Se la Signora Hale avesse detto la verità, sarebbe stata ricoperta di abiti su misura, di stoffe all’ultima moda di seta color grigio argento, senz’altro d’un cappellino bianco, oh! E di decine d’accessori per le nozze e senz’altro di centinaia di suppellettili per la casa.
Margaret sapeva soltanto che sua madre non aveva trovato niente di conveniente da indossare, ma non era dispiaciuta al pensiero di rivederla direttamente presso la canonica di Helstone, piuttosto che durante la confusione degli ultimi giorni, nella casa di Harley Street, dove lei stessa si era ritrovata a recitare il ruolo di Figaro, richiesta dappertutto nello stesso momento. Il corpo e la mente adesso le dolevano, al ricordo di tutto quello in cui si era prodigata nelle ultime quarantotto ore. Gli addii compiuti con così tanta premura, soprattutto gli addii a coloro con i quali aveva vissuto per così tanto tempo, la opprimevano con un triste rimpianto per i tempi passati, anche se non significava che quei tempi non sarebbero mai più tornati. Il cuore di Margaret si sentiva più pesante di quanto avesse creduto possibile per il ritorno alla sua cara casa, il luogo e la vita che aveva desiderato per anni – in tutto quel tempo aveva avuto nostalgia e desiderio di tornarci, e ci pensava ogni volta che i sensi poi si perdevano nel sonno. La sua mente passò dai ricordi del passato alla contemplazione serena e luminosa delle speranze per il futuro. I suoi occhi cominciarono a vedere, ricordi che non aveva vissuto personalmente, ma che erano comunque accaduti; intanto il suo caro padre si era addormentato su una poltrona. I suoi capelli una volta di color nero blu erano diventati grigi adesso, e stempiati sulla fronte. Le ossa del suo viso erano marcate – troppo evidenti per essere belle, come se i suoi lineamenti fossero stati scolpiti; ma avevano una grazia del tutto particolare. Il suo volto era sereno, ma d’una serenità acquisita dopo tanti sacrifici, non possedeva effettivamente quell’armonia di coloro che avevano condotto una vita placida e tranquilla. Margaret era dolorosamente colpita dalla sua espressione esausta e ansiosa; e cercò nei suoi ricordi le circostanze nella vita di suo padre, che gli avevano causato così tanta pena, oltre che disagio e depressione.
“Povero Frederick!” pensò, sospirando. “Oh! Se mio fratello Frederick fosse diventato un prete, invece d’arruolarsi in marina, restando separato per sempre da tutti noi! Adesso vorrei sapere tutto di lui! Non ho mai ben compreso ciò che zia Shaw mi ha raccontato; ho soltanto capito che non poteva tornare in Inghilterra a causa di quella terribile vicenda. E adesso quanta tristezza c’è nello sguardo del mio povero caro papà! Sono davvero contenta di tornare a casa, e di poter essere di conforto a lui e alla mamma”.
Era pronta con un sorriso luminoso sul viso, nel quale non vi era più traccia di fatica, per salutare suo padre appena si svegliò. Lui ricambiò il sorriso, ma debolmente, come forzato a ricambiare qualcosa d’insolito. Infatti poco dopo il suo volto tornò nell’abituale ansietà. Teneva sempre la bocca mezza aperta come per parlare, increspando costantemente le labbra, e ciò dava al suo volto un’espressione perennemente indecisa. Ma aveva gli stessi grandi occhi dolci di sua figlia, - occhi che si muovevano lentamente scrutando intorno, ben velati dalla loro palpebre bianche trasparenti. Margaret era più simile a lui che a sua madre. Qualche volta le persone si domandavano come fosse possibile che dei genitori così classicamente belli, avessero invece una figlia così lontana dall’essere una bellezza classica; ma la bellezza non è tutto, almeno così occasionalmente le veniva detto. La bocca di Margaret era ampia, non era un bocciolo di rosa appena sufficiente a dire “si” e “no” o “prego Signore”. La sua bocca era una morbida curva con delle ricche labbra rosse, e la pelle anche se non era diafana, aveva una dolcezza e una delicatezza d’avorio. Se lo sguardo sul suo volto era, in generale, troppo dignitoso e riservato per una ragazza tanto giovane, ora, mentre parlava con suo padre, era luminosa come il mattino, - le sue fossette e la sua espressione ricordavano la gioia infantile, la spensieratezza e le speranze per il futuro.
Era la fine del mese di luglio quando Margaret tornò nella sua vecchia casa. Gli alberi della foresta erano folti, scuri e pieni di verde, le felci sopra di loro catturavano tutti gli obliqui raggi del sole, il tempo era afoso ma incerto. Margaret camminava al fianco di suo padre, calpestando l’erba con gioia crudele, provando piacere nel sentire le foglie strusciare sotto il suo passo leggero, e il profumo che emanavano era del tutto particolare, - sull’ampio prato avvolto da una calda luce, osservavano moltitudini di selvagge e libere creature viventi, che si godevano il sole, le piante, i fiori e così via. Questa vita – almeno queste passeggiate, realizzavano tutte le aspettative di Margaret. Era orgogliosa della sua foresta, sentiva gli abitanti di quel luogo come la “sua” gente. Aveva già instaurato cordiali amicizie, aveva deliziato e imparato dal loro linguaggio gioviale, si sentiva libera in mezzo a loro; aveva aiutato ad allattare i loro bambini; parlato e letto lentamente e con nitidezza per i loro anziani; aveva portato delicati pasti ai malati; decise prima di tutto d’insegnare nella scuola, dove suo padre andava ogni giorno ad assegnare un compito, anche se era continuamente tentata d’uscire fuori per andare a far visita ai singoli amici, uomini donne e bambini – in alcuni cottage che si trovavano al confine con la foresta. La sua vita fuori casa era perfetta, ma la sua vita all’interno della casa aveva decisamente i suoi svantaggi. Con la vergogna d’una bambina, perché si vergognava dell’acutezza della sua vista, percepiva lo scompiglio della casa, dato che ogni cosa sembrava fuori posto. Sua madre – che era sempre tenera e gentile con lei - era molto scontenta della loro situazione; il Vescovo stava trascurando i suoi doveri, non elargendo al Signor Hale una vita decorosa; e la Signora Hale quasi rimproverava suo marito perché non riusciva a dirgli che desiderava lasciare la canonica, per intraprendere una carica più redditizia. Aveva sospirato quando molti anni prima gli era stata proposta quella dimora, il Vescovo però gli assicurò che sarebbe stato lautamente ricompensato, se avesse fatto tutto ciò che poteva per la piccola Helstone; ma adesso ogni giorno si sentiva sopraffatto; il mondo stava diventando sempre più sconcertante.
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