A quel salto io devo la vita, perché quella belva feroce mi avrebbe fatto a pezzi.

 

KARL

Ma cosa c’entra questa storia?

 

SPIEGELBERG

C’entra, perché tu capisca come aumentano le proprie forze in caso di necessità. Ecco perché io non ho paura, anche quando si arriva agli estremi. Il coraggio cresce col pericolo e le forze, al momento decisivo, si tendono e si esaltano. Evidentemente il destino vuole fare di me un grand’uomo dato che tanti ostacoli mi sbarrano la strada.

 

KARL (adirandosi)

Non so proprio cosa possa rimproverarci il coraggio: il coraggio non ci è mai venuto meno.

 

SPIEGELBERG

Oh, certo. Non dirmi che vuoi lasciar avvizzire tutte le tue belle qualità? O seppellire le tue capacità? Credi che i tuoi scherzi salaci di Lipsia abbiano esaurito le risorse dell’umorismo umano? Entriamo subito nel gran mondo - Parigi e Londra - dove, quando si dà a qualcuno del galantuomo, si rischia di essere presi a schiaffi. Traboccherai di gioia da tutti i pori, perché là si pratica il mestiere in grande stile. Rimarrai a bocca aperta! Non crederai ai tuoi occhi quando vedrai come si imitano a perfezione le calligrafie, come si truccano i dadi, si fanno saltare le serrature o si svuota il contenuto di uno scrigno: ah, tutto questo lo imparerai da Spiegelberg. Impiccheremo alla prima forca disponibile quei lestofanti che preferiscono morire di fame pur di restare onesti.

 

KARL (distratto)

Come? Ti sei spinto ancora oltre?

 

SPIEGELBERG

Ho l’impressione che non ti fidi di me. Aspetta un momento, lascia che mi scaldi e vedrai dei portenti. Il cervello ti darà di volta nel cranio, quando il mio senso dell’umorismo partorirà i suoi frutti. (Si alza, vivacemente) Che luce mi rischiara! Che grandi pensieri si fanno strada nel mio animo! Disegni colossali si formano nella mia testa piena di idee. (Si picchia la fronte) Maledetta sonnolenza, che finora hai incatenato le mie energie, mi hai sbarrato e precluso la vista! Io mi riscuoto, sento chi sono e chi devo diventare.

 

KARL

Sei pazzo. Il vino ti è andato alla testa, e fai lo spaccone.

 

SPIEGELBERG (con maggior animazione)

«Spiegelberg», diranno, «sei in grado di fare sortilegi, Spiegelberg?». «Peccato che tu non sia diventato generale, Spiegelberg», dirà il re, «avresti fatto passare gli austriaci attraverso una tana di sorci!». «Sì», mi par già di sentire le geremiadi dei medici: «è imperdonabile che quest’uomo non abbia studiato medicina, avrebbe inventato un nuovo rimedio contro la tiroide». «Ohimè, come mai non si è dedicato alla scienza politica, al diritto?», sospireranno i Sully nei loro gabinetti, «avrebbe fatto miracoli e tramutato le pietre in luigi d’oro». «Spiegelberg», si dirà in Oriente come in Occidente. Che il fango vi sommerga tutti quanti siete, rospi schifosi mentre Spiegelberg, ad ali spiegate, volerà al tempio dell’immortalità.

 

KARL

Buon viaggio! Sali, su colonne d’infamia, fino all’apice della gloria! All’ombra dei boschi dei miei padri, tra le braccia della mia Amalia, mi invitano più nobili gioie. La settimana scorsa, ho scritto a mio padre invocando il suo perdono. Non gli ho nascosto la minima circostanza: dove esiste la sincerità, ci sono anche aiuto e compassione. Separiamoci, Moritz. Oggi ci vediamo per l’ultima volta. La posta è arrivata. Il perdono di mio padre è già penetrato nelle mura di questa città.

 

(Entrano Schweizer, Grimm, Roller, Schufterle e Razmann)

 

ROLLER

Sapete che siamo spiati?

 

GRIMM

Che nemmeno per un istante possiamo essere certi di non essere arrestati?

 

KARL

Non mi stupisce affatto. Accada quel che accada! Avete visto Schwarz? Non vi ha detto di avere una lettera per me?

 

ROLLER

Ti cerca da un pezzo. Credo proprio per questo motivo.

 

KARL

Dov’è, dov’è? (Vuole uscire subito)

 

ROLLER

Resta. L’abbiamo avvertito di venire qui. Stai tremando?

 

KARL

Non tremo. Perché dovrei tremare? Camerati, questa lettera… Congratulatevi con me. Sono l’uomo più felice del mondo.