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Letteratura italiana Einaudi Giosue Carducci - Giambi ed epodi Manca l’aria; e, come attratti i cavalli e le persone Ne la plumbëa d’un sogno infinita regïone, Arrembando ed arrancando per gli spazi sordi e bigi 25

Marcian con le immote insegne per entrar a San Dionigi.

Viva il re! Giú da i profondi sotterranei de la chiesa Questa voce di saluto come un brontolo fu intesa: E da l’ossa che in quei campi la repubblica disperse Una nube di fumacchi si formava, e fuori emerse 30

Uno stuolo di fantasmi: donne, pargoli, vegliardi, Conti, vescovi, marchesi, duchi, monache, bastardi; Tutti principi del sangue: tronchi, mózzi, cincischiati, I zendadi a fiordiligi stranamente avvoltolati.

Entro i teschi aguzzi e mondi che parean d’avorio fino 35

Luccicavano le occhiaie d’un sottil fuoco azzurrino.

Qual brandiva, salutando, un cappel bianco piumato Con un gracil moncherino che solo eragli avanzato; Qual con una tibia sola disegnava un minuetto; Qual con mezza una mascella digrignava un sorrisetto. 40

Tutt’a un tratto quel movente di maligni ossami stuolo Scricchiolando e sgretolando si levò per l’aria a volo; Ed intorno a l’orifiamma dispiegante i gigli gialli Sgambettando e cianchettando intessea carole e balli, Ed intorno a l’orifiamma sventolante i gigli d’oro 45

Sibilando e bofonchiando intonava questo coro.

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Letteratura italiana Einaudi Giosue Carducci - Giambi ed epodi

– Ben ne venga il delfin grigio nel reame ove a’ Borboni Né pur morte guarentisce fide o pie le sue magioni.

Passerem dal Ponte Nuovo. Venga a sciôr la sua pro-messa

Co ’l re grande che Parigi guadagnò per una messa, 55

E nel marmo anche par senta co’ mustacchi intirizziti Caldo il colpo e freddo il ghiaccio del pugnal de’ gesuiti.

Marceremo a Nostra Donna. Mitrïati e porporati Tre arcivescovi i lor sonni per accoglierne han lasciati.

Su l’entrata sta solenne con l’asperges d’oro in pugno 60

Quel che tinse del suo sangue gli arsi lastrici di giugno.

In disparte ginocchioni veglia a dire le secrete Quel che spento fu in sacrato per le mani d’un suo prete.

Benedice la corona del figliuol di San Luigi Quel che giacque sotto il piombo del comune di Parigi.65

Tristi cose. Al men tuo padre (son cortesi i giacobini) Nel palchetto d’un teatro morí al suon de’ violini.

Coprí l’onda de l’orchestra la real confessïone, Salí Cristo in sacramento tra le maschere al veglione.

Farem gala a quel teatro noi borbonica tregenda: 70

Da quel palco (Iddio ti salvi!) muove, o re, la tua leggen-da. –

Cosí strilla sghignazzando via pe’l grigio aere la scorta.

Ma cavalca il quinto Enrico dritto e fermo in vèr la porta.

Su la porta di Parigi co ’l bacile d’oro in mano A l’omaggio de le chiavi sta parato un castellano.

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Letteratura italiana Einaudi Giosue Carducci - Giambi ed epodi Ei non guarda, non fa cenno di saluto, non procede: Un’antica e fatal noia su le grosse membra siede.

Erto il capo e ’l guardo teso, ma l’orgoglio non vi raggia: Una tenue per il collo striscia rossa gli viaggia.

Non pare ordine o collare che il re doni al suo fedele: 80

Non è quel di San Luigi, non è quel di San Michele.

Al passar d’Enrico, ei muove a test’alta e regalmente; Fende in mezzo il gran corteggio: ciascun vede e niun lo sente.

È a la staffa già d’Enrico; ma non piega ad atto umíle, E tien dritto e fermo il collo mentre leva su il bacile. 85

– Ben ne venga mio nipote, l’ultim’uom de la famiglia!

Queste chiavi ch’io ti porgo fûr catene a la Bastiglia.

Tali al Tempio io le temprava. – Con l’offerta fa l’inchino Ed il capo de l’offrente rotolava nel bacino; Ed il capo di Luigi con l’immobile occhio estinto 90

Boccheggiante nel bacino riguardava Enrico quinto.

Ottobre 1874.

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Letteratura italiana Einaudi Giosue Carducci - Giambi ed epodi XXIX.

a proposito del processo fadda I.