Io sento, e posso lasciar parlare il mio cuore, sento che lei… devo in queste parole esprimere la mia celeste felicità? sento che lei mi ama!
Mi ama! E come sono divenuto caro a me stesso! a te posso dirlo per-
ché hai l'animo atto a comprendermi. Come mi sento elevato ai miei propri occhi da quando lei mi ama!
È forse presunzione? o è coscienza dei veri sentimenti che ci uniscono?
Io non conosco nessun uomo di cui temere l'influenza sul cuore di Carlotta. Pure quando lei parla del suo fidanzato con tanto calore e con tanto affetto, mi sento come un uomo al quale si sottraggano tutti i suoi onori e le sue dignità, e a cui si porti via la sua spada.
16 luglio.
Quale brivido mi corre nelle vene quando per caso le mie dita toccano le sue, quando i nostri piedi s'incontrano sotto la tavola! Mi ritiro come dal fuoco, una segreta forza mi spinge avanti di nuovo, e tutti i miei sensi sono presi da vertigine. E la sua innocenza, la sua anima ignara non le lasciano comprendere come queste piccole familiarità mi fanno male. Se, parlando, lei posa la sua mano sulla mia, se nel calore della conversazione si avvicina a me in modo che il suo alito divino sfiori le mie labbra, io credo di morire, come percosso dal fulmine. E se una volta, Guglielmo, quell'anima celeste e fiduciosa io osassi… tu mi capisci? No, il mio cuore non è così corrotto! Ma è debole, molto debole, e questa non è forse corruzione?
Lei mi è sacra. Ogni desiderio tace alla sua presenza. Non posso dire quello che succede in me quando le sono vicino; mi pare che tutta
l'anima si riversi nei miei nervi. Carlotta sa una melodia che suona al pianoforte con un'angelica espressione, con grande semplicità e spirito. È
la sua aria preferita, e appena suona la prima nota, fuggono lontano da me pene, preoccupazioni, capricci.
Sono così preso da quella semplice melodia che non mi pare inverosi-
mile niente di quel che si racconta del fascino della musica antica. E co-me lei sa cominciarla al momento opportuno, proprio quando starei per 28
tirarmi una palla nella testa. Il cupo turbamento della mia anima si dissipa, e io di nuovo respiro liberamente.
18 luglio.
Guglielmo, che sarebbe per il nostro cuore un mondo senza amore?
Quello che è una lanterna magica senza la luce. Appena tu introduci la piccola lampada, ecco apparire sulla bianca parete le più svariate immagini! E se pur non sono che fantasmi passeggeri, essi formano egualmente la nostra felicità, quando noi ci fermiamo dinanzi ad essi come ingenui fanciulli rapiti dalle apparizioni meravigliose. Oggi non ho potuto andare da Carlotta: sono stato trattenuto qui da persona che non potevo evita-re. Che potevo fare? Ho mandato da lei il mio servitore, solo per avere intorno a me un uomo che oggi le fosse stato vicino. Con quale impazien-za l'ho atteso! con quale gioia l'ho rivisto! Volentieri l'avrei abbracciato e baciato, se non mi fossi vergognato.
Si racconta che la pietra felsinea quando rimane un po' esposta al sole, ne raccoglie i raggi e risplende per una parte della notte… Così pareva a me che avvenisse con quel ragazzo. Il pensiero che gli occhi di Carlotta si erano posati sul suo viso, sulle sue guance, sui bottoni del suo vestito, sul colletto del suo soprabito, mi rendeva tutto ciò prezioso e sacro. In quel momento non avrei dato il mio servitore per mille talleri. La sua presenza mi faceva bene: Dio ti guardi dal ridere! Guglielmo, possiamo chiamare illusioni queste, se ci rendono felici?
19 luglio.
Io la vedrò! esclamo al mattino quando mi sveglio, e con gioia guardo il bel sole: io la vedrò! E non ho altro desiderio per tutto il giorno. Tutto, tutto è assorbito in questa prospettiva!
20 luglio.
Non ho ancora accolto la vostra idea di farmi partire con
l'ambasciatore per… Non mi piace troppo di essere subordinato, e inoltre tutti sappiamo che quest'uomo ha un cattivo carattere. Tu dici che mia madre desidererebbe molto di sapermi attivo; ciò mi ha fatto ridere. Non sono forse attivo anche ora? e in fondo non è forse indifferente che io rac-colga piselli o lenticchie? tutto al mondo finisce in cose da nulla, e un uo-mo che, per volere altrui, ma senza un'intima passione, una personale 29
necessità, si affanna dietro al denaro, l'onore o altro, sarà sempre un pazzo.
24 luglio.
Ti sta tanto a cuore che io non trascuri il disegno, e io preferirei non parlartene affatto, piuttosto che dirti che da qualche tempo in qua me ne occupo assai poco.
Mai sono stato più felice, mai il mio sentimento della natura, esteso fi-no alle pietruzze e ai fili d'erba, è stato più integro e più profondo… eppure, non so come esprimermi; la mia forza di rappresentazione è debo-le: tutto è mobile e ondeggiante dinanzi a me, e io non posso fissare un contorno; mi immagino che se avessi dell'argilla o della cera saprei ben modellarla. Se dura così, finirò col prendere dell'argilla e darle forma, dovessi anche fare delle palle!
Tre volte ho cominciato il ritratto di Carlotta, e tre volte mi sono vergognato: sono veramente dolente perché prima ero molto felice nel cogliere le somiglianze. Ho fatto invece la sua silhouette, e bisogna che me ne contenti.
26 luglio.
Sì, mia cara Carlotta, mi occuperò di ogni cosa e ordinerò quello che desiderate; datemi anzi un maggior numero di commissioni, datemene
spesso. Solo di una cosa vi prego: non mettete sabbia sui bigliettini che mi scrivete. Quello di oggi l'ho rapidamente avvicinato alle mie labbra e i miei denti hanno scricchiolato.
26 luglio.
Molte volte mi sono proposto di non vederla troppo spesso. Ma chi potrebbe mantenere una simile promessa? Ogni giorno non so resistere alla tentazione, e solennemente giuro a me stesso che l'indomani resterò lontano da lei. Ma fin dalla mattina trovo un motivo imprescindibile e, prima di rendermene conto, sono a casa sua. Se la sera lei mi ha detto: verrete dunque domani? come potrei non andare? o se lei mi dà una com-
missione trovo più conveniente andarle a portare io stesso la risposta; e se infine la giornata è molto bella, io vado a Wahlheim e, quando mi trovo lì, sono soltanto a una mezz'ora di distanza da lei: respiro la sua atmo-sfera… ed ecco mi trovo laggiù!
30
Mia nonna raccontava la storia di un monte magnetico. Le navi che si avvicinavano troppo ad esso perdevano a un tratto tutti i loro ferramenti; i chiodi volavano sulla montagna e i poveri naviganti perivano tra le ta-vole che precipitavano le une sulle altre.
30 luglio.
Alberto è arrivato, e io me ne andrò; fosse egli il migliore, il più nobile degli uomini, al quale io fossi pronto a dichiararmi inferiore sotto ogni rispetto, pure mi sarebbe insopportabile vederlo davanti ai miei occhi in possesso di quella perfetta creatura.
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