— Bene! — esclamò il maestro; poi sorrise come fra sé, e diede la gran notizia: — Sì, quell'uomo è stato da me, e mi disse che acconsente...

— Ah!

— Ah! — fecero madre e figlio.

— Sì, acconsente. Ma ascoltatemi bene. — I due poveretti ascoltavano con l'anima sospesa. — Pare ci sia stato consiglio di famiglia. La serva, mi pare si chiami zia Coanna...

— Sì, così.

— Ebbene, zia Coanna pare abbia fatto del chiasso. Egli era ben disposto fin dall'altro giorno, ma la serva, appena usciti voi, cominciò a gridare, a dire che era il primo passo, e che Andrea finirebbe col diventare padrone di tutto.

«Il padrone sono io, — disse Larentu, — e appunto perché sono il padrone voglio fare questa buona opera». E l'altra a gridare, a opporsi. E avrebbe finito col dissuaderlo, senza l'intervento della moglie.

— Millèna! — disse Andreana.

— Giusto, Millèna o Maddalena, non so; deve essere una giovine molto buona e divota...

— Ah, sì, molto divota...

— Ebbene è intervenuta lei, come dicevo.

— Essa desidera grandemente un figliuolo, mi disse Larentu Verre, ed è convinta che Dio non glielo abbia concesso perché... Insomma disse al marito: fa studiare il figlio di Andreana Verre. Forse il Signore, dopo quest'opera buona ci concederà un bambino. Così Larentu Verre si è deciso, ed è venuto per darmi la risposta, pregandomi di comunicarvela. Però fa un patto. Senti bene, Andrea, e pensa bene se ti conviene. Egli vuole che tu diventi medico.

Un'ombra passò sul viso intento del ragazzo. La madre lo guardò ansiosa: anche il maestro lo guardò intensamente.

Qual pensiero occulto ferveva in fondo alla piccola mente? Quali progetti fantastici passavano già nella piccola anima?

— Farò quello che egli vorrà — disse Andrea, senza sollevare gli occhi.

La madre guardò il maestro, sorridendo felice; ma il maestro alzò le sopracciglia e fece cenno di no, rispondendo ad una sua interna domanda.

Gli anni passarono.

Andrea Verre frequentava l'Università, ma da qualche tempo viveva miseramente perché zio Larentu, venuto a conoscere che invece di studiar medicina suo figlio seguiva il corso di belle lettere, gli negava ogni sussidio.