A Baiona, Saint-Jean-de Luz e Fontanarabia v’impadronirete di tutte le navi e costeggiando la Galizia e il Portogallo, saccheggierete tutti i luoghi marittimi fino a Lisbona dove troverere il rinforzo di ogni equipaggio necessario ad un conquistatore. La Spagna s’arrenderà, per Dio, non sono che bifolchi. Voi passerete per lo stretto di Gibilterra; là erigerete due colonne più magnifiche di quelle d’Ercole a memoria perpetua del vostro nome e quello stretto sarà chiamato il mar Picrocolino. Passato il mar Picrocolino, ecco Barbarossa che si rende vostro schiavo…

- Resa a discrezione, disse Picrocolo.

- Certo, dissero essi, purché si faccia battezzare. Espugnerete il reame di Tunisi, di Biserta, Algeri, Bona, Cirene, insomma tutta Barberia. Passando oltre occuperete Maiorca, Minorca, la Sardegna, la Corsica, e altre isole del Mar Ligustico e Baleare. Costeggiando a sinistra dominerete tutta la Gallia Narbonese, la Provenza. gli Allobrogi, Genova, Firenze, Lucca e buonanotte a Roma! Il povero signor papa muore già di paura.

- In fede mia, disse Picrocolo, non io andrò a baciargli la pantofola.

- Presa l’Italia, ecco Napoli, la Calabria, la Puglia e la Sicilia messe a sacco e anche Malta. Vorrei ben vedere che quegli allegri cavalieri, già di Rodi, vi resistessero! Li facciamo pisciare addosso!

- Andrei volentieri a Loreto, disse Picrocolo.

- No, no, dissero essi, ce la riserviamo pel ritorno. Quindi prendiamo Candia, Cipro, Rodi, e le isole Cicladi, e ci avviamo alla Morea. L’abbiamo in mano: oh, San Tregnano, Dio guardi Gerusalemme, poiché il sultano non può competere con la potenza vostra!

- Io farò dunque costruire, disse egli, il tempio di Salomone.

- Non ancora, obbiettarono essi, aspettate un po’. Non siate mai tanto subitaneo nelle vostre imprese. Sapete che cosa diceva Ottaviano Augusto? Festina lente. Prima vi conviene avere l’Asia Minore, la Caria, la Licia, la Panfilia, la Cilicia, la Lidia, la Frigia, la Misia, la Bitinia, la Carazia, la Satalia, Samagaria, Castamena, Luga, Sebaste, fino all’Eufrate.

- Vedremo, disse Picrocolo, Babilonia e il monte Sinai?

- Non è necessario, ora, dissero. Non abbiamo avuto già abbastanza da fare, diavolo, traversando il Mare Ircano, cavalcando le due Armenie e le tre Arabie?

- In fede mia, diss’egli, siamo fuor di noi. Ah, povere le mie genti!

- Perché? chiesero essi?

- Perché? E che berremo noi in quei deserti? Giuliano Augusto e tutto il suo esercito vi morirono di sete, come si racconta.

- Ma noi, obbiettarono, abbiamo già provveduto a tutto. Nel Mar Siriaco voi avete novemila e quattordici grandi navi cariche dei migliori vini del mondo; esse sono giunte a Giaffa. Là si trovavano due milioni e ducentomila cammelli e mille seicento elefanti che voi avrete preso in una caccia intorno a Segelmessa, quando entraste in Lidia e inoltre aveste tutte le carovane della Mecca. Non vi fornirono esse vino a sufficienza?

- Sì, diss’egli, ma non era fresco.

- Corpo d’un pesce e di non piccola statura! esclamarono essi, ma un prode, un conquistatore, un pretendente e aspirante all’Impero Universo non può sempre avere tutti i suoi comodi. Ringraziate Iddio che siete arrivato sano e salvo, voi e le vostre genti, fino al fiume Tigri!

- Ma, diss’egli, che cosa fa intanto la parte del nostro esercito che ha sbaragliato quel villano beone di Grangola?

- Eh, non se ne stanno con le mani in mano, risposero. Noi li incontreremo ben presto. Essi vi hanno conquistato la Bretagna, la Normandia, le Fiandre, l’Haynault, il Brabante, l’Artois, l’Olanda, la Zelanda. Hanno traversato il Reno passando sul ventre degli Svizzeri e dei Lanzichenecchi e parte d’essi hanno soggiogato il Lussemburgo, la Lorena, la Champagne, la Savoia fino a Lione, dove hanno trovate le vostre guarnigioni reduci dalle conquiste navali del mare Mediterraneo, e si sono riuniti in Boemia dopo aver messo a sacco la Svevia, il Wurtemberg, la Baviera, l’Austria, la Moravia, la Stiria; poi son piombati fieramente insieme su Lubecca, la Norvegia, la Svezia, la Danimarca, la Gotia, la Croenlandia, gli Estrelini fino al mar Glaciale. Ciò fatto conquistarono le isole Orcadi e soggiogarono Scozia, Inghilterra e Irlanda. Di là, navigando per il Mar Sabbioso e la Sarmazia, hanno vinto e domato Prussia, Polonia, e Lituania, Russia, Valacchia, Transilvania, e Ungheria, Bulgaria, Turchia ed eccoli a Costantinopoli.

- Andiamo a unirci con loro al più presto, disse Picrocolo, poiché voglio essere anche imperatore di Trebisonda. Non uccideremo tutti quei cani di Turchi e Maomettani?

- Che altro faremo, diavolo, dissero, se non questo? I loro beni e terre donerete a coloro che vi hanno servito onestamente.

- Ragion lo vuole, diss’egli, è giusto. Vi dono la Caramania, la Siria e tutta la Palestina.

- Ah, dissero essi, quanto siete generoso, Sire! Grazie! Dio vi faccia sempre ben prosperare!

Era presente un vecchio gentiluomo provato in diverse vicende, e vero uomo di guerra chiamato Echefrone, il quale udendo quei discorsi disse:

- Ho una gran paura che tutta questa impresa somigli alla facezia del vaso di latte, sul quale un calzolaio basava la fantasia delle sue ricchezze e poi, rottosi il vaso, non ebbe di che desinare. Dove volete arrivare con tutte queste belle conquiste? Quale sarà il risultato di tanti travagli e traversie?

- Sarà, disse Picrocolo, che al ritorno riposeremo a nostro agio.

- E, se per caso, disse Echefrone, mai non ritornaste, poiché lungo è il viaggio e periglioso; non è meglio riposare fin da ora, senza rischiarci a tante avventure?

- Oh, perdio, disse Spadaccino ecco un bel farneticone! Ma sì, andiamo a rannicchiarci a un canto del focolare e stiamo là a passar la vita e il tempo colle dame, infilando perle o filando come Sardanapalo! Chi non s’avventura non ha caval né mula, disse Salomone.

- Chi troppo s’avventura, disse Echefrone, perde cavallo e mula, al dire di Marcone.

- Basta, disse Picrocolo, lasciamo andare. Io non temo che quei diavoli delle legioni di Grangola. Se, mentre noi siamo in Mesopotamia ci pestano la coda, come si rimedia?

- È presto fatto, disse Merdaglia; un bel decretino inviato ai Moscoviti, vi metterà in campo in un momento quattrocento e cinquanta mila combattenti scelti.