Risparmiale, non mi piacciono.
CARLOS (alzandosi)
Ecco, mi par di sentire le voci dei vostri cortigiani. Padre mio! No, non sempre è bene tutto ciò che esce dalle labbra di un prete, né tutto ciò che affermano le creature dei preti. Padre mio, io non sono malvagio… la mia colpa è il sangue troppo ardente, il mio delitto è la giovinezza. Non sono malvagio. Anche se a volte il mio cuore si agita e trema trafitto dagli spasimi, il mio cuore è generoso.
FILIPPO
Il tuo cuore è puro come la tua supplica, lo so.
CARLOS
Ora o mai più! Siamo soli. È crollato tra padre e figlio il muro atroce dell’etichetta. Ora o mai più! Un raggio di speranza splende dentro di me, e un soave presentimento mi riscalda il cuore. Mi sembra che il cielo con le schiere dei suoi angeli si inchini sorridente a guardarmi e il Tre-volte-santo contempli commosso questa dolce scena! Padre, voglio che regni la pace tra noi! (Gli cade ai piedi)
FILIPPO
Lasciami e alzati!
CARLOS
Pace!
FILIPPO (cercando di liberarsene)
Questa commedia diventa troppo audace!
CARLOS
Consideri audace l’amore di tuo figlio?
FILIPPO
Anche le lacrime? Che spettacolo osceno! Vai lontano dai miei occhi!
CARLOS
Ora o mai più! Pace, padre!
FILIPPO
Vai lontano dai miei occhi! Torna coperto di vergogna dalle mie battaglie e spalancherò le braccia a riceverti. Nello stato in cui ti trovi, io ti caccio. Solo la viltà della colpa si lava vergognosamente nelle lacrime. Chi non arrossisce del proprio pentimento, non finirà mai di pentirsi.
CARLOS
Chi è questo individuo? Per quale tragico errore di valutazione questo straniero si è smarrito tra gli uomini? Non sono forse le lacrime l’eterno garante del genere umano? Invece i suoi occhi sono asciutti, si vede che nessuna donna l’ha partorito… Oh, obbligate in tempo utile i vostri occhi che non hanno mai versato lacrime ad abituarsi al pianto, in caso contrario può accadere che siate costretto a farlo in un’ora terribile!
FILIPPO
Credi di placare con frasi eleganti il grave dubbio di tuo padre?
CARLOS
Dubbio? Io voglio annientarlo questo dubbio! Voglio abbarbicarmi al cuore paterno e scuoterlo, scuoterlo con tutte le forze finché la scorza del dubbio, inattaccabile come la roccia, si stacchi e cada dal suo cuore… Chi sono coloro che mi hanno allontanato dal favore del re? Che cosa ha dato il monaco al padre in cambio del figlio? Cosa gli potrà mai dare il duca d’Alba in cambio di una vita inutile senza figli? Voi volete amore? Qui, in questo petto, sgorga una sorgente più fresca e più impetuosa che non in quelle cisterne fangose e torbide che l’oro di Filippo deve schiudere.
FILIPPO
Fermati, audace! Gli uomini che tu osi insultare sono dei servi fedeli che ho scelto di persona e che devi onorare.
CARLOS
No, mai. Io conosco me stesso. Ciò che i vostri Alba sono in grado di compiere, lo sa fare anche Carlos ed anche meglio! Cosa importa a un mercenario un regno che non possederà mai? Cosa gliene importa se i capelli di Filippo diventano bianchi? Il vostro Carlos vi avrebbe amato, io rabbrividisco dall’orrore solo a pensare di finire solo e in solitudine su un trono…
FILIPPO (emozionato da queste parole, si concentra stupito in se stesso. Dopo una pausa)
Io sono solo.
CARLOS (andandogli vicino con vivacità e calore)
Voi lo siete stato. Non odiatemi, e vi amerò teneramente, come ama un figlio, ma non odiatemi più! Com’è bello sentirsi amati da un’anima eletta, quasi adorati, e sapere che la nostra felicità fa imporporare le guance dell’altro, che la nostra angoscia fa palpitare il petto di chi ci ama, che i nostri dolori fanno piangere gli occhi di chi trema per noi! Com’è bello, con un figlio amato, rifare di nuovo, la mano nella mano, il sentiero di rose della gioventù, e sognare di nuovo con lui il dolce sogno della vita! Com’è bello sopravvivere attraverso le virtù del figlio e divenire per secoli benefattori dell’umanità! Piantare un seme che un figlio diletto raccoglierà un giorno, godere dei frutti che gli riserberà il futuro e prevedere la sua gratitudine che si eleverà fino al cielo! Padre mio, i vostri monaci vi hanno ostinatamente taciuto l’esistenza di questo paradiso in terra!
