamente delle esagitate proteste d’affetto del figlio? Se il tacito rispetto di un uomo anziano…
CARLOS
In questo caso le cose sarebbero diverse, certo, molto diverse, e allora vi chiedo perdono. Non sapevo che amaste il re.
REGINA
Il mio piacere e il mio desiderio consistono nel rispettare la sua persona.
CARLOS
Non avete mai realmente amato?
REGINA
Che domanda insolita!
CARLOS
Non avete mai amato?
REGINA
Non amo più.
CARLOS
Perché ve lo impediscono i vostri giuramenti e il vostro cuore?
REGINA
Perché è il mio dovere… Infelice, che senso ha questa analisi impietosa di un destino cui sia voi che io dobbiamo soggiacere?
CARLOS
Dobbiamo? Avete detto, dobbiamo?
REGINA
E allora? Cosa significa questo tono solenne?
CARLOS
Significa che Carlos non si piegherà al «dovere» dove può «volere». Che non è disposto ad essere il più infelice del suo regno quando gli basterebbe invertire radicalmente la legge per essere il più felice.
REGINA
Ho sentito bene? Sperate ancora? Osate coltivare la speranza quando tutto, ormai, è irrevocabilmente perduto?
CARLOS
Io considero perduti soltanto i morti.
REGINA
Quindi coltivate ancora delle speranze su di me, su vostra madre? (Lo contempla a lungo, lo fissa e poi con un amaro senso d’autorità) Perché no? Il nuovo sovrano può fare molto di più, può ardere i decreti del monarca defunto, far abbattere le sue statue, chi glielo può impedire? Può sottrarre al riposo eterno dell’Escorial il cadavere del defunto, spargerne le ossa ai quattro venti e infine per celebrare trionfalmente l’impresa…
CARLOS
Per amor del cielo, non concludete la frase.
REGINA
… sposarne la madre!
CARLOS
Figlio maledetto! (Resta per alcuni secondi rigido e immobile) Sì, è tutto finito, è finito per sempre! Ora vedo con impressionante chiarezza ciò che doveva in eterno restare impenetrabile per me! Io vi ho perduta, vi ho perduta per sempre! Sì, il dado è tratto e vi ho perduta per sempre! Oh, questa certezza è qualcosa d’oscuro e d’infernale… e persino il pensiero di possedervi è un inferno! Ahimè, non riesco più a reggere il peso della fatalità, i miei nervi stanno per cedere.
REGINA
Povero, diletto Carlos! Sì, io sento profondamente lo strazio senza nome che vi dilania il cuore. Il vostro dolore è incommensurabile, infinito come il vostro amore. Ma anche l’orgoglio di averlo superato per sempre è infinito. Questo orgoglio, questa gloria dovete conquistarli, mio giovane eroe: il premio è degno di questo augusto invincibile combattente, del giovane nelle cui vene scorre il sangue virtuoso degli antenati. Siate virile, mio nobile principe! Il nipote del grande Carlo comincia valorosamente a combattere dove i comuni mortali si dichiarano vinti e cedono le armi.
CARLOS
Troppo tardi! Dio mio, è troppo tardi!
REGINA
Per essere un uomo? O Carlos, che dimensioni imponenti assume la nostra virtù quando il nostro cuore si spezza per metterla in pratica! La Provvidenza vi ha collocato molto in alto, molto più in alto di milioni di vostri fratelli e, con parzialità, ha concesso al suo favorito ciò che ha sottratto ad altri, e milioni di esseri umani si domandano: «Meritava proprio quest’uomo fin dal grembo materno di essere superiore a tutti i mortali?». Coraggio, dimostrate che il cielo è animato dalla giustizia, e meritate il privilegio di essere superiore a tutti sacrificando ciò che nessuno sacrifica mai!
CARLOS
Questo sarei in grado di compierlo. Sono forte come un gigante se la posta in gioco è conquistarvi, ma divento debolissimo se sono costretto a perdervi.
REGINA
Confessatelo, Carlos! Ciò che vi spinge con tanto ardore verso vostra madre è l’orgoglio e il sapore amaro della rivalsa. L’amore, il cuore che con tanta generosità vi disponete ad offrirmi appartengono agli Stati che un giorno dovrete governare. Ma voi non fate che sperperare i beni dei pupilli che vi sono stati affidati. L’amore è la vostra grande missione. Che finora è stata fuorviata dal suo cammino e spinta verso vostra madre.
1 comment