Possesso! Basta, Guglielmo; il fidanzato è qui! è un bravo, caro uomo, per il quale bisogna provare simpatia.

Fortunatamente non ero presente al suo arrivo: ne avrei avuto il cuore lacerato. È così generoso che non ha mai baciato Carlotta davanti a me.

Che Dio lo ricompensi! Devo amarlo per il rispetto che ha per lei. Mi vuol bene, e io capisco che è per merito di Carlotta piuttosto che per sua propria inclinazione: perché le donne in questo sono abili e hanno ragione: se possono mantenere il buon accordo fra due adoratori è sempre un vantaggio per loro, per quanto raramente una cosa di questo genere possa riuscire.

Intanto non posso negare ad Alberto la mia stima. Il suo aspetto tranquillo contrasta con l'irrequietezza del mio carattere vivace, che non riesco a nascondere. Ha molto sentimento e sa quello che significa possedere Carlotta. Sembra non andar soggetto al cattivo umore e tu sai che questo è il peccato che io odio di più negli uomini.

Egli mi ritiene un uomo di buon senso e l'attaccamento, la calda amicizia che ho per Carlotta, l'interesse che prendo a tutto ciò che fa, rendono più glorioso il suo trionfo ed egli la ama ancor di più. Non so se qualche volta la tormenti con un po' di gelosia e non voglio indagare: se fossi al suo posto questo demonio non mi lascerebbe completamente tranquillo.

Ma in ogni modo la mia gioia di stare presso Carlotta è finita. Devo chiamare ciò pazzia o accecamento! Che importa il nome? è la cosa che conta! Prima che Alberto venisse sapevo già tutto quello che so ora: sapevo che non potevo sperare nulla da lei… e non speravo infatti… almeno per quanto è possibile non desiderare al cospetto di una così affascinante persona. E ora, da povero pazzo, mi meraviglio perché l'altro viene dav-vero e mi porta via la ragazza.

Io mi adiro e rido della mia miseria, e mi burlo di tutti quelli che mi dicono che devo rassegnarmi poiché la cosa non può andare diversamente.

Liberatemi da questi uomini di paglia! Mi aggiro correndo per le foreste 31

e, se incontro Carlotta e Alberto le siede al fianco nel giardinetto, sotto il pergolato, allora non posso più trattenermi, mi sento pazzo e faccio mille stravaganze.

"Per amor di Dio, mi ha detto oggi Carlotta, vi prego, non fate scene come quelle di ieri sera! Siete spaventoso quando siete così allegro!".

A dirla fra noi io calcolo il tempo in cui egli è occupato; subito mi af-fretto e sono felice quando la trovo sola.

8 agosto.

Ti assicuro, caro Guglielmo, che certamente non pensavo a te quando

dichiaravo insopportabili gli uomini che richiedono da noi la rassegnazione a un destino inevitabile. Non pensavo proprio che tu potessi essere di questo parere. E in fondo hai ragione. Solo una cosa voglio dirti, mio caro: al mondo è molto difficile che le sensazioni e i modi d'agire si di-stinguano recisamente con un dilemma: ma vi sono tante gradazioni,

quante ve ne possono essere fra un naso aquilino e uno camuso. Non

avertene dunque a male se pur abbracciando tutto intero il tuo argomento, io cerco di sfuggire al suo dilemma: o questo o quello.

O tu hai speranza in Carlotta - mi dici - o non ne hai affatto: nel primo caso cerca di agire, di arrivare al compimento del tuo desiderio; nel secondo fatti forza e cerca di liberarti da una passione funesta che consuma le tue energie! Mio caro, hai detto bene, ma si fa presto a dirlo!

Puoi tu domandare a un infelice la cui vita si spegne a poco a poco per un'insidiosa malattia, puoi tu chiedergli di troncare con una pugnalata la sorgente della vita? Il male che mina le sue forze non gli toglie nello stesso tempo il coraggio di liberarsene?

Veramente tu potresti rispondermi con un paragone analogo: chi non

preferirebbe farsi tagliare un braccio piuttosto che mettere in gioco la vi-ta per indecisione e per timore? Non so… e non vorrei che ci tormentas-simo con i paragoni. Pure, Guglielmo, ho qualche volta dei momenti di coraggio improvviso e impetuoso e allora… se soltanto sapessi dove…

me ne andrei volentieri.

Di sera.

Mi è capitato oggi fra le mani il mio diario che da molto tempo avevo trascurato, e mi sono meravigliato di vedere come, in piena coscienza, passo passo mi sono addentrato in questa avventura! ho sempre veduto 32

chiara la mia situazione eppure ho agito come un fanciullo: e ancora oggi vedo chiaro, eppure non c'è nessuna apparenza di miglioramento.

10 agosto.