FILIPPO (con viva commozione)
O figlio mio, figlio mio! Tu ti condanni con le tue stesse mani: tu mi dipingi a vivaci colori una felicità che non mi hai mai concesso.
CARLOS
Lo giudichi l’Onnipotente! Come mi avete allontanato dal vostro cuore, mi avete volutamente escluso dal governo. Fino ad ora, fino ad oggi - e mi domando se è stato un bene, se è stato giusto - io, principe ereditario di Spagna, dovevo in Spagna essere uno straniero, prigioniero in questa terra che un giorno dovrò dominare… Era giusto tutto questo? Oh, padre mio, quante volte sono stato costretto ad arrossire poiché le ultime notizie della corte di Aranjuez mi giungevano dagli inviati di potenze straniere o dai giornali locali!
FILIPPO
Il sangue ribolle con troppo impeto nelle tue vene, e riusciresti solo a distruggere.
CARLOS
Lasciate che distrugga, padre! Sì, il sangue scorre impetuoso nelle mie vene: ho ventitré anni e non ho ancora fatto nulla per l’immortalità! Mi sono destato, ho preso coscienza di me stesso. La mia vocazione al trono, simile a un creditore, mi scuote dal sonno e tutte le ore perdute della giovinezza mi vomitano addosso urla di rimprovero come debiti d’onore. Ecco il grande magnifico istante che esige gli interessi del capitale versato: la storia universale mi chiama, mi chiama la gloria degli antenati e la tromba squillante della fama. È giunta finalmente l’ora che mi concederà di varcare i confini della gloria. Mio re, posso rivolgervi la supplica per cui sono venuto fin qui?
FILIPPO
Ancora una supplica? Sentiamo.
CARLOS
La rivolta cresce minacciosa nel Brabante e la caparbietà degli insorti esige delle energiche prese di posizione: si sente dire che il duca guiderà un’armata nelle Fiandre, con poteri assoluti conferitigli dal re, per piegare la resistenza dei fanatici. È un nobile incarico, fatto apposta per spalancare a vostro figlio il tempio della gloria. A me, date a me, mio sovrano, il comando dell’esercito! I fiamminghi mi amano: mi impegno con tutto me stesso a garantire col mio sangue la loro fedeltà!
FILIPPO
Tu parli come un sognatore. Questo compito esige che sia affidato a un uomo e non a un giovinetto.
CARLOS
Esige che sia affidato a un essere umano, padre: ciò che il duca d’Alba non è mai stato.
FILIPPO
Solo il terrore può soffocare la rivolta, mostrare della pietà sarebbe pura follia. Figlio mio, il tuo animo è debole mentre il duca è assai temuto. Desisti da questo proposito.
CARLOS
Datemi il comando dell’esercito nelle Fiandre, mettete alla prova il mio animo debole! Solo il nome del figlio del re, che volerà davanti alle mie bandiere, è sinonimo di conquista mentre i mercenari assassini del duca d’Alba sanno solo distruggere. Ve lo chiedo in ginocchio, è la prima supplica della mia vita… Padre, affidatemi le Fiandre.
FILIPPO (fissando l’infante con uno sguardo penetrante)
E con loro dovrei consegnare le mie migliori truppe d’assalto alla tua volontà di dominio? Dovrei regalare il coltello all’assassino?
CARLOS
Dio mio! A questo punto sono rimasto inchiodato! È questo il frutto di questa grande ora che da tanto tempo attendevo? (Dopo un attimo di riflessione, con dolce fermezza) Siate meno duro nei miei confronti! Non mandatemi via. Non vorrei essere congedato con una risposta così severa, è un dolore per me essere costretto a lasciarvi col cuore tanto gonfio d’affanno. Trattatemi con maggior comprensione: è la mia necessità più immediata, è il mio ultimo disperato tentativo… non riesco a immaginarmi, non mi sento abbastanza forte per poter reggere a un abbandono simile da parte vostra, che mi rifiutiate tutto! Lasciate che mi allontani. Me ne vado senza essere stato esaudito, deluso in ogni più dolce e soave speranza. Il vostro Alba e il vostro Domingo spadroneggiano vittoriosi nello stesso luogo in cui vostro figlio, prostrato nella polvere, piange e si dispera.
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