Con le tremule palme al ciel levate 125

Canta – Osanna, Dio forte –: L’organo manda per le volte aurate Un rantolo di morte.

Quando al popol ti volgi, ed – Il Signore, Mormori, sia con voi, –

130

Come adultera donna a l’amatore, Guardi a gli sgherri tuoi.

Su le canne d’acciaio in mezzo a’ ceri L’omicidio scintilla:

13

Letteratura italiana Einaudi Giosue Carducci - Giambi ed epodi Tu ’l vedi, e ’l gaudio vela di sinceri 135

Pianti la tua pupilla.

China su ’l pio mister che si consuma, China il tuo viso tristo:

Di sangue, mira, il tuo calice fuma; E non è quel di Cristo.

140

Ahi, d’italiche vene è sangue schietto, Nobile sangue e caro!

E una stilla ve n’ha pur di quel petto Che queste donne amâro;

Queste donne che dièro a’ tuoi decreti 145

Umile il cuor, l’orecchio

Prono; e pregaron anche in lor secreti Per te, feroce vecchio!

Io, per le grige chiome de la madre E per le chiome bionde

150

De la sposa che sciolte or sotto l’adre Pieghe un sol vel confonde; Io, per Gesú che a gli uccisor compianse; Io, per le donne sante,

Maddalena che amò, Maria che pianse, 155

O vecchio sanguinante;

Te ch’oro e ferro e bronzo mendicando Te ne vai per la terra,

Che gridi contro a la tua patria il bando De l’universa guerra;

160

Te che il lor sangue chiedi con parole Soavi a’ fidi tuoi,

14

Letteratura italiana Einaudi Giosue Carducci - Giambi ed epodi Ed il sangue di chi re non ti vuole Ferocemente vuoi;

Te da la pïetà che piange e prega.

165

Te da l’amor che liete

Le creature ne la vita lega, Io scomunico, o prete;

Te pontefice fosco del mistero, Vate di lutti e d’ire,

170

Io sacerdote de l’augusto vero, Vate de l’avvenire.

19 Gennaio 1868.

15

Letteratura italiana Einaudi Giosue Carducci - Giambi ed epodi IV.

nel vigesimo anniversario

dell’viii agosto mdcccxlviii.

Ma non cosí, quando superbo apriva L’ali e ne’ raggi di vittoria adorno Almo rise d’Italia in ogni riva Il tuo gran giorno,

Ma non cosí sperai, Bologna, il canto 5

Recar votivo a l’urna de’ tuoi forti.

Oggi insegna la Musa iroso il pianto.

Fremono i morti

Abbandonati a’ retici dirupi, Il verde Mincio flebile risponde; 10

E lunge ne gl’issèi pelaghi cupi Rimugghian l’onde,

Se per l’azzurro ciel la gialla insegna Passa a gl’itali zefiri ventando E lieto lo stranier da poppa segna 15

Il sen nefando.

Ahi, come punto da mortifer angue, Ahi, di veleno il cor ferve e ribolle!

Fumate ancor d’invendicato sangue, Romane zolle!

20

O forti di Bologna, a voi la fuga De’ nemici irraggiava il guardo estinto; E, mentre posa ed il sudor s’asciuga,

– Abbiamo vinto –

16

Letteratura italiana Einaudi Giosue Carducci - Giambi ed epodi Disse, chinato sopra il sen trafitto 25

Del compagno, il compagno. A le parole Pallido ei rise, e su i cubiti ritto Salutò il sole

Occidente e l’Italia. E la mattina Lo stranier, come lupo arduo che agogna, 30

Ululato avea su da la collina:

– Odi, o Bologna.

Le mie vittorïose aquile io voglio Piantar dove moriva il tuo Zamboni A i tre color pensando; e vo’ l’orgoglio 35

De’ tuoi garzoni

Pestar sí come il piè de’ miei cavalli Pesta il fien de’ tuoi campi. A Dio gradito, Empier di San Petronio io vo’ gli stalli Del lor nitrito.

40

Vo’ il tuo vin pe’ miei prodi ed i sorrisi De le donne: a la mia staffa prostrati Ne la polvere io vo’ gli antichi visi De’ tuoi magnati.

Odi, Bologna. Stride ampia la rossa 45

Ala del foco su’ miei passi: l’ira Porto e il ferro ed il sal di Barbarossa: Sermide mira. –

Lo stranier cosí disse. Ed un umíle Dolor prostrò per l’alte case il gramo 50

Cuor de’ magnati. Ma la plebe vile Gridò: Moriamo.

E tra ’l fuoco e tra ’l fumo e le faville E ’l grandinar de la rovente scaglia 17

Letteratura italiana Einaudi Giosue Carducci - Giambi ed epodi Ti gittasti feroce in mezzo a i mille, 55

Santa canaglia.

Chi pari a te, se ne le piazze antiche De’ tuoi padri guerreggi? Al tuo furore, Sí come solchi di mature spiche Al mietitore,

60

Cedon le file; e via per l’aria accesa La furia del rintocco ulula forte Contro i tamburi e in vetta d’ogni chiesa Canta la morte.

Da gli odi fiamma d’olocausti santi, 65

Da i vapori del sangue alito pio Sale: o martire plebe, a te d’avanti Folgora Dio.

Ecco, su’ corpi de’ mal noti eroi Erge la patria i suoi color festiva; 70

Ed i vecchi e le donne e i figli tuoi Gridano: Viva.

Il tuo sangue a la patria oggi: a la legge Il sangue e il pan domani. E pur non fai Tu leggi, o plebe, e, diredato gregge, 75

Patria non hai.

Ma quei che a te niegan la patria, quelli Che per sangue e sudor ti dànno oltraggio, Ne’ giorni del conflitto orridi e belli, Quando al gran raggio

80

De l’estate si muore e incontro al rombo De’ cannoni le picche ondanti vanno 18

Letteratura italiana Einaudi Giosue Carducci - Giambi ed epodi E co’ le pietre si risponde al piombo, Ove, ove stanno?

Oh qui non le tediose alme trastulla 85

De’ giuochi la vicenda e de le dame!

La santa Libertà non è fanciulla Da poco rame;

Marchesa ella non è che in danza scocchi Da’ tondeggianti membri agil diletto, 90

Il cui busto offre il seno ed offron gli occhi Tremuli il letto:

Dura virago ell’è, dure domanda Di perigli e d’amor pruove famose: In mezzo al sangue de la sua ghirlanda 95

Crescon le rose.