Fridolin si schiarì leggermente la voce. «E quanto costa l’entrata?» domandò di sfuggita.
«Vuoi dire il biglietto d’ingresso o roba del genere?
Ah, che ti salta in mente!».
«Allora come si fa ad entrare?» chiese Fridolin a bassa voce e tamburellando con le dita sul tavolino.
«Devi conoscere la parola d’ordine, e ogni volta ce n’è una diversa».
«E quella di oggi?».
«Non la conosco ancora. Me la dice il cocchiere».
«Fammi venire con te, Nachtigall».
«Impossibile, è troppo pericoloso».
«Ma se un minuto fa avevi l’intenzione di… “permettermi”…
Dovrà pur essere possibile».
Nachtigall lo osservò attentamente. «Vestito come sei ora - non potresti in nessun caso, sono tutti mascherati, uomini e donne. Ce l’hai un costume o roba del genere?
Ma no, è impossibile.
Forse la prossima volta. Mi inventerò qualche trucco». Tese l’orecchio, guardò di nuovo in strada attraverso la tendina tirando un sospiro: «Ecco la carrozza. Adieu».
Fridolin lo trattenne per il braccio. «Non mi sfuggirai tanto facilmente. Devi portarmi con te».
«Ma collega…».
«Lascia che pensi io a tutto il resto. So bene che è “pericoloso”… forse è proprio questo che mi attira».
«Ma ti ho già detto… senza costume e mascherina…».
«Ci sono ditte che noleggiano costumi».
«All’una del mattino!».
«Ascolta, Nachtigall. All’angolo della Wickenburgstrasse c’è un negozio del genere. Ogni giorno ci passo davanti diverse volte».
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