Lasciamo a Stanislao Pasquale il fòro, E il senato al Pancetta. –
20
E Tacito – O mie storie ispide e tese, O mio duro latino,
Cediamo il posto a l’orvietan marchese Al Bianchi e a Pasqualino. –
E Bruto – Via da questa plebe stolta!
25
Mi faria com’a un cane
62
Letteratura italiana Einaudi Giosue Carducci - Giambi ed epodi Ne’ suoi circensi. Almeno ella una volta Voleva ancora il pane! –
E Marc’Aurelio – Con questo po’ d’oro Che avanza, io non son gonzo.
30
Fuggiam, fuggiam, non aspettiam costoro, O mio caval di bronzo. –
Cosí gli spirti magni entro il latino Ciel, di lor fuga mesto.
Trionfa la Suburra, urla Pasquino 35
– Viva l’Italia! io resto.
2 Luglio 1871.
63
Letteratura italiana Einaudi Giosue Carducci - Giambi ed epodi XXI.
versaglia
[nel lxxix anniversario
della repubblica francese].
Fu tempo, ed in Versaglia un proclamava:
– Mio quanto cresce in terra e guizza in mar E in aër vola. – E il prete seguitava:
– Popolo, dice Dio: Tu non rubar. –
E i boschi verdi, e le argentine linfe 5
Ridenti in lago o trepide tra i fior, E il tuo marmoreo popolo di ninfe, Ed i palagi sfolgoranti d’òr, Versaglia, sepper quanto in servitude Quanto d’infame in signoria si può.
10
– Vo’ il tuo campo e la donna e la virtude Tua – disse un uomo, e niun ripose: No.
Veniano i giovinetti e le donzelle A inginocchiarsi con l’infamia in man, E del suo bruto sangue un volgo imbelle 15
Murò il parco de’ cervi al re cristian.
Quand’ei dormia, poggiato a un bianco seno, Co ’l pugno a l’elsa e in su le teste il piè, Tutta la Francia da l’Oceano al Reno Era superba di vegliare il re.
20
Versaglia, e allor che da un macchiato letto Ei procedeva a un addobbato altar, Tu d’orgoglio fremevi, e di rispetto Vedevi Europa innanzi a lui tremar.
64
Letteratura italiana Einaudi Giosue Carducci - Giambi ed epodi Ei la gloria e il valore, egli le scuole 25
E l’armi, ei l’arte ed ei la verità, Egli era tutto in tutti: egli era il sole Che il mondo illustra, e non s’accorge e sta.
Se Dio lui sostenesse o s’ei sostenne Dio, non fermaro i suoi sacri orator: 30
Lo sanno i vostri morti, o pie Cevenne, Che non credevano al suo confessor.
Il re dal suo lascivo Occhio di bue Guardava il mondo, piccolo al suo piè; E Dio, mezzan de le nequizie sue, 35
Benedicea da l’aureo dòmo il re, Benedicea le violette ascose Nel velo virginal de la Vallier, Benedicea le maritali rose Nel petto de la Montespan altier, 40
Benedicea d’Engaddi i freschi gigli Vedovi in seno de la Maintenon: E d’un sorriso il re facea vermigli I neri panni del fedele Aron.
L’ere da le sottane e da i cappelli 45
La corte e la cittade allor segnò; Il popol, da le fami e da i flagelli; Poi da la morte, quando si rizzò.
E il giorno venne: e ignoti, in un desio Di veritade, con opposta fé, 50
Decapitaro, Emmanuel Kant, Iddio, Massimiliano Robespierre, il re.
Oggi i due morti sovra il monumento Co ’l teschio in mano chiamano pietà, 65
Letteratura italiana Einaudi Giosue Carducci - Giambi ed epodi Pregando, in nome l’un del sentimento, 55
L’altro nel nome de l’autorità.
E Versaglia a le due carogne infiora L’ara ed il soglio de gli antichi dí…
Oh date pietre a sotterrarli ancora, Nere macerie de le Tuglierí.
60
21 Settembre 1871.
66
Letteratura italiana Einaudi Giosue Carducci - Giambi ed epodi XXII.
canto dell’italia
che va in campidoglio
Zitte, zitte! Che è questo frastuono Al lume de la luna?
Oche del Campidoglio, zitte! Io sono L’Italia grande e una.
Vengo di notte perché il dottor Lanza 5
Teme i colpi di sole:
Ei vuol tener la debita osservanza In certi passi, e vuole
Che non si sbracci in Roma da signore Oltre certi cancelli:
10
Deh, non fate, oche mie, tanto rumore, Che non senta Antonelli.
Fate piú chiasso voi, che i fondatori De la prosa borghese,
Paulo il forte ed Edmondo da i languori 15
Il capitan cortese.
Qua, qua, qua.
1 comment