Io non sono più una ragazzina, e so fare il mio dovere, e del resto zia Coanna, già tanto vecchia, morrà presto, e Larentu finirà col mantenere le sue promesse; per questo non vorrei irritarlo, non per me che ora non conto più, ma per te».

Andrea non finì di leggere. Torse nervosamente la lettera, e la buttò lontano.

— Vili, vili, vili! — disse a voce alta, stringendo i pugni. — E lei che è così stupida, così santamente stupida! Per me! Per me! Per me!...

Una convulsione di rancore e d'angoscia disperata, lo assalì: tutto il rancore e l'angoscia che lo rodevano silenziosamente da tanto tempo. Si chiuse nella sua cameretta e si gettò sul letto. Non poté rileggere la lettera; il solo vederla gli causava un senso di umiliante vergogna, simile a quello provato il giorno in cui sua madre era andata a mendicare per lui l'obbrobriosa elemosina di Larentu Verre.

Ora egli rivedeva "quell'uomo" quale sua madre lo descriveva, col cappuccio calato, la barba rossiccia lunga e rada, le labbra livide e gli occhi arrossati dall'alcool; e ne provava un disgusto fisico: accanto a lui la vecchia serva sog-ghignava.

Fu allora che, d'un tratto, l'idea di uccidere zia Coanna gli ritornò nella mente; e gli parve di aver covato questa idea nelle profondità incoscienti dell'anima, in tutto quel tempo di miseria e di melanconia.

Zia Andreana Verre filava, ritta davanti alla sua porta, sull'alto della piccola roccia. Ella era di molto invecchiata, ma conservava la sua simpatica fisionomia d'egiziana. In quei giorni ella attendeva il ritorno di suo figlio; egli le aveva scritto che, anticipando alquanto le vacanze pasquali, sarebbe venuto per passare un mese con lei; ma ella sapeva che Andrea ritornava per impe-dirle di andare a servire nello stazzo, e che egli forse, per mancanza di mezzi, non sarebbe ripartito mai più.

Ah, ella conosceva bene il carattere fiero di colui che per lei era sempre un fanciullo! Anche se Larentu Verre la sposava, ciò che era improbabilissimo finché viveva zia Coanna, Andrea avrebbe rifiutato ogni aiuto.

Intanto ella aveva ripulito la casetta, messo sul letto di Andrea la coperta di lana, a striscie gialle e nere; aveva lavata la panca posta accanto al focolare, sotto la quale e sulla quale stavano le masserizie di cucina; e infine aveva fatto il pane bianco, e comprato delle uova, e zucchero e caffè.

Il ragazzo non era vizioso, non fumava, ma beveva molto caffè. Così tutti i risparmî di Andreana Verre se n'erano andati. Ora ella aspettava l'arrivo di suo figlio, ma con tristezza ansiosa: ella sentiva istintivamente che Andrea era infelice, e che la casetta pulita, il caffè bollente, il letto ben messo, non sarebbero bastati per rallegrarlo.

Infatti Andrea arrivò, bevette il caffè, vide la coperta gialla sul letto, ma non si rallegrò.

Sua madre lo seguiva con lo sguardo inquieto: le pareva uno straniero, così pallido, scarno, mal vestito, e ne provava dolore e soggezione; soggezione che egli non le aveva mai imposto, quando ritornava bello e ben vestito.

— Ebbene, — egli chiese, dopo che ebbe messo a posto le sue cose, — che notizie mi date?

— Che vuoi che ti dica, figliuolo mio? Le notizie son sempre le stesse.

— Quell'uomo non è più tornato qui?

— Non è più tornato, ma spesso passa in questa via, e guarda sempre quassù.

— Perché guarda?

Andreana arrossì un poco, perché zio Larentu veramente passava e ripas-sava guardandola come un innamorato di quindici anni.

— Che vuoi che ti dica? Siccome egli sa che tu deciderai se io devo o no andare al suo servizio, forse guarda per vedere se sei arrivato.

— Quell'uomo osa tanto?... — proruppe Andrea, con gli occhi scintillanti: ma tosto si frenò, e disse: — Ebbene, raccontatemi meglio cosa vi disse il giorno che venne qui.

— Ecco. Egli era seduto lì, dove sei tu ora; io qui — disse zia Andreana, e ripeté quanto aveva raccontato nella lettera, non una parola di più, non una di meno.

Mentre ella parlava, Andrea guardava lontano, fuor della porta, e pareva non ascoltasse. Immagini vaghe e confuse passavano davanti ai suoi occhi tristi: per la porta spalancata si vedeva un ramo del pero selvatico sul quale scoppiavano le gemme verdognole; più in là scorgevasi un lembo della pianura, verde e umido, fiorito di narcisi pallidi; e in fondo, in fondo, una linea di cielo argenteo.