E ad ogni ripetuta richiesta della moglie, che cercava di dirigerlo verso una carica più importante, Margaret vedeva suo padre preoccuparsi ancor di più; e in quei momenti cercava d’attenuare l’astio di sua madre per Helstone. La Signora Hale asseriva che una tale vicinanza di tanta natura rendeva cagionevole la sua salute; Margaret cercava d’ammansirla parlandole della bellezza degli spazi aperti, delle montagne, dei benefici del sole, degli splendidi spazi di ritrovo tra l’ombra degli alberi; era certa che sua madre si era abituata a una vita troppo domestica, raramente estendeva le sue passeggiate oltre la chiesa, la scuola o le case vicine. Questo poteva anche essere accettabile per un periodo; ma quando l’inverno terminava, e il clima diventava più tollerabile, per sua madre l’idea dell’insalubrità del luogo aumentava, e diventata ancor più insistente con il marito, dicendogli che era più dotato del Signor Hume, che era riuscito a diventare sacerdote della meravigliosa canonica del Signor Houldsworth, e che comunque con le sue conoscenze, avrebbe potuto aspirare a migliorare senz’altro la loro posizione.
Tutto questo rovinava la pace della casa, con lunghe ore di malcontento, ed era un qualcosa che aveva colto Margaret totalmente impreparata. Immaginava, e anzi si era divertita all’idea, che avrebbe dovuto rinunciare a molti lussi, i quali a dire il vero, avevano causato solo problemi e impedimenti alla sua libertà in Harley Street. Il sentirsi utile le dava un immenso piacere, ed era abbastanza equilibrata e consapevole da poter fare a meno di tutte quelle necessità, se necessità possiamo considerarle. Ma le nubi non entrano mai nella parte d’orizzonte che vediamo apertamente. L’anno prima c’erano state delle lamentele e del rammarico di passaggio da parte di sua madre, per qualche sciocchezza collegata a Helstone, e per la posizione di suo padre lì, quando Margaret aveva trascorso le sue vacanze, ma nella felicità generale di quel periodo, aveva completamente dimenticato i piccoli dettagli che non erano stati molto piacevoli.
Nella metà di settembre, cominciarono le piogge autunnali e le tempeste, e Margaret fu costretta a restare a casa più di quanto non avesse fatto prima di allora. Helstone era a una certa distanza da qualsiasi ritrovo commerciale.
“Questo è senza dubbio uno dei luoghi più isolati d’Inghilterra!”, brontolò la Signora Hale in uno dei suoi lamentosi stati d’animo. “Non posso non rimpiangere il fatto che vostro padre non ha nessuno da frequentare qui, egli è così fuori dal mondo; non vede altro che contadini e braccianti il fine settimana. Avessero almeno costruito questa canonica dall’altra parte della proprietà, avremo potuto fare qualcosa, ci saremo trovate a pochi passi da Stansfields; certamente i Gorman sarebbero stati raggiungibili a piedi”.
“I Gorman” disse Margaret. “Gli stessi Gorman che hanno fatto la loro fortuna nel commercio di Southampton? Oh! Sono lieta di non dovergli fare visita! Non mi piace la gente di commercio. Credo che staremo meglio qui, frequentando solo i proprietari dei cottage, i lavoratori, e tutte le altre persone semplici senza pretese.
“Non dovete essere così infastidita, Margaret cara!” disse sua madre, pensando di nascosto al giovane e bel Signor Gorman, che aveva incontrato una volta dal Signor Hume.
“No, considero me stessa molto comprensiva; amo tutte le persone le cui attività hanno a che vedere con la terra; mi piacciono i soldati e i marinai, e quelle che adesso vengono definite le professioni d’insegnamento. Sono sicura che non mi vorresti vedere ammirare macellai, panettieri, o fabbricanti di candele, vero mamma?”.
“Ma i Gorman non erano né macellai né fornai, ma dei fabbricanti di carrozze molto rispettabili”.