Potrei vivere completamente felice, se non fossi un pazzo. Raramente un insieme di circostanze favorevoli come quelle in cui io mi trovo, con-tribuiscono a rallegrare l'anima di un uomo! Esser membro di

un'amabilissima famiglia, ed essere amato dal vecchio come un figlio, dai bambini come un padre… e da Carlotta!… Inoltre quel bravo Alberto che non turba la mia gioia con nessun atteggiamento di cattivo umore, che mi circonda di affettuosa amicizia e per il quale, dopo Carlotta, sono la persona più cara al mondo. Guglielmo, è una gioia udirci quando passeggiamo insieme e ci intratteniamo di lei: non si potrebbe forse trovare una situazione più ridicola, eppure, spesso, pensandoci, mi vengono le lacrime agli occhi. A volte egli mi racconta della virtuosa madre di Carlotta: mi dice che al letto di morte raccomandò alla figlia la sua casa e i suoi bambini, che da allora Carlotta fu animata da un nuovo spirito e divenne una vera madre nella serietà acquistata e nella cura della casa, che ogni istante della sua vita fu dedicato al costante, amorevole lavoro, senza che per questo la sua vivace serenità l'avesse mai abbandonata. Io cammino vicino a lui e raccolgo fiori lungo la strada, li riunisco accurata-mente in un mazzo… poi li getto nel fiume che scorre, e li seguo con lo sguardo finché lentamente affondano.

Non so se ti ho scritto che Alberto si stabilisce qui e avrà a corte, dove è molto ben visto, un posto ben retribuito. Ho visto pochi che lo uguagli-no per l'ordine e l'attività negli affari.

12 agosto.

Alberto è certamente il miglior uomo che esista sotto la volta celeste.

Ieri ho avuto con lui una discussione che non dimenticherò. Andai a casa sua per prendere congedo, giacché mi è venuta la fantasia di andare ca-valcando per le montagne dalle quali ora ti scrivo: andando su e giù per la camera, mi caddero sotto gli occhi alcune pistole: "Prestamele per il viaggio", gli dissi. "Volentieri, mi rispose, se vuoi prender la pena di cari-carle: io le tengo lì appese solo pro forma".

Ne scelsi una, ed egli continuò: "da quando la mia previdenza mi ha giocato un brutto tiro, non voglio più avere a che fare con quegli

strumenti".

33

Ero molto curioso di sapere la storia, ed egli raccontò: "Passavo la quarta parte dell'anno presso un amico, in campagna: avevo due pistole scariche e dormivo tranquillo. Una volta, durante un piovoso pomeriggio nel quale sedevo oziando, non so come, pensai che potevamo essere assaliti, che le pistole potessero esserci necessarie e che… basta, tu sai co-me vanno queste cose. Dò le armi al servitore perché le ripulisca e le cari-chi: egli si mette a scherzare con le ragazze, vuole spaventarle e, Dio sa come, il colpo parte: la bacchetta che era ancora nella canna colpisce una povera ragazza ai muscoli della mano destra e le spezza il pollice. Ho dovuto ascoltare i lamenti e pagare la cura, e da allora lascio le pistole scariche.

- Mio caro amico, a che cosa serve la previdenza? Il pericolo non si lascia mai vedere per intero! Eppure… ".

Ora tu sai che io amo molto Alberto, finché non arriva ai suoi eppure: non è cosa di per se stessa evidente che ogni regola ha le sue eccezioni?

Ma quell'uomo è così scrupoloso che quando crede di aver detto qualco-sa di troppo azzardato o generico, e non completamente vero, non la finisce più di limitare, modificare, di aggiungere o di sopprimere, finché di quanto ha detto non rimane più niente. E in questo caso si sprofondò proprio nel testo… io finii col non ascoltarlo più, mi misi a fantasticare, e con gesto rapido mi appoggiai alla fronte la canna della pistola, al di sopra dell'occhio destro. "Ebbene, che significa ciò?", esclamò Alberto strappandomi l'arma di mano. "è scarica", risposi. "E se pure è scarica, che vuol dire questo?" riprese impaziente, "io non posso ammettere che un uomo sia così pazzo da uccidersi: il solo pensiero mi rivolta… "

"Ma voi uomini, esclamai, quando parlate di qualche cosa, dovete sempre dire: è pazza, è savia, è buona, è cattiva! e questo che significa? Avete voi, che dite così, indagato i moventi interni di un'azione? Sapete scoprir-ne con certezza le cause, e capire perché è avvenuta e perché doveva avvenire? Se l'aveste fatto, non sareste così pronti a giudicare".

"Mi concederai, disse Alberto, che alcune azioni rimangano degne di biasimo, da qualunque motivo siano determinate".

Glielo concessi, scrollando le spalle. Pure continuai: "Vi sono sempre dei casi eccezionali. È vero che il furto è un delitto.