La lampada a petrolio col paralume verde che pendeva dal soffitto basso illuminava debolmente la coperta sotto la quale era disteso immobile un corpo magro. Il volto del morto era in ombra, ma Fridolin lo conosceva così bene che credette di vederlo con piena chiarezza -

magro, rugoso, la fronte alta, la barba bianca corta, le orecchie singolarmente brutte ricoperte di peli bianchi. Marianne, la figlia del consigliere, sedeva ai piedi del letto, le braccia ciondolanti, come disfatta per la stanchezza.

C’era odore di vecchi mobili, medicine, petrolio, cucina; ma un po’ anche di acqua di colonia e sapone alla rosa, e Fridolin sentiva anche in qualche modo il profumo insipido e dolciastro di quella ragazza pallida, ancora giovane, che da mesi, da anni sfioriva lentamente, impegnata in duri lavori casalinghi, veglie notturne e faticosa assistenza al malato.

All’ingresso del medico aveva sollevato lo sguardo su di lui, ma poiché c’era poca luce non potè vedere bene se fosse arrossita come le altre volte al suo apparire.

Marianne voleva alzarsi, Fridolin glielo impedì con un gesto della mano, lei gli fece un cenno di saluto con gli occhi grandi ma tristi. Fridolin si accostò al letto, sfiorò meccanicamente la fronte del morto e le braccia, che giacevano sulla coperta, le maniche della camicia ampie e sbottonate, poi si strinse nelle spalle un po’

dispiaciuto, affondò le mani nelle tasche del cappotto di pelliccia, vagò con lo sguardo qua e là nella stanza e infine lo posò su Marianne. I suoi capelli erano folti e biondi ma aridi, il bel collo snello non del tutto privo di rughe e di un colore giallognolo, le labbra sottili come per le molte parole non dette.

«Ebbene», mormorò quasi impacciato «mia cara signorina, l’evento non la coglie certo impreparata».

Lei gli diede la mano. Lui gliela strinse partecipe, si informò doverosamente del decorso dell’ultimo attacco che aveva provocato la morte, Marianne riferì con frasi brevi e obiettive e parlò poi degli ultimi giorni, relativamente tranquilli, in cui Fridolin non aveva visto il malato.

Fridolin aveva accostato una sedia, si sedette di fronte a Marianne e per confortarla le fece considerare che nelle ultime ore suo padre non poteva aver sofferto molto; poi s’informò se erano stati avvertiti i parenti. Sì; la portiera era già andata dallo zio e in ogni caso presto sarebbe venuto il dottor Roediger, «il mio fidanzato», aggiunse evitando di guardare Fridolin negli occhi.

Fridolin annuì soltanto. Nel corso di un anno aveva incontrato il dottor Roediger due o tre volte lì in casa. Quel giovane pallido e dinoccolato, con barba bionda corta e occhiali, docente di storia all’Università di Vienna, gli era piaciuto abbastanza senza stimolare oltre il suo interesse.

Marianne avrebbe certo un aspetto migliore, pensò, se fosse la sua amante, i suoi capelli sarebbero meno aridi, le sue labbra più rosse e piene. Quanti anni potrà avere? si domandò ancora. Quando fui chiamato la prima volta per visitare il consigliere, tre o quattro anni fa, aveva ventitré anni. Allora era ancora viva la mamma. Era più serena allora. Non aveva preso per qualche tempo lezioni di canto? Dunque sposerà questo docente. Perché lo fa? Innamorata non lo è di certo, né lui dovrebbe essere molto ricco. Che matrimonio sarà mai? Mah, un matrimonio come tanti altri. Che m’importa.

Probabilmente non la rivedrò mai più, ora che non ho più nulla da fare in questa casa.

Ahimè, quante persone non ho più rivisto che mi erano più care di lei!

Mentre quei pensieri gli attraversavano la mente, Marianne aveva cominciato a parlare del defunto con una certa insistenza, come se la semplice circostanza della morte lo avesse fatto diventare a un tratto una persona importante.

Dunque aveva davvero solo cinquantaquattro anni? Certo, con tante preoccupazioni e delusioni, la moglie sempre sofferente - e il figlio gli aveva dato tanti dispiaceri!

Come, aveva un fratello? Sicuro. Ma gliel’aveva già detto una volta.

Il fratello viveva ora da qualche parte all’estero; nella cameretta di Marianne c’era un quadro che egli aveva dipinto a quindici anni.