“Molto bene. Fabbricanti di carrozze o commercianti fa lo stesso, credo sia assai più utile l’attività dei macellai e dei fornai. Oh! In questo sì che c’è differenza! Prima quando ero affaticata avevo a disposizione l’auto di zia Shaw ogni volta che lo desideravo, adesso invece devo camminare!”.
E così Margaret cominciò a camminare, a dispetto del tempo. Era davvero felice fuori dalla casa, al fianco di suo padre, che le veniva voglia di danzare; e con la morbida violenza del vento dell’ovest dentro di lei, sembrava che il calore la sostenesse, così facilmente e leggermente come una foglia caduta trasportata dalla brezza autunnale. Ma la sera era piuttosto difficile da passare piacevolmente. Subito dopo il tè, suo padre si ritirò nella piccola biblioteca, e lei e sua madre furono lasciate sole. La Signora Hale non era mai stata interessata ai libri, e aveva scoraggiato il marito, sin dall’inizio della loro vita coniugale, dal suo desiderio di leggerle qualcosa ad alta voce, mentre lei ricamava. Una volta avevano provato il backgammon per ingannare il tempo; ma nel Signor Hale era nato un crescente interesse per la scuola e i suoi parrocchiani, e iniziò a considerare un disagio i diversivi proposti dalla moglie, che non accettava le conseguenze necessarie della sua professione, e anche se era dispiaciuto, lottò caparbiamente contro le sue interruzioni. Così come consuetudine si ritirò, come faceva quando i suoi figli erano ancora piccoli, a trascorrere la serata nella sua biblioteca (quando era a casa), a leggere libri speculativi e metafisici, che erano la sua più grande gioia.
Durante le vacanze Margaret aveva portato con sé una capiente cassa di libri, raccomandati dai maestri e dall’istitutrice, ma aveva trovato le sue giornate estive troppo brevi per impegnarsi nelle letture assegnatele prima del suo ritorno in città. Ora c’era solo qualche classico inglese, che era stato eliminato dalla biblioteca di suo padre, a riempire la piccola libreria in salotto. “Le Stagioni” di Thomson, Hayley, Middleton, erano senz’altro i più leggeri, recenti e divertenti. La piccola libreria non offriva niente di più. Margaret raccontò a sua madre ogni particolare della sua vita a Londra, e la Signora Hale ascoltava ogni parola con interesse; a volte poneva domande divertita, ma la maggior parte del tempo era troppo incline a confrontare gli agi e le comodità della sorella, con le ristrettezze del Pastore di Helstone. In alcune serate Margaret smetteva di parlare piuttosto bruscamente, e s’incantava ad ascoltare una a una le gocce di pioggia che picchiettavano sul vetro della finestra; qualche volta provò meccanicamente a contare il loro ripetitivo monotono ticchettio, mentre si domandava se mai avrebbe avuto l’ardire di porre una domanda su un argomento che aveva molto a cuore, cioè chiedere dove si trovasse Frederick in quel momento; che cosa stesse facendo; e da quanto tempo non avessero sue notizie. Ma conoscendo bene la delicata salute di sua madre, e la sua avversione per Helstone, condizioni entrambe da far risalire al momento in cui Frederick era stato coinvolto nell’ammutinamento, (del quale i coniugi Hale non avevano mai parlato apertamente a Margaret, e che ora sembrava destinato ad essere sepolto in un triste oblio) Margaret cercava d’allontanare quelle domande ogni volta che si affacciavano. Quando si trovava con sua madre, le sembrava che suo padre fosse la persona migliore per entrare nell’argomento, ma quando poi si ritrovava con lui, pensava che avrebbe potuto parlarne molto più facilmente con sua madre. Ma con tutta probabilità non v’erano nuove notizie da ascoltare. In una delle lettere che aveva ricevuto prima di lasciare Harley Street, suo padre le aveva detto che avevano ricevuto notizie di Frederick; si trovava a Rio, la sua salute era ottima, e le augurava ogni bene; sperava che avesse ammorbidito le sue ossa secche, ma che non avesse perso la sua intelligenza.
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